38. Vendetta

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Sospettavo che i genitori di Sakura trovassero il modo di mettere a tacere le cose sulla figlia. Hanno fatto in modo di far ricadere tutte le accuse su Kiminaro, che sarà l'unico ad essere processato.
Naruto, da quando siamo entrati in classe, la guarda come se stesse aspettando il momento più opportuno per staccarle la testa. E Gaara ogni ora si affaccia alla nostra classe per controllare che il suo amico non faccia cazzate.
I nostri compagni si stanno facendo mille domande su cosa sia successo perché l'odio del mio ragazzo nei confronti della rosa aumentasse così a dismisura da un giorno all'altro.
Nulla verrà a galla tanto, noi non ne parliamo e lei si vergogna troppo per ammettere cosa ha fatto. Non ha confidato nulla nemmeno ad Ino, quale sa tutto di lei.

Ho poi capito come ho fatto ad essere tanto forte da non farmi scalfire emotivamente dallo stupro, è la vicinanza di Naruto che mi da coraggio di affrontare tutto. Mi fa sentire protetto ed anche più sicuro di me stesso.
E poi se non ho più paura di lui figuriamoci degli altri.
In più Kiminaro è stato meschino come pochi a bloccarmi in quel modo da codardi. Naruto almeno, quando mi picchiava, non si è mai abbassato a tale livello, ho sempre avuto occasione di tentare di difendermi sebbene non l'abbia mai sfruttata per la paura che provavo allora.
Sono proprio curioso di sapere cosa gli hanno fatto gli amici di Gaara, spero lo abbiano distrutto.

Naruto: Poteva almeno degnarsi di farsi cambiare di classe.

Sasuke: Desterebbe troppi sospetti, ignorala.

Naruto: Ma qualcosa bisogna farla, non può passarla liscia.

Sasuke: Tra te e Gaara è già terrorizzata abbastanza, non serve altro.

Naruto: La stai difendendo ora?!

Sasuke: Neanche per sogno!

Naruto: Sarà...ma per me è è troppo poco.

Sasuke: E cosa vorresti fare?

Naruto: Lo vedrai.

La sua perfida espressione non promette nulla di buono, è la stessa che rivolgeva a me un tempo e che fa venire i brividi solo guardandolo.
Quando arriva la pausa Gaara entra nella nostra classe, ci raggiunge ai banchi e Naruto gli espone subito il suo piano.
Resto sconcertato da ciò che sento, non è nulla di rischioso grazie al cielo ma è comunque malefico. Rivela davvero il suo carattere da demonio.
Gaara, dal lato suo, si mostra orgoglioso come un maestro con il suo allievo. È pienamente d'accordo e propone di iniziare subito.

Colui che dovrà mettere tutto in atto sarò io essendo, tra noi tre, il più bravo a camuffare la calligrafia.
Non si tratta di lettere minatorie, minacce o quant'altro, ma solo di farla innamorare di un ragazzo inesistente.
Per riuscirci sarà Naruto, con il suo savoir-faire, a dettare ogni frase, e Gaara ha il compito di consegnare i biglietti poiché più esperto nel non farsi scoprire.

Naruto: Dovremmo iniziare un po' sul banale, poi ci muoveremo in base alle sue reazioni.

Gaara: Si va di frasi smielate?

Sasuke: Mi viene da vomitare solo a pensare di scrivergliele.

Naruto: Tu pensa che le stai scrivendo per me.

Sasuke: Ok, dimmi con cosa iniziamo.

Naruto: Allora...scrivi: Oggi sono triste perché non ho visto il tuo splendido sorriso. Cosa succede al mio angelo?

Gaara: Semplice e un po' banale, ma sembra efficace.

Naruto: Certo. Ed è importante non usare mai frasi fatte, anche se alcune sono belle sono talmente ritrite che qualunque ragazza scapperebbe.

Sasuke: Anche questa non ha molto di originalità però.

Naruto: Ma è più andante, non cade proprio sul classico usato da tutti ma non deve nemmeno essere da neo-poeta.

Sasuke: Va bene, mi fido di te.

Naruto: Grazie, amore. Firmala con delle iniziali a caso, sennò pensa subito che è Rock Lee.

Seguo le sue indicazioni e Gaara, poco prima che finisca la ricreazione, passa vicino al banco di Sakura e posiziona il biglietto nel suo diario lasciandolo semi-visibile. È stato così veloce e discreto che nessuno dei pochi presenti in classe si è accorto di niente.
Ora non ci resta che vedere la reazione di Sakura non appena rientrerà e si accorgerà di quel foglietto che spunta tra le pagine.
Ho firmato come F.D.P., acronimo di 'figlia di puttana' che tanto non capirà, e dubito ci sia qualcuno nella scuola che possegga queste iniziali.
Non avrà molto modo di fare ipotesi su chi sia l'ammiratore che le scriverà da oggi in poi.

Suonata la campanella vediamo la rosa rientrare e sedersi al suo banco insieme ad Ino.
Apre il biglietto e si guarda intorno rossa in volto mentre la sua amica lancia un fastidioso gridolino di gioia.
Bene, la bionda sarà inconsapevolmente nostra complice con la sua ingenuità verso il sesso maschile.

Naruto: Chi disse "È più facile far credere una cosa a centomila persone che a una sola"?

Sasuke: Al Pacino.

Naruto: Beh, ha ragione. Più gente ci casca e meglio è, rende il tutto più reale per quanto falso.

Sasuke: Proprio come il senso del film che hai citato.

Naruto: Sai che non ricordo quale fosse?

Sasuke: Quello sull'attrice virtuale, Simone.

Naruto: Oh, già! È vero.

Finita la scuola, durante l'uscita, le ragazze accerchiano Sakura curiose della, a detta loro, dolce frase ricevuta dal tipo misterioso.
Non avevo dubbi che Naruto ci prendesse in pieno con quella locuzione, per quanto sembri ordinaria e pedestre fa comunque il suo effetto.
Ci avviamo verso casa facendoci i fatti nostri mentre le urla starnazzanti diventano più acute e seccanti. Mi auguro che non facciano questo casino ogni giorno d'ora in poi, o i miei timpani faranno le valige fuggendo via senza nemmeno avvisare.

Naruto: Sono un genio.

Sasuke: Sei un bastardo nato più che altro.

Naruto: Come un demonio, no?

Sasuke: Esatto.

Naruto: E tu cedi sempre alle mie tentazioni...

Il suo sguardo è ora provocante, seducente. Lo prendo per il braccio ed accelero il passo trascinandolo a casa e, non appena chiusa la porta, lo sbatto al muro baciandolo con impeto e palpandogli forte i glutei.
Ancora non sto bene ma nulla mi vieta di fare l'attivo, ed è quello che voglio adesso, possederlo e stare dentro di lui il più possibile.

Lui, Il DemonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora