CAPITOLO 46
Maddy
Caleb, Megan... Megan, Caleb. Ecco l'unica cosa che mi frullava per la testa da diversi minuti, non riuscivo a capacitarmi del fatto che l'avesse fatto sul serio, non poteva essere vero. Stavo seduta sul comodo sedile della macchina di Mark immersa nei miei pensieri e nel mio dolore, ma non riuscivo a trovare spiegazione a ciò che avevo visto. Chissà se è stato lui a baciarla... Chissà se è stata lei... Chissà se l'ha respinta... Chissà... I miei pensieri furono interrotti dalla voce bassa di Mark «Maddy» disse semplicemente, io mi voltai lievemente nella sua direzione. Notai che stava stringendo il volante come a volerlo stritolare, involontariamente l'avevo portato con me in una situazione di merda, ma che ne potevo sapere io?
«Ti prego non fare domande... non voglio tornare all'università» dissi poi ricordandomi di aver piantato le mie amiche in biblioteca. Non avevo nessuna voglia di partecipare alle ultime lezioni della mattina e ad essere sincera non avevo nemmeno voglia di vedere Alyssa e Jade perché vedendomi in quello stato avrebbero iniziato a fare domande, alle quali io non avrei dato nessuna risposta sensata. La mia testa e il mio corpo non avrebbero sopportato ulteriore stress, mi sentivo sfinita come se avessi corso per una maratona interminabile, come se non dormissi da giorni.
«Ti porto al tuo appartamento?» mi chiese allora Mark. Prima di rispondergli ci pensai su per qualche secondo, volevo starmene da sola? No, non volevo... scossi il capo per fargli capire che non avevo voglia di andarmene a casa mia, lui non disse nulla si limitò a guardarmi per qualche secondo, poi tornò sulla strada.
«No, sarebbe il primo posto in cui mi verrebbe a cercare» dissi poi cercando di dare un senso alle mie parole. Ci eravamo fermati ad un semaforo e finalmente il mio amico mi guardò negli occhi. Dalla sua faccia confusa potevo dedurre che non stava capendo minimamente di che cosa stavo parlando, e come poteva capirlo? Infondo ero stata io a non dirgli nulla, gli avevo chiesto semplicemente di partire e nient'altro.
«Ma di chi stai parlando? Sei riuscita a parlare con Cal?» Mark mi fece due domande contemporaneamente, non sapevo a quale delle due rispondere. Da una parte avrei voluto raccontargli tutto, dall'altra non volevo parlare affatto. Temporeggiai legandomi i capelli in una crocchia disordinata. Finalmente il semaforo era scattato e Mark ripartì verso una meta a me ancora sconosciuta, non avevo idea di dove andare, sperai che lui avesse in mente qualcosa. «Per me il tuo amico è morto e sepolto, sta volta per sempre!» dissi dopo essermi rimessa comoda sul sedile. Mi stupii della fermezza che c'era nella mia voce, avevo smesso di piangere, non avevo più lacrime, per Caleb ne avevo versate molte, forse troppe. Mark alle mie parole si irrigidì.
«Facciamo così... che ne dici se andiamo a casa mia?» chiese dopo qualche secondo cambiando completamente discorso. Aveva evitato di rispondere alla mia affermazione e ne ero veramente grata. Sapevo bene di averlo messo involontariamente in una situazione scomoda, tra due fuochi: tra me, che ero sua amica da poco e Caleb che era il suo migliore amico da una vita. «Qualsiasi posto va bene purché sia lontano da lui» dissi guardando il paesaggio scorrere dal finestrino. Sentii Mark sospirare o sbuffare non capii bene, immaginai che si stesse chiedendo che cosa avesse combinato sta volta il suo amico.
«Vuoi che avvisiamo Alyssa e Jade?» mi chiese poi titubante. Ascoltata la sua domanda mi voltai di scatto nella sua direzione «No, non voglio vedere nemmeno loro, mi riempirebbero di domande e non sono in vena di dare risposte ad altri se non a me stessa» dissi restando ferma sulla mi decisione. Sapevo meglio di chiunque altro che le mie amiche erano inclini nel fare domande a raffica quando si trattava di situazioni del genere, volevo evitare almeno per un po' i loro commenti.
«A me la concedi una domanda?» mi chiese poi Mark tenendo gli occhi fissi sulla strada. Alzai gli occhi al cielo, non volevo essere scortese con lui, dunque cercai di trattenere l'impulso che mi stava per far dire un "No" categorico.

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ChickLit"E se tutto quello per cui sto lavorando andasse in fumo?" Questo è il pensiero che occupa la mente di Madison Collyn da quando ha conosciuto Caleb Graham. Lei è sempre stata una ragazza umile a cui non interessa apparire per quel che non è. Lui inv...