Tempo di Libertà

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-Buongiorno, padre-

Era su una gigantesca nuvola di soffice cotone verde pallido che Gabriel aveva raggiunto il genitore. Questi gli dava le spalle, mentre orientava con attenzione certosina una delle tante lenti di ingrandimento che, come dei grandi lecca lecca, erano conficcate a diversa altezza sui contorni di quella piattaforma nebulosa, immersa nel candido nulla della Dimensione Demoniaca. Erano numerose le aree come quella. Grazie alle lenti poi, i Demoni potevano andare alla ricerca di qualunque forma di vita presente sulla Terra, bastava orientarle come dei mirini e si potevano persino spiare i discorsi dei soggetti inquadrati.

-Buongiorno, figlio.-

Quella risposta intirizzì appena Gabriel. Non era mai stato additato in quel modo.

-Hai raggiunto il tuo scopo, così come mi avevi detto avresti fatto- osservò il genitore, che però non aveva ancora tolto gli occhi di dosso dalla lente su cui si era concentrato. Il Demone passava tutto il suo tempo libero lì sopra, ne era praticamente ossessionato.

-Sì, è così. Mi avevi fatto capire per chi parteggiavi e ho agito di conseguenza.-

Lì, sentì una mezza risata provenire dalla gola del padre: -Ma davvero? Vuoi forse dirmi che non ti sei sentito minimamente coinvolto e che ogni tua azione era finalizzata solo al mio soddisfacimento?-

-Ho trovato una moglie, questo non è dipeso dal tuo soddisfacimento.-

-Certo che no, come molte altre cose.-

Gabriel roteò gli occhi e tirò fuori un documento dalla tasca, si mosse verso l'unica poltrona presente e piazzò il foglio sul tavolino che la fronteggiava.

Il Demone, sentendo i movimenti alle sue spalle, decise a quel punto di voltarsi. I brillanti occhi verde mela osservavano con un guizzo di divertimento il giovane figlio -Non hai nulla da dire?-

-Avevi ragione, non sono poi così noiosi. Ho bisogno che mi firmi questi...-

-Sì, lo so. Mi ha incuriosito il tuo di comportamento, sai? Hai sempre manifestato il tuo disappunto nel mio hobby, eppure per il giovane Malfoy hai presto provato dell'empatia.-

-I Malfoy sono individui controversi. Delle vere spine nel fianco.- e il genitore piegò il capo di lato, stirando un ghigno divertito. Aveva una mascella virile e volitiva come quella del figlio, si assomigliavano molto. Gabriel, sentendosi esortato a proseguire, fece spallucce: -Ma a loro modo sono divertenti...- e l'altro annuì, osservandolo silenziosamente, abbassò poi lo sguardo sul foglio e, prima che potesse lasciare la sua firma, Gabriel decise di porgli una domanda. Quella sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrebbe visto.

-Sapevi che ero quello meno adatto a questo gioco, molti miei fratelli condividono con te questa folle passione per gli umani... e desiderano ardentemente compiacerti, cosa che tu adori, essendo immensamente vanesio. Perché hai comunque scelto me?-

L'altro osservò il foglio con attenzione, anche se non lo stava affatto leggendo. Rialzò gli occhi sul figlio e sentenziò: -Perché questo non era un gioco.-

E Gabriel corrucciò lo sguardo, non riuscendo a capire cosa volesse dirgli: -È sempre un gioco per voi Purosangue. Osservare gli umani è il vostro unico diletto, oltre al sesso.-

-Ti è sembrato di aver giocato, in questi anni?- gli chiese l'altro, di rimando e Gabriel assottigliò lo sguardo -Essere coinvolti è molto diverso che guardare ogni cosa da una lente!- e indicò una delle tante intorno a loro.

-Sei tu che hai deciso di affrontarlo in questo modo... è per questo che ho mandato te. Sapevo che l'avresti fatto.-

-Tu mi hai detto di farlo!-

I.  Quando l'Argento incontrò l'Oro.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora