Il suo desiderio... il mio obbiettivo.

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-E così... questa è Hogwarts.-

Era notte fonda, la luna piena brillava alta nel cielo e spargeva un riflesso candido sulla superficie del Lago Nero. Su quel riverbero stavano passando una moltitudine di canoe illuminate, queste avevano il compito di traghettare gli studenti verso il gotico castello. Alle matricole aspettava lo smistamento.

-Sì, mi pare si chiami così...-

Thomas Draco Malfoy era stato appena smaterializzato su una rupe da cui si poteva ammirare quel particolare avvenimento. Del resto, era possibile solo un giorno all'anno. Al suo fianco c'era il suo tutore: il terribile e insopportabile Dorian Hegland.

In quegli anni aveva avuto modo di conoscerlo più che a sufficienza e, sebbene avesse solo undici anni, si era fatto un'idea ben chiara di che tipo di persona lui fosse.

Un mostro e niente di più. Qualcuno che era stato obbligato ad assumere un ruolo che, però, assumeva con pesante costanza.

-Dubito sarebbe cambiato qualcosa se mi avessi permesso di farmi portare in stazione dai miei genitori e mi avessi lasciato venire qui come tutti gli altri studenti. Mamma e papà ci tenevano molto.-

-Mamma e papà  avranno gli altri figli da portare alla stazione, non piagnucolare.-

-Non è affatto la stessa cosa!- scattò però il ragazzino, alzando gli occhi argentei su di lui, irritati.

L'uomo aveva le braccia incrociate e continuava a osservare il maestoso edificio, non era risultato minimamente interessato davanti alle lamentele del protetto.

Tom capì che, come sempre, insistere non sarebbe valso a nulla e scosse il capo, tornando a guardare la scuola, infastidito.

Fu in quel momento che gli occhi glaciali di Dorian scesero alla sua testolina bionda, i capelli stavano venendo agitati dalle gelide folate di montagna -Beh, le mie natiche sono già terribilmente appetibili, se diventassero solide come due ghiaccioli, sarebbe problematico tenere a bada le mie ammiratrici.- e vide il giovane spostare l'espressione annoiata e disgustata su di lui -E chi se ne importa.-

Dorian stirò un sorrisino bieco davanti a quella replica antipatica e gli disse -Non ti affezionare a questo posto, bocconcino adorato, tanto meno alle persone. Sai bene che ti permetterò di frequentarli a tempo pieno solo l'ultimo anno.-

Dorian Hegland non era il tipo che se la prendeva quando veniva scontentato, ma sapeva sempre cosa dire per vendicarsi efficacemente.

-Lo so, non c'è bisogno di ripeterlo ogni volta! Non avrò degli amici fino a quando non avrò diciassette anni! Grazie!-

E irritato tornò a guardare Hogwarts, scuotendo il capo. Era piuttosto scocciato.

-Conosci bene la tua natura e il tuo destino. Se ti ribellerai, ti farai strozzare.-

-Mi sta strozzando da quando sono al mondo.-

-Le sciocchezze di un bimbo dalla vena tragica, nulla di più.- lo demolì l'altro, facendo spallucce e rabbrividendo dopo l'ennesima folata glaciale. Il ragazzino appariva perfettamente a suo agio, invece. Lo era.

-Già, io sarò anche tragico, ma tu sei l'insofferenza in persona.-

-Oh, così mi ferisci, Tesoro.- e Tom roteò gli occhi, ancora più irritato -E' finita questa inutile conversazione?! Pensavo mi avessi portato qui per un motivo valido!-

E Dorian fece spallucce  -Nulla di particolare, in realtà. Sarai libero di smaterializzarti dentro e fuori dall'edificio per sostenere esami e interrogazioni.-

-Stanotte voglio dormire qui, con i miei compagni di casa!-

E l'uomo sospirò sonoramente -Speriamo ci sia anche qualche femminuccia, ricordi quello che ti ho detto su...-

I.  Quando l'Argento incontrò l'Oro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora