Disillusi

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Quasi quattro ore più tardi Draco uscì dalla propria camera in pantaloncini. Il fuoco che ardeva nel caminetto scaldava per induzione la sua camera, rendendo impossibile dormire sotto le coperte, se non in mutande. Chiuse il separatore e notò subito Hermione su una poltrona: leggeva e si rigirava fra le dita il medaglione che penzolava dal suo collo.

Il ragazzo si accese una Magh e lei, dopo averlo squadrato, lo apostrofò accusatoria: -Ti vesti!?-

Il biondo ignorò quel moto imperativo e tirò dalla Magh. -No. Hai dormito?-

-Sì.- Fu la laconica risposta di lei a cui seguì l'irrigidirsi della sua espressione facciale. Sapeva di essere stata brusca, ma non le interessava molto in quel momento. Al risveglio, realizzando a mente lucida cosa fosse successo, non aveva potuto fare a meno di rimproverarsi. Sentiva di non aver fatto abbastanza per sistemare le cose, sentiva di essersi lasciata dominare dalla paura di avere un membro in meno nel loro piccolo gruppo, anche se non potevano davvero permettersi delle perdite. Ancora la sua insoddisfazione non le aveva offerto delle alternative valide rispetto a ciò che avrebbe potuto fare, sentiva solo che aver allontanato Ron era stato un errore imperdonabile, un errore che avrebbero pagato.

Ritirò i piedi calzati mantenuti tesi verso le fiamme fino a quel momento e tornò a girare bruscamente le pagine del suo libro.

-Potter? Quando si alza?-

Lei lo ignorò, cosa che la serpe non gradì affatto, ma il biondo non disse niente.

Considerato che il compagno aveva dormito tutta la notte, a suo dire non poteva poltrire ancora, per cui lo chiamò: -Ehi, Potter... non avrai dato forfait anche tu!?-

Sentendo il platinato liberare quell'insensibile battuta, Hermione chiuse di botto il suo libro e si volse di scatto nella sua direzione. -Non osare ironizzare su ciò che è successo! Ron è il nostro migliore amico e non ti permetterò una sola parola cattiva su di lui, soprattutto adesso che non è con noi, chiaro!?-

Il suo tono protettivo non ammetteva repliche e Draco capì in fretta cosa fosse successo. La Granger era la giustiziera del gruppo, difendeva sempre il più debole e, ora che Weasley aveva avuto il ben servito, il cattivo era diventato lui. -Forse avreste dovuto pensarci prima di cacciarlo. Siete proprio dei mollaccioni- decretò il biondo, dandole le spalle e muovendosi verso i fornelli: avrebbe fatto merenda, dato l'orario.

Hermione si era sentita molto offesa dal commento del ragazzo, era chiaro che si era immaginata una prospettiva fin troppo rosea per loro. Harry aveva ragione quando diceva che Draco era diverso e incapace di restituire quanto gli veniva offerto. -Nel momento in cui hai degli amici a cui tieni così tanto, passi sopra molte cose...-

–Già... lo fate anche con coloro a cui non tenete poi così tanto.-

-Sì, questo è vero.-

La ragazza si era alzata in piedi e Draco si era voltato a guardarla. Erano molto seri entrambi e per un lungo momento rimasero a fissarsi, poi però Draco ruppe il silenzio: –Vuoi una tisana rilassante? Sembri nervosetta...- Non vedeva l'ora che Potter si svegliasse... e l'idea di averlo pensato gli diede i brividi.

Hermione scosse il capo con disgusto evidente, era chiaro che non aveva proprio capito quale fosse il punto del discorso, né si era pentito di essere stato pungente e del tutto fuori luogo. -È meglio che oggi eviti di rivolgermi la parola... non ho voglia di litigare anche con te.-

Draco quindi andò a prendersi una tazzina, dandole di nuovo le spalle senza nemmeno offirle una replica. La strega si sedette sul divano, dando le spalle alla cucina e riprendendo il suo libro anche se sapeva che avrebbe faticato a immergersi nella lettura.

I.  Quando l'Argento incontrò l'Oro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora