È troppo tardi - parte seconda

104 6 0
                                    

Il rumore assordante delle onde che si infrangevano a riva con rabbia, era nulla in confronto alle grida strazianti della sua anima. I tuoni sempre più vicini, il vento che fischiava, scompigliandole i capelli, la sabbia che turbinava ... non sentiva nulla, solo freddo; era dentro, tutto quel freddo, lo avrebbe provato ugualmente anche se ci fossero stati 35 gradi all'ombra e niente brezza!

Sentiva solo freddo e quelle parole ...
È troppo tardi, non respira ... il suo cuoricino non batte ... non c'è alcun movimento ...

"Perché? Cosa ho fatto? Cosa avrei dovuto fare? Come potevo evitarlo? Avrei dovuto stare a letto?"
Le sue domande incessanti, il suo dolore parevano non trovare pace nelle parole della dottoressa, che dopo essersi accertata e fatta raccontare da Mary la sua vita dall'ultima visita, due settimane prima, cercava di consolarla.

"Mary, procedeva tutto bene, non c'era alcun segnale che le cose potessero evolvere in questo modo, ma capita, e purtroppo anche molto frequentemente ... una gravidanza che arriva a termine è già un miracolo ... significa che è andato tutto liscio durante la fecondazione, poi c'è l'impianto, la posizione della placenta, il collo dell'utero ... se anche la madre non ha patologie e sta a riposo, ci sono le alterazioni genetiche, molte incompatibili con la vita ... "

"Non darti la colpa, non basta aver paura di non farcela, non basta lo stress o l'affaticamento ... pensa alle nostre nonne o bisnonne: lavoravano nei campi fino al giorno prima del parto, in condizioni di carestia, guerra e scarsa igiene ... Ora a nostra disposizione ci sono sale parto sterili, antibiotici, ecografie, esami. Ma questi eventi non si sono azzerati.
Sei ancora giovane, faremo degli accertamenti per escludere alcune malattie, ma vedrai che è tutto a posto ... la prossima volta andrà meglio. Ora devi riposare ... ti aspetta ...."

La dottoressa le spiegò cosa sarebbe successo e se e quando tornare a farsi visitare con urgenza; le diede alcune ricette per degli integratori e altre parole di conforto, che scivolarono giù dal cuore ferito e dall'anima di Mary, senza quasi lasciare segno del loro passaggio.

Fra le urla del mare, ricordò il rientro a casa, come in trance, Jessy che vedendola stravolta l'aveva seguita in casa, lei che tra lacrime inarrestabili, vuotava il sacco e chiedeva scusa all'amica, a Bryan, al mondo per le bugie, per quei segreti, per non aver saputo evitare quel terribile epilogo, poi l'incontro con Mark e la sua ... a fatica si era calmata, sfinita.
L'amica l'aveva portata a letto e coperta, l'aveva accarezzata fino a che il sonno, cullandola, aveva zittito per un po' tutto quel dolore, quelle ferite che continuavano a bruciare, a sanguinare.

Poi i bisbigli tra Jessy e Bryan il campanello, la voce di Mark ... Mark ... no! NO! ... non voleva vederlo ... si alzò di scatto, infilò una tuta, troppo pesante per quel periodo, che stava in uno dei tanti scatoloni non ancora sistemati, e senza farsi sentire uscì dalla porta sul retro, sulla veranda, il cappuccio tirato in testa, per rendersi invisibile, se avesse potuto. Imboccò presto il sentiero fra la vegetazione fitta, per arrivare al mare.

Anche gli alberi sembravano avercela con lei: mossi dal vento, i rami ostacolavano il suo passaggio, parevano accusarla di debolezza, di non aver voluto abbastanza quella creatura ... era stata la sua codardia a permettere quella perdita? O era successo perché tutto in quella situazione le ricordava Mark e portava in sé dolore e disperazione? E lui, già lo sapeva che non essere suo, ora era definitivamente perso per sempre! Padre amorevole del figlio di un'altra, completamente ignaro della sua creatura, che non era più? Era successo tutto perché da sola non sarebbe riuscita a crescerlo? O forse Dio voleva punirla per qualcosa? Per essersi imbarcata in una relazione senza futuro? ...

Il valore del TempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora