|Tredicesimo capitolo|

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*il giorno dopo*

- perché devi fare così? Gli chiesi talmente arrabbiata che avrei potuto spaccare un tavolo.
- tu. sei. mia! Non di quello lì! Affermò lui.
- io, non sono di te, di lui e di nessun altro! Urlai esasperata.

Mi voltai e me ne andai incazzata nera, giuro se qualcuno mi avesse rivolto parola gli avrei sferrato un pugno.
Ed eccolo lì, Potter. Si stava avvicinando a me pericolosamente.
Appena arrivò di fronte a me cercò di dire qualcosa ma io gli tirai un pugno dritto in faccia.
Lo avevo detto io.
- è tutta colpa tua! Schifoso verme che non sei altro! Gli urlai contro.
- che cazzo ho fatto sta volta? Mi domandò anche lui arrabbiato, forse per il pugno, forse perché gli stavo urlando contro senza un motivo.
In realtà il motivo era più che buono...mi aveva fatto litigare con lui...Draco.
- cosa hai fatto? Tu, lurido, smettila di parlarmi, di guardarmi, di starmi vicino. Fai finta che io non esista! Lasciami stare una volta per tutte! Gli ordinai io.
- ma..
- e comincia a farlo da ora!

Andai in giardino, mi sedetti su una panchina in legno di abete.
Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi, ma senza successo.
Un rumore frastornante, provocato da un gruppo di ragazzini corvonero del secondo anno, mi disturbò.

Rimasi comunque seduta lì, senza guardare o parlare con nessuno.
Ad un certo punto cominciai a fissare un fiore azzurra, più precisamente una rosa.
Una rosa azzurra. Come gli occhi di Draco.
Poi guardai l'unico albero che c'era in giardino.
Quello era l'albero dove Draco si sedeva per prendere in giro i primini o altri studenti che facevano parte delle altre case.
Oh basta! Penso solo a lui.

D'un tratto qualcuno mi appoggiò le mani sugli occhi delicatamente.
Un tocco così leggero e soave, le mani erano fredde e due o tre anelli le accompagnavano.
Tolsi le mani cautamente da davanti gli occhi e lui le lasciò cadere avvolgendole intorno al mio collo in un abbraccio.

Mi voltai piano e lo vidi, in tutta al sua maestosità. Era davanti a me.
In piedi appoggiato alla panchina su cui io stavo seduta.

Mi sorrise.
Io ricambiai.

- scusa. Disse lui sedendosi affianco a me.
- perdonato. Risposi semplicemente. Ero ancora un po' arrabbiata, ma lui trovò il modo di fare passare quella rabbia.
- però sai che tu sei solo mia. Mi disse con un'aria ovvia.
- Draco... Lo ripresi dolcemente, con tutta la calma che avevo.
- ok, scusa. Ma che ci vuoi fare? Io sono così.

Dopo alcuni momenti di silenzio lui si distese sulla panchina con la testa appoggiata alle mie gambe.
Io cominciai ad accarezzargli i capelli biondo platino e lui stava giocando con un filo d'erba che aveva tra le dita.

Rimanemmo così le molto tempo, credo circa un'oretta.
Certe volte ci rivolgemmo degli sguardi sorridendo.
Mi sentivo al sicuro con lui, protetta da tutto e da tutti.
Sentivo che il mio cuore si riempiva di gioia quando lo vedevo, era una sensazione mai provata fino ad ora, ma non sapevo che cos'era.

Spazio autrice
Alloooora? Sto rendendo, su vostra richiesta, la storia più toxic, dato che le altre due erano "normali".
Pian piano succederanno tante cose...
Continuate a leggere mi raccomando.
Detto questo vi saluto ❤️

Sometimes  [Draco Malfoy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora