Notte

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Rientrata nella camera degli ospiti, Mary si lasciò affascinare dai mobili in legno massiccio, sicuramente opere di antiquariato in stile vittoriano, abbelliti da complicati intarsi e decori.
Lasciò correre un dito sul bordo arrotondato del comò, assaporando la sensazione di calore del legno ... chissà se questa sarebbe stata una nuova famiglia, accogliente e calorosa, per lei, che ormai si sentiva sola, o se era solo una nuova interminabile collezione di prove e difficoltà da superare!
Di una cosa era sicura: la felicità dei suoi nipoti, la loro serenità, venivano prima della propria.

Mark aveva detto che sarebbe sparito dalla sua vita l'indomani: non aveva avuto nemmeno l'occasione di dirgli addio, tanto era conteso, sia come uomo d'affari, sia come buon partito dal pubblico femminile.
Non ebbe modo di dirgli che lo amava.
Ma che differenza avrebbe fatto?
Lui non sarebbe rimasto solo per quello, aveva sicuramente altri progetti.
E lei cosa poteva dargli? Non aveva un posto in società, non aveva capitale, non si era mai sentita bella, né divertente, forse poco più che invisibile....

Guardò il suo riflesso sullo specchio da terra antico: l'immagine che le veniva restituita era di una donna in uno splendido abito da sera, incorniciata da finezza e lusso, quasi una principessa delle favole ...
Così sono capaci tutti! Pensò. Vestito da favola, capelli da favola, location da favola ... ma la vita di tutti i giorni è tutt'altra cosa! Una principessa per una notte, una principessa dal sorriso triste, ecco cosa sono!

Decise di scrivere qualche messaggio a Jessy, magari inviarle un selfie, per farle vedere quell'immagine così meravigliosa quanto distante dalla realtà, che aveva indossato per una sera, come una maschera. Le scrisse che aveva rivisto i nipoti, e come li aveva trovati, poi della festa, di Mark e poche note per descrivere una serata carica di eventi, senza tralasciare le sue figuracce. Inviò il messaggio ma prima di ricevere risposta, la sua attenzione fu attirata da un vociare molesto all'esterno.

Si alzò per chiudere le imposte della portafinestra che davano su un piccolo davanzale e il suo sguardo involontariamente si posò sulla persona da cui probabilmente provenivano gli schiamazzi ... o meglio sulle persone.
Riconobbe l'abito di quella ragazzina che l'aveva messa in ridicolo e la sua voce stridula. Stava abbracciando un uomo, baciandolo, ma nelle fioca luce della sera non riusciva a scorgerne l'identità, anche perché lo vedeva di spalle.

Si tirò indietro per non farsi scorgere.
La voce attutita dalla distanza, si udiva chiaramente.
"Sono così felice, Mark. Ora abbiamo la notte tutta per noi, sono pronta a fare di tutto con te. Andiamo!"

Mark? Era proprio lui? Si! Si! Mark con quella? Ma se è poco più di una ragazzina? Ma che avranno da spartire? Lei è pronta a fare di tutto con lui?

Stava per sporgersi per vedere meglio, ma sentì bussare alla porta.
Trasalì, quasi l'avessero sorpresa a origliare e istintivamente chiuse le imposte, cercando di non far rumore.
"Si? Chi è?"
"Sono Teresa, ho dimenticato di dirti una cosa."
"Oh signora De Bonet." Disse Mary aprendo la porta "si, ha ragione. Il vestito, lo porterò domani in tintoria e poi lo farò consegnare qui, a mie spese, ovvio."

"Mary, lascia stare il vestito. Era di Sandra ... ora non lo usa più nessuno, io non ci entro! Non mi dispiace che lo usi, consideralo tuo.
No, quello che volevo dirti è che domani dovresti scendere per la colazione non più tardi delle 8:30. Mio marito vuole che partiamo alle 9:30. Ha deciso che faremo una scampagnata con i ragazzi, ma non mi ha detto dove! Gli piace fare delle sorprese, come dice lui, o tenermi all'oscuro, come credo io. Ci pensi? Una scampagnata, in questa stagione? Non so se dire al personale di preparare un cestino da picnic o se andremo in qualche ristorante, se staremo via fino all'ora di pranzo o anche nel pomeriggio. Mi ha detto di non preoccuparmi di nulla, ma così non mi lascia provvedere a nulla! Oh, quando fa così, mi fa venire i nervi!"

