Capitolo 45

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Rimango col dito appoggiato sulle labbra di Camilla a lungo trasportato da intense emozioni provocate da quel meraviglioso contatto. Nel frattempo mi giro e dal vetro vedo mamma che sorride stringendo in mano il suo fazzoletto perché delle lacrime di gioia discrete le solcano il volto. Mi fa cenno che ha avvertito il medico. Infatti poco dopo arriva in camera di Camilla.  Lei mi guarda smarrita ma non dice una parola. La conosco e so quanto poco le piaccia essere toccata. Le stringo la mano ma il dottore mi chiede gentilmente se posso uscire. Bacio la mano di lei e le sussurro che aspetterò qua fuori. Fa un piccolo cenno col capo e spero solo che il medico faccia presto a visitarla. Esce quasi venti minuti dopo, tempo che a me è sembrato interminabile e mi chiede che legame ho. " Sono il compagno" - mi affrettò a dire. Così il medico mi spiega che Camilla e parecchio debilitata, che loro hanno fatto il possibile ma ora è lei che deve decidere di nutrisi adeguatamente.
L: Sono preoccupato- mi affrettò a dire cominciando a raccontare a grandi linee la storia di Camilla
D: Lei deve starle molto vicino e avere pazienza. Disporro' per domani un controllo ginecologico per vedere se tutto si è risolto e i punti riassorbiti.
L: Grazie dottore. Posso restare con lei sta notte
D: In realtà sarebbe vietato, ma visto che è lei.... beh faremo un'eccezione...
L: Grazie infinite!
D: Fra un poco porteranno la cena... si assicuri che qualcosa mangi
L: Ci proverò- gli rispondo mentre lui mi stringe la mano salutandomi.
Mamma sta parlando con Camilla, la accarezza, è così pallida. Entro anche io e scherzosamente dico se posso unirmi alla conversazione o se sono ammesse solo donne. Entrambe sorridono così mi siedo sul letto. Ho la netta sensazione che Camilla non riesca a guardarmi negli occhi e questo mi crea molto disagio.  Credo che mamma se ne accorga, come fa a capire così al volo le cose ancora nono ho capito, e annuncia che sarebbe tornata a casa perché un po' stanca. Bacia Camilla sulla guancia con la stessa dolcezza che usava con noi quando eravamo piccoli e ci lascia da soli.
Il silenzio si diffonde per la stanza per interminabili minuti poi lei sussurra
C:Mi dispiace molto.
L: Dispiace anche a me Camilla ma ora ho capito, ho capito tante cose. Però ora riposa parleremo domani te lo prometto.
Poco dopo entrano le infermiere con la cena. Camilla fa un espressione quasi terrorizzata e comincia a dire loro che ha ancora la canula per l'alimentazione artificiale che non ha bisogno di assumere altre calorie. Loro le rispondono che deve pian piano abituarsi a mangiare qualcosa lasciano il vassoio e se ne vanno.
C: Se hai dame serviti pure... non credo sia invitante ma qualcosa è
L: Ascolta Camilla non so se ti rendi conto di quello che hai rischiato... Ti starò vicino Camilla faremo piccoli passi insieme. Io ci metterò tutto me stesso ma ti chiedo di fare lo stesso tu. Voglio stare con te, voglio vivere con te, vedo te nel mio futuro. La serenità dipende da noi.
C: Ci proverò! Esclama lasciandomi piacevolmente sorpreso
E finalmente ci abbracciamo. Un abbraccio lungo intenso che vale più di mille parole.
E finalmente mangia.
È mattina io ho dormito accanto a lei e neanche per un secondo ho lasciato la sua mano. Veniamo svegliati da un portantino che dice che deve portare Camilla alla visita ginecologica. Lei mi fulmina con lo sguardo.
L: Andra tutto bene- le dico lasciando la sua mano - ti aspetto qui
Quasi un'ora dopo è di ritorno. Sembra serena e mi dice che è tutto ok. Io tiro un sospiro di sollievo e le bacio la fronte.
C: Io devo chiederti scusa Lino. Sono stata intrattabile e tu sei ancora qui e ti prendi cura di me.
L: Camilla io ti..
C: Aspetta lasciami finire. Il punto e che io non mi sento alla tua altezza, questo mi rende fragile ed insicura ed è  per questo che poi combino casini con te.
L: Camilla una volta eri così brava a trattarmi da persona normale ad amarmi per quello che sono e non per quello che faccio. Lasciamo il mio lavoro fuori dalla nostra vita se questo è un problema.
Ma sono io che devo chiederti scusa.
Vedo lei che si irrigidisce
L: Tranquolla non c'entra nessuna altra donna. Mi hanno aggredito. Una notte mentre passeggiavo. Mi hanno bloccato a terra per rubarmi dei soldi. Solo allora ho capito veramente cosa devi aver provato e a volte ho sminuito spronandoti a dimenticare.- le dico mentre le ascugo con una carezza le guance bagnate dalle lacrime.
Ripartiamo da qui Camilla. Ti amo, prendiamoci per mano e camminiamo insieme senza lasciarci più.
Lei non dice una parola mi fissa intensamente poi mi prende il viso tre le mani e poggia leggermente le sue labbra alle mie facendo scaturire il bacio più bello e più dolce di tutta la mia vita.

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