Capitolo 03

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(T/n) (T/c) POV

Mi svegliai ancora più assonnata del previsto. Presi il telefono e guardai l'ora.
La sveglia non era suonata, magari era ancora presto...

«LE 08:59??» urlai.

La sveglia non è suonata e di conseguenza avevo saltato la prima ora. Ormai le scelte erano due: o tornavo a dormire, o sarei entrata durante la terza ora di lezione.
In quel momento mi arrivò una chiamata da mia madre, che mi fece solo agitare ancora di più. Risposi di fretta senza sembrare nel panico più totale.

«Perché sei ancora a casa?!» mi domandò appena risposi.
«Non mi è suonata la sveglia...»
«Allora sbrigati ad andare a scuola, o se non riesci vai da tua nonna che io non posso passare neanche oggi. Ho un altro turno a lavoro.»
«Va bene. Però stasera devo andare alla Yuei.»
«Ma non ci sei andata già ieri?»
«Devo andare a trovare Ochako. Lei non può ancora uscire, quindi vado io da lei.»
«Tutti i giorni?»
«Possiamo parlarne dopo che mi devo vestire?»
«Va bene, ma se fai altre soste, lo saprò

Riattaccai e andai a farmi una doccia.
Odiavo il quirk di mia madre; era molto invadente a parer mio.
Si chiamava trace back. Lei poteva rintracciare le persone solo guardando il palmo della sua mano, dove vedeva una specie di schema della persona a lei desiderata. Molto utile starete pensando. Si, in effetti lo è, ma non per me.
Ovviamente, ha dei limiti. Se lo usa per più di un minuto al giorno rischia di stare male e per di più, per fare un effetto abbastanza preciso, deve conoscere la persona che vuole tracciare o doveva aver avuto un contato fisico con essa. Essendo mia madre con me la sua unicità funzionava anche fin troppo bene.

Mi ha confessato quando ero piccola, che lei voleva tanto usare il suo quirk per fare del bene, ma poi non lo ha più voluto fare quando ha scoperto di essere incinta di me. Aveva paura che mi succedesse qualcosa per colpa di qualche criminale.
Aveva quindici anni e mio padre, appena lo scoprì, non si fece più vivo.
Me lo ha detto solo una volta, ed io non me lo scordai mai. Lo vedevo da come ne parlava che ci stava ancora male dopo tutti quegli anni, quindi non tirai più fuori quell'argomento. Di lui sapevo solo che ha frequentato la Yuei, ma non ho idea di chi sia... ogni tanto ci penso ancora a lui, chiedendomi se lo conosco o meno, se ci ho mai parlato, se sa davvero che esisto... ma alla fine ci sto anche io un po' male.

Uscita dalla doccia, andai in camera mia per vestirmi.

-Chissà se... no, meglio non pensarci.

Spalancati le ante dell'armadio alla ricerca di qualcosa da mettermi.
Feci passare la mano tra tutti i miei capi, scegliendo alla fine dei jeans neri abbinati ad una maglietta bianca con una rosa rossa sul cuore, ed andai a fare colazione.
Guardai l'ora: le 09:48.

-Dai ci ho messo poco rispetto alle altre volte.

Decisi di fare colazione a casa della nonna, quindi mi misi le scarpe ed andai verso casa dell'anziana.
Pranzai anche da lei e la aiutai a sistemare la casa come facevo quasi tutti i giorni.
Mi chiedevo sempre se lei sapesse qualcosa riguardo mio padre, ma non glielo avevo mai chiesto. Pensavo che forse la mamma le avesse detto di non dire nulla in caso lo chiedessi.
Ma poi, sono sopravvissuta quindici anni senza saperlo, resisterò ancora.

«Devi di nuovo andare a trovare la tua amica?» mi chiese.

«Penso di sì. Andrò sempre alla stessa ora.»

«Se vuoi puoi andare, mi hai aiutata anche troppo.» mi disse lei.

«Posso aspettare e poi abbiamo appena finito di mangiare, loro sono ancora a lezione.»

«Se potessi usare il mio quirk non ci sarebbe bisogno di te o tua madre ad aiutarmi.» esclamò lei.

«E se lo avessi io ti aiuterei di più.» ribattei. «Non capisco perché non hai mai voluto fare l'Hero.»

-𝚁𝚎𝚍 𝚂𝚔𝚢 ▪︎ {Kirishima Eijirou X Reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora