Un ultimo bagno caldo per il Malfoy

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Erano passati diversi giorni da quando Draco e Gabriel si erano organizzati per scoprire dove fosse l'Horcrux celato a Hogwarts e, come previsto dal mezzodemone, non avevano fatto in tempo ad arrivare al matrimonio. Durante l'attacco da parte dei mangiamorte la maggior parte degli invitati si era prontamente smaterializzata, fra questi anche Harry, Ron ed Hermione.

In quei giorni trascorsi con Miss Riddle si erano resi conto che la ragazza era fornita di una lingua biforcuta tanto quanto la loro. Del resto, la mela non cade mai troppo lontana dall'albero.

-Come pensate di agire, dunque? Potrebbero essere ovunque.- Aveva appena osservato Tanis.

Sebbene la mezzodemone si dimostrasse arguta e a suo modo divertente, nonostante la risatina che rievocava quella della Umbridge, il Malfoy non era così fiducioso nei suoi riguardi. Non come lo sembrava Gabriel. Benché tanto legata al suo paparino, sembrava aver già cambiato idea e dalla figlia di lord Voldemort non si aspettava una tale debolezza di spirito. Dubitava che il fascino di Gabriel fosse il responsabile, per questo aveva messo in allerta l'insegnante, ottenendo però solo il suo gentile sorriso e le sue rassicurazioni.

Avevano occupato la camera di un albergo e Gabriel si stava preparando con un incantesimo di Localizzazione, utilizzando degli oggetti appartenenti al trio e che aveva rubato da scuola l'anno precedente.

-Ora che abbiamo scoperto quali sono gli Horcrux, dovremmo cercare un modo per distruggerli. Immagino che i tre mentecatti sappiano come fare...- le rispose Draco, non sapendo di dare per scontata la questione.

-Ma se non li sopporti perché li vuoi aiutare?- continuò lei, sdraiandosi sul divano damascato dell'elegante camera d'albergo. Draco aveva una passione per lo stile classico.

-Perché tuo padre mi ha rovinato la vita, cara.- Ghignò falso il suo interlocutore, offrendole il suo veleno. Era seduto composto sulla poltrona a fianco, fra le mani aveva un portacenere e una Magh fumante.

La mezzodemone si levò le scarpe, lasciandole cadere a terra oltre il bordo del divano, il tutto sotto lo sguardo semidisgustato del biondo. Adorava scontentare la sua fissazione per il galateo, anche se non si faceva alcun problema con la scurrilità. -Pensi che sia davvero colpa sua?-

-Assolutamente sì. Per compiacerlo bisogna essere degli psicopatici come zia Bellatrix, la tizia con gli occhi da pazza e che se la fa col tuo paparino, te l'ha detto?- Ed espirò il fumo rossastro, in una sbuffata.

Gabriel a quel punto intervenne, prima che Tanis rispondesse. -Riuscite a parlare più piano? Mi distraete.- Era seduto sul tappeto persiano che dominava lo spazio racchiuso fra i divani, davanti a uno scintillante tavolino dal vetro di cristallo. Stava tentando di concentrarsi mentre le mani erano immerse tra gli indumenti dei Grifondoro.

Draco alzò con noia le sopracciglia, sapeva che il compagno era intervenuto solo per proteggere la sua simile.

Entrambi lo ignorano. Gli piaceva battibeccare.

-No e comunque io non sono una psicopatica, ma gli piaccio comunque.-

-Sì, chissà per quale motivo- rispose col solito sarcasmo Draco, scuotendo il capo e guardandola con incredulità. -Ma credi davvero che ti voglia bene?- Ormai era curioso.

La bruna lo guardò con attenzione, offrendogli un ragionamento abbastanza logico per lei. -Beh, non gli ho fatto niente e tutte le prove che mi ha dato sono vere... perché dovrebbe odiarmi?-

-Nessuno pensa che ti odi, ma piuttosto che ti abbia cercata per i suoi comodi. Come ti abbiamo detto, la sua anima è frantumata, instabile, non è in grado di provare sentimenti- sottolineò a quel punto Gabriel, coinvolto dal discorso. Tanis, che aveva sentito ormai varie volte quella giustificazione decise di non insistere. Non si arrivava mai a niente.

I.  Quando l'Argento incontrò l'Oro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora