Frammenti di tempo

107 7 3
                                    

MARK

Scese dall'auto costosa dopo averla parcheggiata velocemente sotto casa di lei. Guardando in alto vide la luce accesa ad alcune finestre che aveva individuato corrispondere a quelle di casa sua.
Il cuore aveva accelerato il suo ritmo e lui si chiedeva cosa caspita volesse dire.
Sei ufficialmente innamorato!

Le parole di sua madre gli tornarono alla mente, ma lui cercò di scacciarle con un gesto, mentre con l'altra mano prendeva la busta con il regalo. Attraversò la strada e approfittò della porta aperta da una signora che usciva dal palazzo, per entrarvi.

L'ascensore era bloccato qualche piano più su, così salì dalle scale, due gradini alla volta per l'impazienza.
Quando arrivò al pianerottolo la strana sensazione era diventata quasi palpabile, solida, ma ancora non aveva preso forma.
Alzò la mano per suonare il campanello, ma da dentro sentì la sua voce, un po' biascicata "No! Basta! Lasciami! Non voglio! Smettila!"

Capì subito che qualcosa non andava ma se avesse suonato il campanello avrebbe messo in allarme quel .... ma chi era? Un ladro? Non sembrava ci fossero segni di effrazione.

Provò rapidamente a pensare ad un posto dove lei potesse tenere la chiave di scorta e guardò sotto il tappeto con l'allegra scritta Welcome, ma nulla!
Brava Mary: una donna sola mica può mettere la chiave in un posto così banale, che qualunque malintenzionato possa trovare! Ma lui ora doveva entrare per salvarla da quel malintenzionato! E subito!

La voce ovattata di un uomo, per niente carezzevole proveniva da dentro. Non la riconobbe subito!
Se Bryan si è permesso di farle del male, io lo uccido!
Pensò. Si guardò intorno, sulla parete a destra della porta erano appesi tre quadri, stampe di poco valore, sicuramente messe lì per nascondere difetti nell'intonaco o simili brutture.

Scostò il primo, percorrendo il retro con la mano, senza staccarlo dal muro, ma niente. Fece lo stesso con il secondo, con identico risultato.
Con poca speranza si dedicò al terzo: sul retro colse una variazione di materiale, da legno a nastro adesivo e proseguendo la sagoma di una chiave: riuscì a prenderla, pregando silenziosamente che non fosse la chiave della porta dei vicini, molto più prossima. Entrava e girava alla meraviglia: si complimentò nuovamente con lei a mente, per questa astuzia.

Aprì silenziosamente la porta e si diresse là dove provenivano rumori e grida.
"Bryan, lasciala!" gridò.
Preso alla sprovvista, l'assalitore si alzò e si girò, rivelandogli la sua identità.

"Simon!" Esclamò sorpreso, di fronte all'imponenza di quello che fino a pochi minuti prima considerava un amico.
"Mark! Che c'è... ne vuoi approfittare anche tu? Bene, ma mettiti in coda. Ora tocca a me!" Istintivamente si era nuovamente ritirato su boxer e pantaloni, ma non li aveva ancora riabbottonati.

MARY

La zip si era incagliata a metà, ogni tanto lo faceva! Mary fu contenta di non averla mai sistemata, ma quel maiale non si scoraggiò: brutalmente le fece passare l'indumento dalla testa, lasciandolo fasciato sulle braccia, che così risultarono legate dietro alla schiena. Dalla padella alla brace! La sua fievole contentezza di poco prima durò un niente!
Con quella poca energia che ancora aveva gridò più forte che poté:
"No! Basta! Lasciami! Non voglio! Smettila!"

Il suo grido cadde nel nulla, anche se gli era costato così tanto, mentre il codardo maiale, proferendole oscenità, le sfilò anche pantaloni e slip, lasciandola nuda e inerme, la volontà di leonessa che a causa della droga stava diventando una gelatina.

Cervello, volontà, sentimenti, spirito di sopravvivenza si stavano poco a poco tramutando in qualcosa che non riconosceva, molle, smidollato, incapaci di mantenere la loro forma, come un solido che passa allo stato liquido e assume la forma del contenitore in cui si trova.

Il valore del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora