24 ore in più

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"Buonasera a tutti. Sono Grant, il responsabile della protezione civile della zona.
Come sapete, la recente abbondante nevicata ci ha costretti a un lavoro extra, faticoso e prolungato, che grazie alla dedizione e alla professionalità di ciascuno dei componenti della squadra che dirigo, ha permesso di ottenere risultati eccellenti, ma soprattutto, nessuna perdita umana. Di questa squadra, ho l'onore di ringraziare davanti a voi il membro più giovane, Jacob, qui presente in quanto parte della famiglia che vi ospita. Si è distinto per coraggio e lungimiranza, in questi giorni!"
Nella breve pausa che seguì Jacob si alzò in piedi e partì un applauso spontaneo. Fra le giovani ospiti, più di qualcuna lo guardò con occhi diversi rispetto al giorno in cui era arrivata.

"Come avrete già sentito, ci siamo avvalsi anche dell'aiuto autorizzato di due persone che non fanno parte della squadra e che fortuitamente si trovavano lontane da qui, Mark e Mary. Coraggiosamente si sono prestati a completare la nostra azione, portando in questo hotel alimenti e medicine, ma anche disponibilità e competenze, per permettere la guarigione di Hans Herbert e la contemporanea presenza del Dr. Milton a fianco di una giovane partoriente, che ha dato alla luce la piccola Elizabeth Marianna."
Un altro lungo applauso interruppe il discorso. Mark, appoggiato al muro in fondo alla sala, trasalì nel sentire quei nomi uno accostato all'altro: come un pugno allo stomaco, come un doloroso messaggio che solo lui poteva decifrare, come l'intreccio indissolubile di passato e presente.

"Ho voluto essere qui questa sera per comunicarvi un'altra cosa: la giornata soleggiata e calda di oggi, penso sia stata per voi una gradevole sorpresa, e abbia permesso ai più piccoli di divertirsi con i pupazzi; noi abbiamo potuto lavorare più speditamente per liberare le strade, ma non è stata del tutto favorevole. Infatti ha reso la neve nel versante sud più instabile: ci sono stati dei distacchi e delle piccole valanghe lungo il tragitto che unisce la parte sud della zona con i raccordi autostradali verso est e altri ne sono previsti per la mattinata di domani.
Quindi è fatto assoluto divieto di percorrere quella direzione.
La strada a nord invece è libera e percorribile in sicurezza, già dal pomeriggio di oggi.
Mi rendo conto che, chi deve raggiungere i raccordi autostradali a est, percorrendo la strada a nord, allungherebbe il suo viaggio di 3-4 ore. L'alternativa è di prolungare la vacanza di un giorno: sono certo che i signori Herbert saranno lieti di ospitarvi ancora".

La piccola folla di ospiti si lasciò andare a sospiri di sollievo e brusii, mentre si alzava per tornare alle proprie attività.
Mary e Jessy si guardarono, serie, senza parlare, consapevoli che questa notizia le toccava da vicino.
Jacob si era avvicinato a loro, chiedendo se potevano fermarsi un attimo per discuterne, con il suo superiore e sua madre.

"Signore 3-4 ore in più è un tempo ottimistico: con il traffico che troverete, probabilmente ci mettereste 5 o 6 ore in aggiunta al tempo che avete impiegato all'arrivo." Riprese Grant.
"Mary, Jessy, non vi preoccupate, sarete nostre ospiti per un giorno in più. Nessun costo aggiuntivo, non vi preoccupate!"
"Maria, non possiamo accettare!"
"Perché no, Mary?" Replicò Jessy.
"Beh, perché i ragazzi hanno la scuola, io e te abbiamo il lavoro ..."
"Oh, avanti! Non fanno mai assenze! Se io salto un giorno, il mio ex si darà alla pazza gioia. E tu, hai un sacco di ferie residue!"
"Mary, con tutto quello che hai fatto per noi, è il minimo che possiamo fare, credici!" Continuò Jacob.
Mary era perplessa e incerta, guardava attonita le facce di chi aveva intorno, tutti che cercavano di convincerla ad accettare una cosa che lei considerava fuori discussione.
"Ho già parlato con Duncan: gli ho spiegato che siamo bloccati qui. Ha fatto qualche allusione maliziosa sul fatto che siamo finiti nello stesso hotel, ma alla fine ha convenuto con me sul fatto che sia più prudente concederti altre 24 ore di ferie!"
Non si aspettava di sentire la voce di Mark, non si aspettava che avesse chiamato il suo capo, parlando anche a nome suo! Ma chi si credeva di essere! Pensava di poter fare il bello e il brutto tempo nella sua vita? Pensava che tutto gli fosse concesso?
Era furiosa con lui!
"Cos'hai fatto? Chi ti ha dato il permesso ...?"
"Zia, zia .... è vero che restiamo qui un altro giorno? Che non andiamo via domani? Evviva! Grazie! Grazie! Sei la zia migliore del mondo!" La interruppe Greta correndo ad abbracciarla e saltellando come un canguro impazzito!
"Hai avuto un ottima idea, fra'! Non me lo aspettavo da te! Ti stimo, zia!" Matt si avvicinò "Batti il pugno!"

