Capitolo 22

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Sono sdraiato spossato per tutto l'accaduto sul divano. Camilla è accanto a me e mi tiene una busta di patate congelate sull'occhio per evitare che l'ematoma si estenda troppo. La guardo e mi sento impotente, vorrei cancellare gli ultimi due giorni  ma non è possibile. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociano ma non parla, non mi parla! Si limita a rispondere alle mie domande, che le pongo con l'intento di intavolare un discorso, a monosillabi.
Mi metto seduto, prendo nella mia la sua mano che regge una busta di patate ormai scongelate e le dico:
L: Camilla ti prego parlami!
C: Sono confusa Lino. Il tuo comportamento mi ha delusa, ferita, mi ha fatta sentire un'altra volta inadeguata
L: Ti prego credimi tu sei tutt'altro che inadeguata. Camilla tu mi hai fatto provare delle emozioni, dei brividi con solo dei tocchi leggere e questo perché venivano da te lo capisci?
C: Devo ammettere però che quello che hai fatto oggi mi ha dimostrato quanto ci tieni a me. Ho visto com'eri preoccupato, come sperravi la mandibola mentre parlavi con Rossi cercando di non perdere la calma. E mi hai protetta da lontano tutta la mattina. E di questo ti sono grata.
L: Guardami Camilla, guardami negli occhi visto che mi leggi così bene: perdonami ho fatto una cazzata ma io ti amo. Lo capisci quanto sei preziosa per me?
Lei non smette di fissarmi, più di una volta ho avuto la percezione che stesse per iniziare a parlare ma non lo ha fatto e dopo attimi lunghissimi finalmente mi abbraccia e io piano piano mi lascio andare al suo contatto, dopo due giorni riesco almeno un po' a rilassarmi e la stringo forte anche io. Ho una voglia irrefrenabile di baciarla, spogliarla, accarezzarla ma ho anche una paura tremenda che lei mi allontani di nuovo che mi respinga e che mi dica ancora una volta che non si fida più di me. Ho paura di rovinare questo momento che sembra dirci che apparteniamo l'uno all'altra.
C: So che sono una persona piena di problemi, sono consapevole che, nonostante tutto ho ancora i miei blocchi e certo non mi si può definire saxy. Ti amo Lino ed amare una persona vuol dire anche  lasciarla libera. Io ti ringrazio dal profondo del cuore per tutto ciò che hai fatto per me, ti sono immensamente grata per questo ma non posso tenerti legato a me. Io non ho da offrirti altro che me, una ragazzina tutta ossa, nessuna curva, impacciata e piena di blocchi psicologici. Tu puoi puntare molto ma molto più in alto. 
Io rimango gelato da queste parole, quasi non ho la forza di rispondere.... se sapesse a cosa stavo pensando proprio prima che parlasse...
L: Camilla davvero pensi questo???? O è solo un modo per proteggerti e farmi sentire ancora peggio, se possibile, di come sto?
C: Sono convinta di ogni parola che ho detto.
L: Cosa posso fare per convincerti che ti sbagli? Ascoltami bene- le dico prendendole il viso tra le mani e guardandola dritta negli occhi-... Non mi mancano le occasioni Camilla. Ma da quando ti ho conosciuta, nonostante parecchie volte tu mi abbia fatto eccitare come mai nessuna prima anche solo con piccoli gesti, e poi giustamente e con tutte le ragioni ci siamo sempre fermati ad un certo punto, io avevo forte la convinzione di aspettarti a tal punto che non ho mai concluso nulla nemmeno da solo. Perdonami se ti parlo con tutta questa franchezza, ma voglio solo tu capisca quanto per me era importante arrivarci insieme. Sono stato un coglione, ho bevuto e per alcuni momenti ho perso lucidità  ma credimi ti prego che io voglio solo te Camilla. Perdonami. Davvero ma non so più come dirtelo.
Mi sento svuotato, triste e disperato perché non so se le mie parole basteranno a farle capire quello che ho dentro lei mi guarda intensamente scrutandomi dentro come solo lei sa fare. Mi accarezza delicatamente il sopracciglio col cerotto e finalmente le sue labbra si posano dolcemente sulle mie facendomi sussultare. Lei se ne accorge e sorride. Si, finalmente sorride.

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