"Signora De Bonet ..."
"Chiamami Teresa, per favore!"
"Va bene, signora ... Teresa. Da quel poco che lo conosco suo marito è tutt'altro che uno sprovveduto. È un uomo pieno di risorse e credo non gli manchino i mezzi: se le ha detto di non preoccuparsi, credo proprio che sia quello che desidera per lei, che si goda la giornata."
"Già, forse ... ma tu? Ti serve qualcosa, l'abbigliamento ..."
"Ho giusto delle sneakers e dei jeans, li avrei usati per il viaggio di ritorno ... nessun problema. Non si preoccupi per me, vedrà che domani sarà una splendida scampagnata."

Rassicurata la padrona di casa, si augurarono la buona notte. Chiusa la porta Mary si precipitò alla portafinestra, e aprì le imposte, ma non vide più nessuno.
Era finita ... così ... senza una parola, un chiarimento, un addio ...

Possibile che fosse un legame speciale solo per lei? Possibile che lui non sentisse l'alchimia? Possibile che non gli battesse almeno un po' il cuore? Possibile che le belle parole di incoraggiamento di poco prima non fossero dettate almeno da un po' di affetto? Di amicizia?
Forse era così... anzi sicuramente: era tutto a senso unico! Altrimenti perché andarsene senza un saluto? Perché rimpiazzarla quella stessa sera con quella ..., quella ... stronzetta? Gatta morta? Ragazzina viziata a cui la vita ha dato tutto?

Era inutile rimuginare ancora: era finita! FINITA! Qualsiasi cosa fosse stata, ora non era più. Forse valeva la pena odiarlo, essere arrabbiata con lui per il modo, almeno, o per la scelta parecchio discutibile della compagnia di quella sera!
Almeno avrebbe fatto meno male, almeno sarebbe stato più facile dimenticarlo!

Sentiva i messaggi di Jessy far vibrare a raffica il suo cellulare, decise di leggerli, ma era troppo penoso rispondere. La chiamò. Le raccontò con dovizia di particolari quanto prima aveva riassunto in poche frasi. Dal suo tono di voce Jessy capì che, nonostante l'immensa gioia di aver ritrovato i nipoti, soffriva profondamente; se Mary glissava su qualche argomento, lei insisteva con domande puntuali per farsi dire ogni cosa.
"Quello che non capisco, è perché lui insista nel voler uscire dalla tua vita. Mica glielo hai chiesto tu, no?"
"No, anzi! Non mi aspettavo di vederlo e mi sono anche scusata per l'arresto, per ...
Che ne so: da una parte pareva preoccupato per me e per come stavo, dall'altra sembrava volermi tenere a distanza, non farsi coinvolgere, non darmi motivo di illudermi. Era come dr. Jakill e Mr. Hide allo stesso tempo ... in effetti anche in passato è sempre stato così!"
"Potrebbe essere bipolare! Oppure avere qualche difficoltà nelle relazioni. Ma se ha definitivamente chiuso, sarà impossibile per te incontrarlo per capirlo!
Una cosa però, te la posso dire io: sono passata per caso al bar, da Bryan, e mentre ero lì è entrata la sua ex."

"La sua ex? Non sapevo ce ne fosse una! Ma tu come fai a sapere ..."
"Aspetta, lasciami finire! Si dovevano sposare, ma all'addio al nubilato lei lo ha tradito con Mark, poi presa dai rimorsi, ha annullato il matrimonio, ma è stata male, ha avuto una grave depressione, è stata ricoverata ..."
"Ma allora erano .... mi aveva detto che era un'amica! Non che si doveva sposare con lei! Ma perché a te ha detto tutte queste cose?"
"Il punto non è questo! Il punto è che lei ha visto un foglio di giornale vecchio, che Bryan stava per gettare: c'era un articolo che riguardava Simon, l'incidente, le sue precarie condizioni, ma prima di leggerlo, ha visto la foto ... lo ha chiamato Mark! Capisci?"
"No, che vuoi dire?"
"Era sempre stata convinta di aver tradito Bryan con Mark, invece è venuto fuori che era Simon! Le aveva dato un nome falso! E per la prima volta ha ammesso a sé stessa che dopo averlo incontrato ha iniziato a sentirsi strana, le veniva da ridere, si sentiva stanca e le idee bizzarre e inverosimili di lui le sembravano oro colato. Non è riuscita a opporsi alle sue avances, come se fosse ..."
"Drogata! Lo ha fatto anche con lei!"
"Già, e chissà con quante altre!"

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