Mary rimase senza parole! Mark le passò davanti, sbattendo lievemente contro la sua spalla e sussurrandole, in modo che capisse solo lei "Non ringraziarmi! Mi raccomando!" e se ne andò, con un ghigno ironico.
"Allora è deciso, restiamo!" sentenziò Jessy.
"Ok" sospirò sconfitta Mary "ma insisto per pagare il dovuto!"
"Non ci dovete nulla!" replicò Maria.

Insieme ai ragazzi era arrivata anche Ingrid: "Allora domani sarete ospiti alla nostra cena di gala!"
"Certo che lo saranno, dove vuoi che vadano, se no?" Fece eco Jacob.
"È una cena di ringraziamento che facciamo alla fine di un periodo di alta stagione, e alla fine del weekend di Ognissanti, per tutti quelli che hanno lavorato ininterrottamente per garantire un soggiorno piacevole ai nostri ospiti. Parteciperanno anche Alex e Grant. Ci sarà qualche scenetta divertente e della musica." Spiegò Maria, contenta di avere ospiti in più.

Il mattino seguente gli ospiti pian piano se ne andarono alla spicciolata, chi alzandosi prestissimo, chi accontentandosi di una veloce colazione, carichi di valige, in coda al check out, con gli occhi tristi di chi ha conosciuto un angolo di paradiso, che purtroppo deve lasciare.
Mary si era offerta di continuare la somministrazione della terapia di Hans, dando al medico un po' di più tempo.
Si era svegliata presto, prima che suonasse la sveglia: l'aveva spenta ed era scesa silenziosamente.
Dopo aver compiuto il suo dovere, con una tazza calda di cappuccino, prontamente preparata da Maria, faceva roteare i propri pensieri liberamente, guardando il panorama dalla veranda.
Alla fine aveva concluso che non era poi così male un giorno in più di ferie, la quiete dopo giorni così intensi, un po' di riposo meritato in quella sua vita così frenetica, mentre tutti tornavano come formichine alla propria casa, al proprio lavoro.
Salutò Maria, Jacob, Hans, Ingrid, alcuni dipendenti, altri ospiti che probabilmente non avrebbe più rivisto e tornò nella sua camera. Se fossero stati tutti addormentati, si sarebbe infilata nuovamente sotto le coperte, decisa a provare un po' di riposante noia. Se fossero stati svegli, beh avevrebbe avuto già il suo da fare, a sistemare Greta e a farli scendere per la colazione.

Appena chiusa la porta di camera sua, sentì aprire e poi chiudere quella della camera accanto, quella di Mark. Istintivamente restò in ascolto, appoggiata alla porta: stava scendendo per la colazione o se ne stava andando? Trascinava una valigia? Non era sicura di poterne sentire il rumore sulla moquette, o magari lui la portava di peso, ma il rumore del suo passo sarebbe stato asimmetrico per questo?
Ma che cosa le interessava! Che se ne andasse pure al diavolo! Che ci mettesse 30 ore ad arrivare! Che ...
Cercò di toglierselo dalla testa, si infilò sotto le coperte, ma i pensieri ancora la tormentavano.

"Buongiorno" la svegliò Jessy. "Il sole è alto, i ragazzi stanno scendendo per la colazione, ma se ti serve ancora altro tempo per dormire ... beh io vado a vedere se è arrivato il mio bel dottorino! Ma attenta, tra il personale ho visto parecchie giovani signore che fanno gli occhi dolci a Mister Salvatore e ..."
"Non mi interessa!"
"Che gli facciano gli occhi dolci? Lo hai già conquistato?"
"No, non mi interessa! Non mi interessa lui! Non mi interessa conquistarlo! Non mi interessa lui!"
"Bugiarda!" disse Jessy con tono cospiratorio, un po' biricchino!
"Tu non hai idea di che tipo è! Non perde occasione per trattarmi male, è scontroso, è scortese, è ..."
"Sexy da morire, gentile, bravo con i bambini, coraggioso, in gamba, intelligente, premuroso, ... devo continuare l'elenco?"
"Ma è possibile che mostri solo a me il suo lato oscuro? Che gli altri non lo riescano a vedere? Certo, ha avuto anche lui le sue difficoltà, ma con me è proprio uno stronzo!" disse, osservando l'orologio di lui apoggiato sul comodino ... avrebbe dovuto renderglielo prima. Se fosse partito, quando glielo avrebbe ridato? Decise di rimetterlo al polso, almeno lo avrebbe avuto a disposizione se lo avesse incontrato ... anche se sperava di non rivederlo. Poteva lasciarlo a Maria, glielo avrebbe spedito ... chissà oggetti dimenticati dai clienti che doveva spedire!
"E quello? È il segno del tuo odio per lui, vero?" chiese ironica Jessy.
"O, avanti, Jessy, smettila! Lo porto giù a Maria, troverà modo di renderglielo!"

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