Incubi

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Le lezioni erano iniziate già da qualche settimana nella scuola di Hogwarts.
Alla fine Harry, convinto da Remus e da Hermione, partecipava anche se controvoglia, alle lezioni del nuovo professore.
Harry entro in aula traballante.
Era giorni che la notte aveva continui incubi , che tormentavano i suoi sogni e non lo lasciavano in pace.
Sognava la morte del professor Piton, in fatto che non era riuscito a salvarlo, che era rimasto lì a non fare niente mentre Voldemort gli lacerava il collo per poi farlo attaccate dal Nagini.
Si maledì per non essere intervenuto e quel rimorso lo tormentava continuamente.
"Harry, mi sembri stanco" gli disse Hermione
"Herm, io... Non credo di-..."
Harry cadde a terra stordito e privo di sensi.
"HARRY, HARRY, SVEGLIATI  HARRY" urlava Hermione mentre gli alzò la testa e se la poggiava sulle gambe
"Oh cielo, PRESTO CHIAMATE LA MEDIMAGO DELLA SCUOLA" ordino a qualche tassorosso vicino la porta.
"Hermione" il prof si rivolse alla studentessa "portiamolo in infermeria"
Hermione annui lasciando che Ron e il prof di pozioni prendessero Harry e lo trascinassero di peso su un lettino dell'infermeria.
Madame Chips arrivo di fretta e furia, iniziando a controllare il ragazzo per poi sospirare si sollievo qualche minuto dopo.
"Menomale" disse sollevata
"Cosa? Che succede?" Chiese Hermione
"Non c'è da preoccuparsi, non è niente di grave, è solo svenuto per la stanchezza. Guardate che occhiaie. Era solo stanco" spiegò
"Grazie al cielo" disse Hermione
"Per Merlino, mi sono spaventato" disse Ron
"Aspettiamo che si svegli, poi potrete parlargli , ora tornate in classe" disse Madame Chips e tutti uscirono tornando nell'aula.
Dopo qualche giorno Harry si svegliò di colpo, con in fiatone e la paura negli occhi.
"Harry" disse Madame Chips avvicinandosi a lui
"Cos- dove sono?" Chiese il ragazzo
"Sei rimasto qui per 3 giorni dopo essere svenuto nell'aula di posizioni. Sei stanco Harry. Da quanto non dormi?"
"Una settimana, forse più" Madame Chips stava per rispondere ma Molly Weasley entro nella stanza accompagna dalla famiglia Weasley al completo.
"Harry, caro, come ti senti?"
Chiede la donna preoccupata
"Bene Molly , grazie" rispose Harry cercando di trattenere le lacrime.
"Ragazzi, uscite un secondo perfavore, lasciatevi soli" disse Molly capendo il disagio del ragazzo.
"Ma perché mamma, noi-" provo a ribattere Ron ma Molly non diede altra alternativa e cacciò tutti via per poi sedersi di nuovo vicino  ad Harry.
"Harry, caro, che succede? Sembri di essere sul punto di piangere
Harry guardo negli occhi la donna per poi scoppiare in un mare di lacrime.
"Oh tesoro" disse Molly abbracciando il suo amato Harry
"È tutta colpa mia Molly, ...se Piton... è morto... è colpa mia" disse tra un singhiozzo e l'altro.
"Non dormo perché continuo a sognare al sua morte, ancora e ancora. E tutte le volte io sono lì impalato che non faccio niente. Non ho fatto niente, sono un codardo" aggiunse in fine
"È per questo che stai così piccolino? Ti senti in colpa per il professor Piton ?"
Harry annui leggermente
"È colpa mia, non ho fatto nulla mentre Voldemort e Nagini lo colpivano."
"Non è colpa tua Harry, Piton sapeva a cosa sarebbe andato in contro, è  anche questo che fa di lui un eroe" disse Molly cercando di rassicurarlo. "Lui era un uomo tutto d'un pezzo, freddo, riflessivo. Non era sentimentale o affettuoso anche se provava in grande amore per questa scuola, e affetto , a modo suo, per i suoi studenti. Non gli piacerebbe vederti così" aggiunse.
Harry sorrise a quelle parole.
Molly aveva ragione, Severus Piton odiava i deboli e i molli.
Odiava i pigri , gli arroganti , i presuntuosi, e lui non voleva deluderlo, non di nuovo.
Voleva ripagarlo per quello che aveva fatto per lui.
"Grazie Molly, renderò Severus orgoglio di me" disse il giovane mago.
Quel discorso con Molly gli aveva fatto bene, lo aveva spinto ad avere speranza, però non del tutto.
Severus era ancora assente nelle sua vita, e questo non poteva cambiarlo...

23:30

Harry si trovava nell'aula di pozioni, seduto al suo banco, dove di solito si sedeva quando aveva lezione con Piton, e guardava la cattedra.
Due lacrime silenziose solcarono il suo volto.
Immerso nei suoi pensieri sobbalzò quando senti la porta aprirsi e veder entrare da essa la McGrannit.
"Potter, cosa fai qui?" Chiese
"Non riesco a dormire professoressa" confessò
"Comunque non dovresti stare fuori dai tuoi alloggi, lo sai" disse la preside anche se il suo tono non suonava come un riproverò, ma come un consiglio amichevole.
"La fama non è tutto" disse in giovane mago "fu la prima cosa che mi disse, ~la fama non è tutto~, io ero convinto di voler essere come mio padre, poi ho conosciuto Severus, ho visto i suoi ricordi, e la mia opinione è cambiata, e ho capito perché mi odiava, ma aveva uno strano affetto per me, perché il mio carattere è di mia madre, perché io sono il figlio di Lily, la donna che lui amava. Mi ha salvato tante volte, così tante e molte io non le ho viste. Sono così stupido"
Davanti a quelle parole la nuova preside rimase in silenzio, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo che continuava a piangere in silenzio
"Volevi molto bene al professor Piton"
"Tanto, anche se non me sono mai reso conto..." Dopo di che ad Harry scappo un sorriso.
"Mh? Che ridi?" Chiese la donna di fianco a lui
"Mi sono ricordato la prima lezione di pozioni. Mi domandò cosa ottenersi se mischiassi una radice di Asfodelo in polvere in un infuso di Artimisia... Dove dovesse guardare se mi avesse chiesto un besoar ... E ... Quale fosse la differenza tra Acconito e Lupparia..., Io gli risposi che non lo sapevo lui mi rispose <<peccato, è chiaro che, la fama non è tutto>> fu lì che mi disse quella frase. Io gli risposi in modo sfacciato, dicendo: <<è chiaro che Hermione lo sa, è un peccato non chiederglielo>> li devo essergli sembrato molto mio padre, deve avermi odiato molto."
"Credo sia ora di andare a dormire, signor Potter" insistette la McGrannit.
"Si, vado, che io sia qui o in camera mia non dormirei comunque, tanto vale non dare fastidio" disse il giovane mago tristemente, per poi ritirarsi nei suoi alloggi.
Si  sedette sul davanzale della finestra, a guardare l'oscurità del cielo, e la luna, unica forte luminosa.
"Severus" sussurrò "Severus... Severus..." Ripeteva " Severus.... Severus.... Severus...." Continuò fino ad addormentarsi.



-angolo Autrice-

° IG: giulia.trivellini ° 

Dopo tutto questo tempo?... Sempre! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora