CAPITOLO 56

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Capitolo 56

Maddy

Il medico aveva portato via i genitori di Caleb e io ero rimasta da sola. Non so per quale strano motivo, ma non mi mossi dal punto in cui i miei piedi erano saldamente attaccati al pavimento, non raggiunsi i miei amici, non parlai con nessuno, me ne stetti semplicemente lì a fissare il vuoto. L'attesa, per mia sfortuna, non fu breve, anzi, tutto il contrario. Passata mezz'ora decisi di andare a sedermi in corridoio, vicino alla stanza di Caleb. La tentazione di entrarci fu forte ma evitai di scollare il mio sedere dalla sedia. C'erano i suoi genitori, c'erano i nostri amici, tutti lo volevamo vedere, non mi permisi di fare di testa mia. Guardai il display del cellulare e poco dopo che stavo fissando l'orario si spense, la batteria era andata. 

 «Merda» imprecai sotto voce tra me e me, rigirandomi quell'aggeggio, ora inutile, tra le mani. Giocai con una ciocca di capelli, provai a legarli, poi a scioglierli, ma niente di tutto ciò mi fece passare il tempo più velocemente. Avevo i nervi tesi, tutto il mio corpo lo era, volevo assolutamente sapere che diavolo stava succedendo. Avevano notizie positive o negative? Caleb poteva tornare a casa? Si sarebbe ripreso come prima? Non feci in tempo a rispondere a tutte quelle domande che mi balenarono nella mente, perché vidi i genitori di Caleb uscire dalla sua stanza seguiti dal medico che li aveva convocati per parlare. "Ecco dove diavolo si erano cacciati" mi dissi mentalmente. Il dottore se ne andò a passo svelto verso una porta che io non avevo mai varcato, forse era il suo studio o semplicemente la porta della stanza di un altro paziente, in quel momento non mi importava. Spostai lo sguardo su Emily e lei di rimando mi sorrise, Richard invece sembrò teso, peggio del solito oserei dire. Vennero verso di me e io cercai di mantenere la calma e la lingua a freno, avevo tante cose da chiedere ma nessun coraggio di fare domande. Il silenzio fu rotto in un modo che non mi aspettavo minimamente. 

 «Vado a prendere una boccata d'aria» disse secco il padre di Caleb. Mi guardò solo per un breve istante poi girò i tacchi e si avviò verso quella che era la porta della scala antincendio. Il suo comportamento e il suo modo di fare era alquanto criptico, soprattutto nei momenti difficili. Non lo conoscevo da molto ma quello è ciò che avevo capito di lui. Lo guardai allontanarsi, rigido come se fosse un soldatino, non ci mancava molto che mi prendesse un attacco di panico. "Sicuramente le notizie sulla salute di Caleb non saranno positive" questo è ciò che mi stavo ripetendo da vari secondi nella mia testa. I miei occhi erano fissi sul pavimento, anche se la madre di Caleb era lì con me io mi sentivo terribilmente sola e angosciata. 

 «Maddy ti senti bene?» la voce di Emily mi sembrò distante, ma il suono della sua voce mi aiutò ad uscire dal mio abituale momento di trans. 

 «Si scusa è che... insomma cosa è successo?» cercai di fare una domanda di senso compiuto e per fortuna ci riuscii, una volta scelte le parole giuste. 

 «Vieni, sediamoci un secondo» mi disse lei mettendomi una mano alla base della schiena per farmi camminare. Ero stanca di stare tranquilla, ero stufa che tutti mi trattassero come una bambola di porcellana, sembrava che le persone avessero paura che ad ogni notizia brutta potessi rompermi, ma in realtà ero molto più forte di quel che pensavano. 

 «No Emily, scusa, ma voglio sapere come sta Caleb. Sono stata giorni qui ad aspettare, è giorni che la gente non fa altro che scegliere bene le parole da dirmi per paura che io scoppi, ma non scoppierò, che siano buone notizie o cattive notizie voglio sapere tutto... per favore» conclusi la mia richiesta cercando di addolcire il tono della voce. Emily sembrò sorpresa nel vedermi così determinata, avevo deciso di essere forte e lo sarei stata fino alla fine, senza più crollare, me lo dovevo e lo dovevo soprattutto a lui. 

 «Hai ragione, solo che ti ho visto così preoccupata che... lascia stare. Non ti racconterò bugie, tanto non servirebbe a niente. Vedi Maddy, come credo saprai già Caleb ha avuto un trauma cranico non da poco, grazie a Dio questo non gli ha comportato problemi a livello neurologico ma ci sono altre cose che si devono sistemare prima che lui ritorni perfettamente in forma» iniziò a spiegarmi la madre del mio ragazzo. Aveva detto che il trauma cranico non aveva comportato nulla di grave, informazione che mi rassicurò molto. Solitamente chi subisce certi incidenti non si riprende mai, invece lui era stato fottutamente fortunato sotto quel punto di vista. 

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