Capitolo 27

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Sono stati giorni difficili. Camilla ha di nuovo smesso di mangiare, di spogliarsi davanti a me, di sorridere e di recitare. Il velo di tristezza è tornato ad abitare i suoi meravigliosi occhi blu, piange spesso e si fa la doccia in continuazione tanto che la sua pelle comincia a screpolarsi. Avrei bisogno di parlare con mio fratello ma sono sempre con lei e non mi sembra il caso di farla assistere alla telefonata. Non so davvero come prenderla sono tre giorni che non tocca cibo e domani dobbiamo partire per Trieste. Forse anche questo le mette un po' di ansia. 
L: Cami dai, dimmi, che ti andrebbe di mangiare per cena? Ordino un paio di pizze? Cosi non dobbiamo ripulire la cucina visto che dobbiamo ancora preparare le valige per domani...
C: Ordinala pure per te grazie io mi faccio la mia tisana rilassante.
Così mi siedo vicino a lei, le prendo le mani, lei si irrigidisce ma io non gliele lascio. Mi sembra di rivivere tutto dall'inizio ma questa volta è molto peggio perché ho la consapevolezza del motivo del suo comportamento che pesa sul mio cuore come un macigno.
L: Ascolta amore mio.... non puoi nutrirti solo di tisane. Hai bisogno di sostanza devi mangiare qualcosa non ingurgitare solo acqua calda.
C: Ho ancora lo stomaco chiuso
L: Lo capisco ma se continui a non mangiare ti si chiuderà ancora di più- le dico accarezzandole le mani- dimmi che intenzioni hai Camilla?
C: Vorrei solo scompareire- mi dice singhiozzando
Sento montare tanta rabbia dentro a queste parole: da un lato vorrei prendere quel verme schifodo a pugni per sfogarmi, dall'altra vorrei squotere lei e dirle che deve reagire ma sicuramente non sarebbe la strategia migliore.
L: Senti allora facciamo così io vado a comprare le pizze. Ti prendo un Margherita baby e ne mangi solo un pochino. Il resto lo mangio io che sto morendo di fame.
Piega le labbra in un piccolo sorriso e ormai capisco che è  il suo modo per dirmi di si.
Prendo le chiavi della macchina ed esco. Arrivo in pizzeria ordino le pizze da asporto e chiamo immediatamente Giorgio.
G: Ehi ciao Lino.
L: Ciao Gio.... come stai?
G: Io bene grazie. Invece tu... so già tutto. Me lo ha detto mamma era davvero provata e preoccupata per entrambi. Mi dispiace  da morire per quello che è successo.
L: Si ma io non so più che fare Gio. Non mangia, non ride e continua a farsi docce. Ha la pelle rovinata ormai...
G: È difficile darti consigli a distanza fratello perché la psicologia non è una scienza esatta, decidiamo quale strategia usare in base alle reazioni dei pazienti
L: Si da il caso- dico urlando- che Camilla non è  una paziente ma la mia ragazza ti e chiaro??????
G: L'unica cosa che mi è chiara è che tu sei un tantino teso per usare un eufemismo. Devi rilassarti Lino. Capisco la gravità della situazione ma tu devi avere il sangue freddo di gestirla questa situazione e non fartela sfuggire di mano. Credimi che se vai avanti cosi scoppierai anche davanti a lei e sicuramente questa è la cosa peggiore che potresti fare. Poi ricordati che devi avere anche la testa per poter lavorare.
L: Su dai chi se ne frega del lavoro in questo momento!!!
G:Lino ma ti senti???? Ti rendi conto che tu non avresti mai e poi mai detto una cosa simile???? Ti prego torna in te!!!!!! Anche perché se per caso lavorando poi le cose non ti vengono come vorresti tu, sarebbe difficile non buttare, anche inconsapevolmente, la colpa su Camilla e questo credimi non gioverebbe a nessuno. Perciò ora calmati e ricomponiti per favore.
L: Scusa davvero Gio ma sono tremendamente preoccupato è da quel giorno che non tocca cibo.
G Ok allora prova così. Tu devi pensare prima a te,non per egoismo, intendiamoci, ma perché se non sei centrato tu non puoi aiutare nessuno. Non mangia, non insistere ma falle capire che per lei ci sei e che ti dispiace molto vedere che non reagisce ma tu non hai i mezzi per obbligarla a fare niente. Di questo sii consapevole: puoi stare vicino ad una persona in difficolta, puoi consigliarla ma non potrai mai e poi mai costringerla a fare qualcosa che non vuole.
L: Ok seguirò il tuo consiglio ma mi fa terribilmente male vederla così.
G: Lino io questo lo capisco ma non e forzandola a mangiare o a sorridere o a non lavarsi che risolveresti qualcosa deve arrivarci lei. Tantomeno a ridurti tu un automa. Tu devi essere forte e posato e non perdere mai di vista i tuoi obiettivi. Solo così c'è speranza che pian piano le cose vadano migliorando.
L: Grazie fratellino! Terrò a mente le tue parole.  Ora vado, le pizze sono pronte....
G: Ciao e se hai bisogno chiama io ci sono.

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