|ventisettesimo capitolo|

485 17 5
                                    

Corsi in camera di Bel, ero veramente preoccupato, anche se so che una gallina come Astoria non avrà potuto farle niente di che.

Bussai alla porta e lei rispose con un ammonimento.

- se sei Astoria vattene prima che tu cruci fino a farti morire!

- Bel, piccola sono io. Dai aprì, ti prego.
La supplicai continuando a picchiettare sulla porta.

Se non mi avrebbe aperto, di certo non l'avrei abbandonata in queste condizioni. Ovviamente avrei lanciato un 'alohomora' ma volevo che fosse lei a cercare di aprirmi.

Sentì la serratura scattare, in un attimo me la trovai di fronte a me, in tutta la sua bellezza. Era bellissima anche quando piange, ma un momento...stava piangendo?

Bel non è tipo da lacrime e pianti, anzi tutto il contrario. Beh certo scoprire la sua migliore amica da quasi 5 anni la odia non è proprio una bella notizia.

- hey baby che è successo lì dentro con la Greengrass?

- non voglio parlarne ora voglio solo un abbraccio, ti prego.

Io immediatamente aprì le braccia e lei ci si fiondò dentro, mi strinse forte aveva proprio bisogno di qualcuno che l'ascoltasse ed io lo avrei fatto molto volentieri.

~~~~~~~~~~~~~~~

Ci sedemmo sul letto, lei sulle mie gambe a cavalcioni su di me, non si staccava più dal abbraccio.

Aveva la testa poggiata sul incavo del mio collo, io le mie mani sulla sua schiena.

Potevo stare così per ore intere, però decisi di chiederle cosa fosse successo lì dentro alla stanza con quella gallina.

- hey, piccola White, puoi guardarmi?

Stranamente avevo un tono di voce dolce e pacato, non nervoso o acido. Con lei era tutto diverso, mi sentivo bene, a mio agio. Quando ero incazzato e lei anche solo mi salutava mi passava tutta l'arrabbiatura magicamente.

Lei alzò piano piano la testa e mi guardò negli occhi. Aveva le iridi di quel colore verde tendente all'azzurro, erano strabilianti. Però purtroppo erano più grigi del solito quindi era veramente triste.

- che c'è? Mi chiese.

Aveva un tono di voce debole, ricco di finezza e calma. Era...diversa. Quella non era la Helena che conoscevo io, no, quella era un'altra persona.

- piccola, che hai? Dimmelo, ti prego.

La supplicai di dirmelo ma ovviamente lei non cedette così facilmente come avrei potuto immaginare, quindi mi distesi sul letto e battei il palmo della mano contro il mio petto e lei ci si fiondò più veloce di un lampo.

Aveva una gamba avvolta alla mia vita e l'altra distesa accanto alle mie. Una sua mano mi accarezzava petto e con l'altra giocava con i miei capelli.

D'un tratto cominciò a raccontarmi quello che era accaduto poco fa' nella stanza dove sono entrate lei e la Greengrass.

- quando siamo entrate nella stanza ha cominciato a dirmi tutte le cose che non sopporta di me, anzi ha proprio detto che non mi sopporta. Non sopporta che sia circondata di ragazzi che a lei piacciono o ne è innamorata, non sopporta vedere me e te così tanto tempo insieme, ha detto che sembrano due fidanzatini innamorati, non sopporta quando io entro d'un tratto e mi siedo sulle tue gambe come se niente fosse. Dice che quando lo faccio lei stringe le mani così tanti da far entrare le unghie nel palmo della mano, dato che era innamorata di te. Ha cercato di dimenticarti provando a stare più vicina a Theodore o ad altri ragazzi che non fossi tu ma non ha funzionato. Poi mi ha accusato del fatto che le rubo i ragazzi di cui è innamorata, ma questo succede, ha detto lei, perché ho un fisico perfetto, ho un carattere sia dolce che da stronza. Per un secondo ha pensato di essere lei l'errore ma poi ha detto tutto il contrario, ha detto che io sono l'errore che ha commesso mia madre sedici anni fa' mettendomi al mondo. Ha detto che mi odia e mi odierà per sempre per tutto quello che le ho fatto.
Io allora non ci vedevo più dalla rabbia e uscì dalla stanza per poi venire qui, in dormitorio.

La strinsi forte a me, come se sa un momento all'altro potesse scappare per sempre, le posai un delicato bacio sulla testa in mezzo ai capelli e rimanemmo così per un tempo indeterminato, un'ora forse anche due finché non ci addormentammo.

~~~~~~~~~~~~~~~~~

La mattina seguente mi ritrovai abbracciata a Draco, con una mia gamba che gli avvolgeva la vita.

Forse Astoria aveva ragione, forse siamo molto intimi, ma a noi va bene così quindi non c'era motivo di prendersela tanto sul personale.

Ho deciso comunque di dimenticare la notte scorsa, non fraintendetemi, non perdonerò Astoria ma farò semplicemente finta che non esista.
E poi lei dovrà partire per la Francia no?

Ero ancora vestita come ieri sera, oggi era sabato e quindi non c'erano le lezioni.
Avevamo tutto il giorno a disposizione per noi, adoravo il sabato perché poi potevamo andare a dormire tardi dato che il giorno seguente sarebbe stato domenica.

- Draco, ehy furetto... svegliati.
Gli diedi un bacio sulla guancia e cominciai a fargli i grattini sul braccio sinistro.

- mhh.. mugugnò qualcosa di palesemente incomprensibile.

- dai, su svegliati. Lo incoraggia io continuando nel mio intento a svegliarlo accarezzandogli il braccio.

- mhh.. buongiorno principessa. Dormito bene tra le mie braccia?
Finì la frase con una risata leggera.

La sua voce era così bella, anzi potrei benissimo definirla sexy. Adoravo quando Draco mi parlava di prima mattina, la sua voce anziché farmi innervosire, come facevano tutte le altre mi calmava in un modo inspiegabile.

- sì, sei così comodo.

- mi fa molto piacere, ma che ore sono, che giorno è?

- allora sono le otto del mattino ed è sabato.

- perché mi hai svegliato così presto? La colazione inizia alle
nove il sabato.

- ah quindi non ti fa piacere stare con me? Ok, allora torna a dormire io me ne vado..ciaooo

Mentre lo salutavo mi prese per il braccio e mi tirò facendomi finire sopra di lui.

Dopo alcuni secondi di evidente imbarazzo però solo da parte mia lui mi disse

- non provare di nuovo ad andartene, certo che mi fa' piacere stare con te.

Io annuì contenta e mi alzai da lui per andare a cambiarmi.

- dai perché non rimani qui, ti cambierai dopo...e poi quella gonna ti sta da Dio.

- ha ha simpatico, comunque dovrò pur cambiarmi prima o poi per andare in Sala Grande a fare colazione.

- si ma meglio poi che prima. Aggiunse una risata alla fine e io lo copiai.

Era vero sembravamo quasi una coppia per il modo in cui parlavamo tra di noi, ma non sarebbe mai successo.
Io e Draco, mai.

Non durerebbe neanche un giorno.

Sometimes  [Draco Malfoy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora