San Valentino

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L'indomani Mary passò il tempo con i nipoti, si fece mostrare da Greta i lavori di pregrafismo e le prime letterine in stampatello, eseguite chiaramente in modo impreciso, svogliato e disordinato.
"Signorina, ma quando eri a casa con me, questi esercizi li facevi meglio, coloravi con più attenzione. Che succede?"
"Zia, ogni volta che avevo i compiti, pensavo a te, a quando li faceviamo insieme e mi venivano le lacrime e non ci vedevo più bene, così sbagliavo tutto!"
"Vieni qui!" E l'abbracciò. "È stato doloroso anche per me, ma ho cercato di fare tutto bene, anche le pulizie di casa e il mio lavoro! Così, mi sono detta, 'se Matt e Greta tornano, avrò più tempo per stare con loro'! Giusto?"
"Ma zia, noi torneremo a casa prima o poi?" Chiese il nipote.

"Vieni qui, Matt!" Disse abbracciando anche lui. "Non so come e quando, ma io ce la sto mettendo tutta. Non c'è stato giorno che io non abbia pensato a voi e al modo per farvi tornare! Vi ho scritto un sacco di lettere ... ma sono tutte tornate indietro. Credo che i vostri nonni avessero paura di me, paura che io vi volessi tenere tutti per me. Ma penso che non lo abbiano fatto con cattiveria! Ora dobbiamo fargli vedere che non vogliamo scappare da loro, ma abbiamo bisogno di stare insieme, giusto? Se loro vedranno che voi diventate bravi, io potrò venire qui più spesso e magari fra un po' vi lasceranno tornare, magari per le vacanze di Pasqua. Così organizziamo un bel picnic con Jody e Jessy!"
"Siiiiii!" Gridò entusiasta Greta; Matt non disse nulla, ma si illuminò al suono di quei nomi.

"Zia, ma ora che sei tornata, devi già andartene! Come faremo senza di te?" Chiese Matt.
"Durerà pochi giorni, se fate i bravi! Poi, facciamo così: oggi ho con me tre di quelle lettere, ve ne porto tre ogni settimana, così la sera, prima di andare a letto le leggete, tu Matt le leggi a tua sorella. Vedrete che il tempo passerà presto!"

"Zia, ci parlerai ancora di papà?"
"Certo! Vediamo ... quando eravamo più piccoli, siamo stati separati anche noi.
Sapete cosa mi diceva sempre? Mi diceva che quando sentivo la sua mancanza dovevo guardare il sole e chiudere gli occhi, il calore che sentivo era la sua carezza. E di notte o nei giorni di pioggia? Che il buio era il suo abbraccio! Ecco, pensate anche voi così!"

Si strinsero ancora per interminabili minuti, fino a quando venne l'ora di salutarsi. Greta si fece schiva e silenziosa, intenta a scarabocchiare un foglio, si ritirò in un angolo.

Mary e Mark si congedarono dai due ricchi signori e Mark caricò il borsone di Mary in auto.
"Chissà perché me lo aspettavo più pesante ... voi donne avete la mania di portarvi dietro un sacco di cose inutili!" disse sarcastico Mark.
"Forse non siamo tutte uguali! Ma se ti do fastidio, puoi accompagnarmi alla stazione più vicina. Non te ne farò una colpa e non lo farò sapere a De Bonet." disse piano Mary.
"Ci metteresti una vita ad arrivare. Per me non cambia molto, la strada è quasi la stessa!"

'Per me non cambia molto' ... gli sono totalmente indifferente? Mentre lui con un solo sguardo mi fa tremare le ginocchia? Mi toglie la terra da sotto i piedi e l'aria dai polmoni? Questo pensava Mary mentre apriva lo sportello.

Stava per sedersi nella spaziosa e lussuosa auto sportiva, quando un disperato "Ziaaaaa, non andare viaaaaaa!" la trattenne per un secondo. Greta, sfuggita dalla mano della nonna, arrivò in un batter baleno tra le sue braccia e l'abbracciò, seguita da Matt combattuto tra imitarla e trattenerla.

Si abbracciano ancora una volta a lungo, tra le lacrime che la piccola non sapeva trattenere, gli occhi tristi di Matt e quelli lucidi di Mary. Per tutta risposta Mark si girò dalla parte opposta ed entrò nell'auto con gesti freddi e distaccati.
"Ora devo andare, ragazzi, su! Fate i bravi e ci rivedremo presto!"
Il loro si poco convinto, Matt che prendeva Greta dalle braccia di Mary, lei che saliva sull'auto ... tutto si svolse con una straziante lentezza, come se fosse un nuovo, inevitabile e definitivo addio.

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