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Jeno non sapeva quanto fossero noiose le riunioni del Consiglio fino a quando non dovette presentarsi ad una. La prima cosa che fece fu prendere una pila di carte su cui avrebbero discusso e votato, e se Jeno lo avesse ritenuto opportuno, avrebbe rivisto il documento e presentato la prossima riunione, che era la settimana dopo.

Con il primo documento Jeno era completamente d'accordo, il quale abrogava la legge della frivolezza che suo padre aveva approvato. Passò all'unanimità.

Ma mentre si trascinava verso questioni più complesse, il mucchio di conti da rivedere di Jeno crebbe e crebbe.

"Pausa per un'ora." Disse Jungsoo e tutti si alzarono, parlando tra loro. Jeno stava parlando con Taeyong quando un servitore senza fiato gli si avvicinò, praticamente in lacrime.

"Gli ho detto di non farlo Vostra Maestà, ma è spaventoso! Mi ha detto di andare a fanculo!"

"Che cosa?" Chiese Jeno, confuso. "Chi?"

"Il Principe Renjun!"

"Portami da lui." Sospirò Jeno, e seguì il servitore nella sua vecchia camera, nella quale solo Renjun dormiva. Arrivò in ufficio prima di vedere cosa stava succedendo e sospirò.

"Questo va bene." Disse al servitore, il quale annuì. "Lascialo fare come vuole. Non è punibile."

"Certamente, Vostra Maestà." Disse il servo, inchinandosi e uscendo dalla stanza, quasi inciampando giù per le scale.

Jeno alzò lo sguardo e vide Renjun penzolare dal soffitto, sottosopra con un pennello in una mano e una tavolozza nell'altra, che dipingeva meticolosamente i dettagli delle scaglie del drago. "Cosa stai facendo Renjun?" Chiese Jeno e Renjun lo schernì.

"Cosa ti sembra, Vostra Maestà?"

"Jeno. Solo Jeno, per favore. O Nono."

"Va bene Jeno, cosa ti sembra?" Renjun si piegò in modo da sedersi sul panno, fissando Jeno. "Inoltre, sai quanto è stato difficile trovare la vernice in questo regno? Ho dovuto fare alcuni di questi pigmenti da solo. Il che non è una novità, ma pensavo che avessero almeno vernice bianca, o base di vernice."

"Cambierà presto." Disse Jeno. "Puoi scendere?"

"No." Renjun si comportava così da quando la sua famiglia se n'era andata una settimana prima, lunatico e poco collaborativo. Certo, Jaemin era uguale, i due separati. Ma almeno Jaemin stava parlando con Jeno, comunicando i suoi sentimenti e il motivo per cui si era scagliato contro il più vecchio. Renjun semplicemente non lo faceva.

"Non voglio che ti faccia male."

"Non succederà."

"Intendo in ogni modo Renjun." Disse Jeno, e Renjun lo guardò. "So che stai lottando, ma voglio aiutarti."

"Posso dipingere?"

"Solo se vai qui alle 16:00." Jeno sollevò un foglio, poi lo mise giù, e Renjun si accigliò. "Altrimenti non sarà piacevole."

"Come mai?"

"Ti farò fare esercizio."

Jeno non aveva mai visto nessuno muoversi più velocemente di Renjun per un pezzo di carta come in quel caso.

♛♔♛

Chenle era terribilmente arrabbiato, la bocca serrata e gli occhi socchiusi. Nessuna traccia di allegria era presente sul viso del ragazzo, e la servitù si allontanò rapidamente, voltando le spalle per non incrociare il suo sguardo.

Perché se lo avessero fatto, sarebbero scoppiati in una risata incontrollabile al fatto che avesse un monocolo gigante e dei baffi disegnati sul viso con un pennarello indelebile, per gentile concessione di un certo Park Jisung.

Vide un particolare ragazzo dai capelli castani fuggire e iniziò a corrergli dietro. "Pwark Jisung!" Chiamò, le sue parole inciamparono un po' mentre passava dal borbottare imprecazioni in Lelenese a Eyaekhanese.

"Non sono in casa!" Gridò di rimando Jisung, infilandosi i calzini prima di saltare e scivolare giù per la ringhiera delle scale. Chenle si accigliò, afferrò uno scudo dal muro e prontamente scivolò giù per le scale, precipitando e correndo dietro a Jisung, che stava ancora correndo -beh, scivolando.

"Jisung!"

"No!"

"Dannazione, lascia che ti baci!" Jisung rallentò, voltandosi, e Chenle lo affrontò, sorridendo. "Ti ho preso!" Si mise a cavalcioni sul compagno, tirando fuori un pennarello e facendolo dimenare e gridare. Chenle sorrise maliziosamente e inchiodò le mani di Jisung sopra la sua testa, l'altra mano che reggeva il pennarello e cominciava a disegnare sul viso di Jisung.

Quest'ultimo smise di lottare, rendendosi conto della posizione in cui si trovavano, mentre Chenle gli disegnava felicemente sul viso. "E fatto!"

"Hai disegnato un pulcino sulla mia faccia?" Chiese Jisung, e Chenle annuì con orgoglio. "Sei letteralmente la cosa più carina di sempre." Chenle arrossì e fece il broncio, facendo strillare Jisung nella propria mente. "Non mi stancherò mai di te."

"'Sungie." Piagnucolò Chenle, collassando in modo che il suo corpo schiacciasse quello di Jisung. "Fermati."

"Smettere di amarti? Mai."

Chenle diventò rosso e per far tacere Jisung decise di far scontrare le loro labbra, facendo in modo che il più giovane avvolgesse quasi istintivamente le sue braccia intorno al compagno e lo tirasse più vicino a se, Chenle che sorrideva durante il bacio. Quando si allontanarono, Chenle ridacchiò, rannicchiandosi sul collo di Jisung.

"Possiamo muoverci?"

"No."

♛♔♛

Yongsun aggrottò la fronte, guardando i fogli, macchiati di lacrime. "Sun?" Chiese Yixing, entrando per vedere sua moglie stressata. "Andiamo." Si alzò e lo abbracciò, sospirando. "Come va?"

"È terribile." Yongsun fece il broncio, e Yixing sorrise, stringendole il naso tra le dita.

"Dimmi cosa sappiamo di loro."

Yongsun sospirò, afferrando le sue carte e alzandosi gli occhiali sulla fronte. "Il nome è confermato. La spia che abbiamo catturato ha confermato il nome del gruppo di cui faceva parte prima di uccidersi. Il suo cognome era Park, un cittadino di Aikavia. Era qui come servitore, e non sono sicura di cosa ne fosse uscito fuori da loro." Yixing annuì aspettando che Yongsun continuasse.

"Ma il nome del gruppo è il più importante."

"Qual'è?"

"Bangtan Sonyeondan. Un'agenzia che mira a sconfiggere i Quattro Regni."

♛♔♛

Cosa ne pensate di questa novità?
Ve lo aspettavate l'arrivo dei Bangtan?
Secondo voi che ruolo avranno nella storia?

The Crown Prince {ita}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora