Le fantasie di una madre

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Quando Gabriel e Tanis riapparvero, lo fecero lontano da una grande tenuta circondata da una foresta piuttosto fitta. Loro si trovavano su una collina da cui si poteva scorgere l'abitazione, nonché i numerosi arcobaleni che, sfruttando le loro pendici, saltellavano in mezzo agli alberi, capovolgendosi a ogni avanzamento e muovendosi in gruppo.

Intorno al bosco c'erano altre case e, ancora oltre lo sguardo, si potevano scorgere piccoli borghi cittadini. L'intera area era sormontata da diverse cupole dai contorni candidi, delle barriere di protezione poste le une sulle altre e che, come delle matriosche, abbracciavano aree sempre più ampie, comprendendo anche la collina in cui si trovavano. La villa di Tanis era quella con il maggior numero di difese.

La mezzodemone guardò i tre alberi che dominavano quella collina, non potendo evitare di riportare alla mente i propri ricordi: andava spesso a leggere lì e a riposarsi. Si avvicinò per accarezzare la catena dorata che sembrava partire dall'interno del fusto per poi penetrare in quello dell'albero adiacente. I tre risultavano in questo modo collegati. Nell'area triangolare venuta a crearsi c'era un fosso, da cui usciva del fumo verdognolo. Sembrava una sorta di geyser. 

-Non avvicinarti troppo, a volte escono dei getti d'acqua piuttosto forti. Le catene servono ad allontanare le bestie curiose- gli spiegò Tanis, quando lo vide oltrepassare la catenella e sporgersi per guardare nel buco.

Gabriel seguì il suo consiglio e la raggiunse. -Quando è venuto a prenderti Riddle?-

-A luglio. È stato davvero scioccante conoscerlo... anche perché ero presa da sentimenti contrastanti- rispose, facendogli cenno di seguirla.

Il mezzodemone apprezzò che la compagna avesse voluto iniziare per prima quella conversazione, evidentemente voleva ottenere la sua fiducia.

-Come mai?-

La bruna alzò gli occhi cristallini su di lui. -Perché mia madre stava molto male, passava da momenti in cui era arrabbiata e malediva in ogni modo mio padre a momenti tristi dove lo ricordava con nostalgia o, addirittura, a momenti dove pensava che fosse qui con noi e che fossimo una famiglia felice. All'inizio cercavo di dirle la verità, soprattutto da ragazzina, e lei si arrabbiava con me... rinchiudendomi poi in mansarda. Quando poi tornava in sé, veniva a liberarmi, in lacrime, implorando il mio perdono.- I suoi occhi si erano spenti mentre ricordava quei momenti, come se avesse voluto separarli dalla loro componente emotiva. Demoni e Vampiri erano piuttosto abili in questo, proprio grazie alle dimensioni ridotte delle loro anime.

Gabriel ebbe presto empatia per lei. -Mi dispiace.- E le portò la mano sul capo, accarezzandolo.

Tanis lo guardò e gli si avvicinò appena.

-E quindi l'ultima volta è andata così? Lei ti ha rinchiusa?-

-Sì... ci sono rimasta per tre mesi. L'incantesimo ha continuato a sussistere anche dopo la sua morte-

Lui era allibito, per cui la incalzò: -E come sarebbe riuscito tuo padre a liberarti?-

Tanis alzò ambedue le sopracciglia, dubbiosa. -Non ho idea di come sia riuscito a infrangere la barriera. Dopotutto era stata posizionata da un demone purosangue, ma effettivamente non ho mai provato a infrangerla. Le poche volte in cui ho tentato di farlo... mia madre ha cercato persino di farmi del male. E mi sono ripromessa che non avrei mai provocato quel suo lato violento: restava nervosa per molti giorni. Anche se negli ultimi anni gli episodi di rabbia erano diminuiti molto, le venivo spesso incontro nelle sue fantasie, le alimentavo così da riuscire a tenerla tranquilla. Anche se non era l'unico modo per riuscirci.-

Ma Gabriel non poté risponderle stavolta perché il rumore di un galoppo alle loro spalle lo fece scattare indietro col capo -Dobbiamo andare.- Si erano addentrati in quella foresta e, sebbene il mezzodemone fosse superiore a moltissime creature magiche terrestri, non poteva affatto dire lo stesso di quelle che occupavano la Dimensione Demoniaca.

I.  Quando l'Argento incontrò l'Oro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora