Finalmente ...

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"Mary! Finalmente!"
La voce di Alex dietro di lei, la fece trasalire. Si girò istintivamente, staccando la mano da quella di Mark. Ma lui prolungò quel contatto, seguendone il movimento, sfiorandole i polpastrelli ... istanti.
Istanti ... che la fecero voltare di nuovo verso lui, ... aveva ancora la testa bassa ...
Alex non era sicuro della sua reazione, ma non colse il movimento della mano di Mark "Mary, sono contento di trovarti qui! Tutto bene?"
"Si, ... si, sono solo un po' stanca".
Si girò incerta verso di lui, si alzò sorridendo, ancora confusa da quello che era successo ... Era veramente successo o se lo era immaginato? E se era reale, cosa voleva dire?
"Oh Mark, ci sei anche tu! Non ti avevo visto! Ragazzi come state? Avete fatto qualcosa di fenomenale ieri! Sono appena stato da Hans, sta bene! Si, cioè, non in piena forma, ovviamente, ma decisamente meglio di ieri! Mary, sei stata fantastica, io non avrei fatto di meglio!" il suo entusiasmo era incontenibile.
Mary arrossì: "Se non fosse stato per Mark, non sarei neanche arrivata qui!"
"Oh, certo Mark! Anche tu sei stato grande! Ne parleremo per un sacco di tempo qui in paese! Ma, scusate, forse ho interrotto qualcosa?" disse vedendoli silenziosi, incerti, quasi spiazzati. Prima che Mary potesse parlare, Mark tagliò corto:
"No, io stavo per uscire: credo che quelle due abbiano bisogno di un aiuto per il loro pupazzo, se non vogliono arrivare ultime alla gara!" disse additando Greta e Jody, affacendate su un cumulo informe di neve, oltre i vetri. "Ci vediamo, Alex!"
"Mark, aspetta l'orologio ..." tentò di fermarlo Mary, inutilmente.

Lo guardarono uscire, in silenzio, poi Alex guardò Mary: "È successo qualcosa fra voi? Ti ha trattato male?"
"No, no! Come ti viene in mente?" disse lei sorridendo "è solo che ... è criptico! Non ci conosciamo molto, ma un momento è odioso, il momento dopo sembra ... un bravo ragazzo! Come poco fa" allungò la mano aperta verso la finestra. "Mi ha prestato l'orologio, sai per prendere la frequenza ad Hans ... il mio non lo trovo più, l'avrò perso ieri nella neve quando ... tornavamo."
"Hai ragione, è un tipo strano ... ma veniamo a noi. Mi parlavi di Matt, giusto?"
Mary gli raccontò l'accaduto delle prime ore del mattino: gli descrisse le sue motivazioni, senza entrare troppo nel merito, parlando di un forte stress e del fatto che era arrabbiato con lei, ma che ora avevano chiarito ... Lui la rassicurò, poi visitò Matt, che era in ottima salute.
Chiese a lei se aveva sintomi di qualche tipo, ma ricevette una risposta negativa.
"Ho solo bisogno di dormire, ieri ho avuto una giornata difficile, sta notte ho riposato poco e ..." non gli parlò della spalla sinistra, ancora un po' indolenzita. "Sono contenta che Hans stia meglio!"
"Già, ora mi occuperò io della sua salute. Sei stata davvero preziosa, Mary!" lo disse appoggiandole le mani sulle braccia di lei, e poi facendole risalire sulle spalle, in una specie di carezza, guardandola fissa negli occhi ... lasciandola per un attimo spiazzata. Non era abituata a tanta confidenza, a tanto ... contatto!
"Oh, ma mi stavo dimenticando! Aspetta un attimo". Armeggiò nella tasca, prese il cellulare, compose un numero:
"Pronto, sono Alex, si noi ci siamo, ora tocca a te!" Passò il telefono a Mary, che non capiva, la fotocamera era attivata: un volto femminile, sorridente iniziò a parlare, a voce bassa, dolce: "Ciao, sono Anna Doson, sono ... molto amica della famiglia Herbert, Eli era la mia migliore amica, Hans mi ha accompagnato all'altare, Maria è come una seconda mamma ... Io, ero in difficoltà, non riuscivo a calmarmi, avevo troppa paura per me, ma anche per Hans .... Alex mi ha parlato di te, di quel che stavi facendo, di come procedevano le cose ... mi ha tranquillizzato ... ed è stato pensando a te, al tuo coraggio, che sono riuscita ad affrontare più serenamente il travaglio ... lei è Elizabeth Mary!" Lo disse girando la fotocamera verso il frugoletto avvolto nelle coperte che teneva in braccio, gli occhi chiusi, la pelle rosa, qualche smorfia buffa, pochi finissimi capelli spuntavano dal berrettino rosa, le dita minuscole che si aprivano e si chiudevano ritmicamente sull'indice della madre, qualche flebile vagito ...
Mary la guardò, e alzò lo sguardo incredulo su Alex, portò la mano alla  bocca come per trattenere un grido; lui sorridendo fece un cenno affermativo. Spostò la mano dalla bocca: "Marianna" disse con un filo di voce, commossa ...
"Elizabeth Marianna Doson" ripetè Anna "lei è Mary, è una donna molto coraggiosa, una tosta! Porti il suo nome, insieme a quello di un'altra donna in gamba! Portali con onore" e diede un buffetto a quella piccola testolina. Si congedarono.

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