Epilogo

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I ragazzi erano seduti al tavolo e consumavano assonnati la loro colazione. Mary e Jessy stavano girando nella zona del buffet, scegliendo brioches e altre prelibatezze.
Era ammirevole come il personale dello Chalet avesse preparato tutto per gli ospiti, nonostante avesse partecipato alla festa il giorno precedente, a sua volta come ospite, senza badare alla stanchezza.
"Dipende? Ma che vuol dire dipende? Ma ti rendi conto di quello che hai rischiato?" Le chiese Jessy, scandalizzata.
"Certo, ma non avrei potuto fare diversamente." La loro conversazione fu interrotta per un attimo da una fragorosa risata maschile, verso cui si voltarono: al bancone della reception, Mark e Bryan stavano parlando in modo sommesso.

Stavano aspettando le chiavi del van dell'hotel e i bagagli di alcuni ospiti: si erano offerti di accompagnarli in stazione, alleggerendo il lavoro del personale. Mark aveva un'importante commissione 'segreta' da fare là e sarebbe dovuto andarci comunque.
Bryan divertito, riprese: "Ma veramente? Dipende?" Non riuscì a dire altro che un'altra risata lo interruppe, mentre Mark serio, sembrava non voler scollare gli occhi da Mary, che arrossì.

"Solo Mary poteva risponderti una cosa del genere! 'Dipende!' " E scoppiò in un'altra risata, coinvolgendo ora anche Mark, che stava diventandogli amico.
Non era stata la sua reazione della notte precedente. Quell'unica parola di Mary lo aveva lasciato alla deriva, si sentiva perso, senza punti di riferimento, senza appigli! Forse però, aveva uno spiraglio, una possibilità? Non era riuscito a dire una parola, né ad alzarsi per tanto di quel tempo ... pareva di stare sospeso in un'altra dimensione, tratteneva il fiato.

"Matt e Greta ... io non posso più rinunciare a loro, tu puoi ... accettarli ...?" aveva ripreso Mary, con la speranza negli occhi. Mark ricordava che in quel momento il cuore aveva ricominciato a battere nel suo petto, aveva sentito il sangue scorrere nuovamente nelle vene, aveva avvertito l'ossigeno riempire ancora i suoi polmoni.
"Con il tuo ... e il loro permesso, vorrei adottarli" le sussurrò mentre si alzava e le si avvicinava titubante, senza ancora toccarla.
"E poi ..." riprese lei timida, senza il coraggio di proseguire.
"E poi?" Chiese lui, sfiorandole col pollice il dorso della mano.
"Vorrei che fosse in chiesa, davanti a Dio! Ci tengo ... ci terrei tanto!"
"È quello che vorrei anch'io!"
Ricordò che in quel momento le loro dita timide si stavano cercando, a soddisfare un desiderio agognato da tempo.
"Per tutta la vita? Finché morte non ci separi?" chiese lei, con un filo di voce. Lui assentì col capo.
"Quindi se io ora te lo chiedessi nuovamente ...."
"Ti direi di si! SI, SI SI e ancora si, per oggi e per l'eternità". A quel punto Mark la strinse e la baciò con passione e lei rispose con altrettanta passione e tenendolo stretto, quasi non volesse farlo scappare, quasi avesse paura che si dissolvesse come un sogno.

Lui l'aveva fermata un attimo, per riprendere fiato e per metterle l'anello al dito, godendosi il suo sguardo felice, stupefatto.
Poi ancora baci, carezze, abbracci ... le loro mani, avide di pelle, i loro corpi assetati di contatto. Le abili mani di lui, trovarono presto la zip sulla schiena di lei, quasi lo avesse cucito di persona quell'abito, che lentamente fu aperto. "Lo vuoi, Mary? Mi vuoi, qui e ora?"
"Certo!" le sussurrò lei, slacciandogli i bottoni della camicia, mentre lui fece scivolare le fini spalline del suo abito oltre le spalle, e la stoffa delicatamente si raccolse a terra.

Al ricordo di quei momenti lui la guardò intensamente, mentre lei stava finendo di raccontare l'accaduto a Jessy e arrossì nuovamente, sorridendogli, sicuramente sincronizzata sugli stessi pensieri.

Ricevute le ultime istruzioni e le chiavi, i due uomini si avvicinarono al tavolo dei ragazzi, poco dopo che Mary e Jessy si erano sedute a loro volta.

"Matt, Greta, devo ... dobbiamo dirvi una cosa." Mary fece una pausa, non sapendo bene che parole usare.
"Beh, io e Mark, per farla breve ... ci siamo fidanzati!"
Greta accolse la notizia con gioia, Jody piacevolmente stupita le fece eco.
Matt invece si rabbuiò e stava per alzarsi scontroso per scappare via.
"Ma non è tutto! Lui vorrebbe ... adottarvi!"
Matt sbollì in un attimo tutta la rabbia, unita alla paura, ma rimase incerto, titubante, incredulo.
Greta chiese: "adottarci? Come stai facendo tu? Poi vi dovremmo chiamare mamma e papà?"
Intervenne Mark "ci chiamerete come vorrete! Mark, zio, papà ... non voglio prendere il posto di nessuno ... Amo vostra zia, finalmente l'ho capito! Voglio renderla felice e lei è felice se ci siete voi, Se voi state bene!"
"Allora mi insegnerai a giocare a basket? Lei è negata! Una vera schiappa!" Intervenne Matt.
"Ehi, signorino!" Esclamò lei scandalizzata mentre tutti ridevano di gusto!

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