|Diciannovesimo capitolo|

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La festa era ormai cominciata da quasi un'ora.
Io dall'inizio della festa mi posizionai accanto al tavolo degli alcolici e alcune volte le mie amiche venivano a chiedermi di ballare con loro ma io rifiutai ogni volta, non avevo voglia di danzare o scatenarmi quella sera.
Avrei solo voluto ubriacarmi cercando di dimenticare il ragazzo che mi tormentava da circa una settimana.
Certe volte sapeva essere proprio insopportabile, quasi tossico.
Cercava di farmi ingelosire con le altre ragazze, ma io decisi di non provare più nessun tipo di rabbia o disgusto nei suoi confronti.
Avrei lasciato scivolare su di me la gelosia che provavo per lui precedentemente.

Non potevo continuare a desiderarlo in modo ossessionato, d'altronde ogni volta che provavo ad avvicinarmi a lui quest'ultimo mi scansava fingendosi disinteressato o disgustato quindi lo avrei ripagato con la stessa moneta.

Bene ecco il primo ragazzo della serata che si fa' avanti per chiedermi di ballare o conoscerci meglio fallendo miseramente.
Non sarei mai caduta ai piedi di un ragazzo sconosciuto di punto in bianco.
- hey bellissima, che fai qua tutta sola? Mi chiese cercando di iniziare un discorso, che però io interrompi subito bruscamente.
- bevo.
- ti va di ballare? Domandò d'improvviso.
- no. Risposi ancora un'altra volta in modo brusco cercando disperatamente di chiudere quel discorso che ormai stava diventando noioso e monotono. Lui  mi poneva una domanda io davo una risposta secca e senza alcun interesse.
Mi resi conto di essere molto diversa dalle altre ragazze che sarebbero cadute ai suoi piedi pur di farsi vedere con un ragazzo che ballava con loro.
Peccato per i ragazzi che io non ero così, nessuno sarebbe mai riuscito a conquistarmi con una semplice domanda o un'affermazione sul mio aspetto complimentandosi, per farmi innamorare ci vuole tempo, pazienza ed esperienza.
Non può il primo che passa chiedermi di uscire o di ballare ed aspettarsi che io accetti immediatamente perché sono una ragazza sola e apparentemente disperata.

Il ragazzo moro se ne andò sconfitto e deluso. Mentre quest'ultimo si allontanava ne apparve subito un altro che rifiutai come il primo e come quelli che si sarebbero fatti avanti nel corso della serata.
Secondo me avevano fatto una scommessa, chi riusciva ad invitarmi da qualche parte, qualsiasi parte avrebbe vinto.
Peccato che mandai tutti i loro piani in fumo.

Sentì una presenza dietro di me, ma non mi girai pensando fosse solo la mia immaginazione dato che avevo già bevuto un bel po', però non ero ubriaca. Dovete sapere che io reggevo molto bene l'alcol, infondo avevo bevuto solo dieci bicchierini di grappa, tre burrobirre e un calice di vino rosso, che volete che sia.

Ad un certo punto qualcuno mi abbracciò da dietro, era lui. Potevo giurarlo che si trattava di quel ragazzo che cercava di farmi perdere la testa per lui come faceva con le altre ragazza, quel ragazzo biondo platino, occhi azzurri ghiaccio e un ghigno sul suo volto, quello stesso ragazzo che mia vera fatta soffrire talmente tanto da volerlo prendere a pugni, ma non lo feci volevo anch'io divertirmi un po', come aveva fatto lui con me.

- hey piccola, cosa ti porta a stare qui da sola esonerata da tutti?
Aveva sempre qual sorrisino stampato sul viso che lo rendeva molto più interessante.

Appoggiò la testa sulla mia spalla e mi diede un paio di baci sul collo, io nel frattempo tenevo in mano un bicchiere con quella poca bevanda alcolica che mi era rimasta.
Continuavo a fissare un punto fisso davanti a me concentrandomi, però, sulla persona che si trovava alle mie spalle.

- l'alcol. Sai che ho un debole per gli alcolici. Risposi dopo alcuni istanti passati a fissare il punto.

- eccome se lo só, baby.  Affermò lui, con una convinzione di sapere ogni cosa di me incredibile.

In tutto questo lui mi stava avvolgendo la vita con le sue braccia come per proteggermi da qualcosa o qualcuno e continuava a darmi qualche bacio qua e là nella zona in cui appoggiò la sua testa.
Io inclinai un po' la testa continuando a concentrarmi sul punto impreciso di fronte a me.

- sembri turbata, c'è qualcosa che non va? Qualcuno che ti ha infastidita?
Mi chiese cominciando a fissare anche lui il punto che stavo fissando io sperando di trovare una risposta ma, per sua sorpresa, non riuscì a concludere niente.

- no, no. Apparte ogni ragazzo presente a questa festa che mi chiede di poter avere l'onore di ballare con lui, no. Risposi sarcastica ammiccando una risata che contagió anche lui, tanto da spingerlo a dire

- beh, cosa ci vuoi fare se sei incredibilmente bellissima. La perfezione fatta persona.

- oh, ma così mi lusinga signor Malfoy. A cosa devo tutta questa gentilezza? Sei ubriaco per caso?

- no, no. Tutt'altro sono perfettamente sobrio. Ho solo detto la verità, non si può neanche esprimere le proprie opinioni?

- sì, certo che puoi. Ma sei stranamente lusinghiero oggi.

La nostra conversazione finì lì, lui continuava a lasciarmi dei dolci e umidi baci lungo il collo formando scie di essi.
Io appoggiai le mie braccia alle sue tenendo sempre il bicchiere in mano, sorseggiando qualche volta da esso.

Era una serata tranquilla, stranamente piacevole.
La compagnia di Draco non mi aveva infastidita per niente, anzi mi fece piacere.

Sometimes  [Draco Malfoy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora