Tempo di accordi

114 4 0
                                    

La ruota riprese il movimento, invece il cuore di Mary pareva essersi fermato, come il suo respiro ...
"Si, intendevo che è ora di finire questa cosa: tu che perdi l'equilibrio, io che ti sorreggo ... non ti pare di averlo già visto troppe volte questo film?"

Mary si staccò da lui, senza sapere cosa dire, cosa pensare ...
Rimase a guardarlo in silenzio, come lui rimase a guardare lei: attimi interminabili, pensieri indicibili, sentimenti contrastanti animavano quei due cuori, così simili, così diversi. Verità che non si potevano confessare, desideri che contrastavano con la realtà, la consapevolezza che una sola parola poteva rompere quel fragile incantesimo per sempre, distruggere la speranza.

Forse non confessare il sentimento, permetteva di non vederlo calpestare.
Forse trattenere il desiderio, permetteva di non farlo morire ....

"Signori, si scende!" L'addetto della ruota li richiamò al presente e, a malincuore, tornarono coi piedi per terra.
Non era la sua immaginazione: Mary era sicura che anche Mark era rimasto rapito da quel momento, da quella magia, anche se ora fingeva disinteresse.

Anche De Bonet notò qualcosa di strano nei loro volti. Non ne era certo, ma non avrebbe lasciato correre.
"Bene, avete goduto alla vista dello skyline della città o ... di qualche altra vista?"
Mary prontamente rispose "I colori del tramonto erano meravigliosi, facevano da cornice al profilo dei palazzi, e il mare sullo sfondo con i suoi riflessi dorati ... - sospirò - mi ha riportato indietro nel tempo, alla mia infanzia." Disse con aria sognante.
"Il gioco dei colori che facevi con papà?" Risprese Matt.
"Già" disse Mary, visibilmente commossa.
De Bonet non riusciva a capire se era più sincera o più furba: decise di lasciar perdere e propose di rientrare.

Poco dopo la partenza, Greta si addormentò esausta, Teresa e Matt tennero banco parlando di questa e quella giostra e ogni tanto interveniva De Bonet, che per lo più parlava con Mark.
Lo sguardo di Mary si perdeva nel paesaggio.
"È stato veramente provvidenziale che avesse un cambio per i ragazzi, Mary!" La coinvolse De Bonet.
"È stato un caso ... erano dei regali, avrei dovuto darglieli ieri!"
Era la verità? Era falsa modestia? De Bonet la stava conoscendo pian piano e le piaceva sempre di più, come persona, ma la sua naturale diffidenza gli rendeva impossibile fidarsi: istintivamente cercava in lei un punto debole, una falla.

Ad alta voce chiese a Mark com'era andata con la giovane Carol, la sera precedente e nel contempo dal retrovisore studiava l'espressione di Mary.
"Una bella gatta da pelare!" rispose lui "Non sono bravo a trattare con le ragazzine appiccicose e capricciose!"
Mary sembrava non aver capito o non interessarsene: eppure De Bonet sapeva che lei era stata testimone della spiacevole situazione, aveva visto gli scuri della sua camera chiudersi di colpo.
Forse non teneva così tanto a Mark? Ma allora quello sguardo di poco prima?

Arrivati alla villa, Greta si destò, attirando gran parte delle attenzioni degli adulti.
Mark declinò l'invito a cena, e si congedò, dicendo che aveva delle commissioni inderogabili.
Dopo essersi preparati, si trovarono tutti in sala da pranzo.

Parlarono del più e del meno, ma De Bonet era deciso ad approfondire i trascorsi fra Mary e Mark.
"Allora come vi siete conosciuti, lei e il sig. Cooper?"
"Ha lavorato per il mio titolare per un periodo, poi a sorpresa ci siamo trovati nello stesso hotel dove eravamo in vacanza per un week end noi tre."
"Mi pareva che lei non se la passasse molto bene economicamente..."
"No, infatti. È stato un regalo di una cara amica."
"E poi zia ha affrontato la tempesta di neve con Mark!" si insinuò Greta.
"E ha salvato Hans!" ribattè Matt.
"E Mark ha salvato te!" spifferò la bimba.
"Non è vero!" ribattè lui.
"Si che è vero! Me lo ha detto Jody!"
"Ragazzi! Non litigate!" disse Mary.
"Chi è Jody?" Chiese la nonna.
"È la sua fidanzata!" Riprese Greta.
"Non è vero!" replicò Matt contrariato e imbarazzato.
"È anche mia amica! Abbiamo vinto la gara dei pupazzi!" La piccola era decisa a tenere banco nella conversazione.

Il valore del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora