La gita - 2

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Tornarono i nonni e si informarono sugli ultimi eventi.
"Non avresti dovuto lasciarlo andare su quella giostra!" disse Teresa con tono di rimprovero.
Mary mortificata non rispose nulla.
"Che vuoi che succeda Teresa? Tu hai sempre paura di tutto!"
"Ma l'hai vista?"

La giostra era costituita da una parte a cerchio, in cui le persone stavano sedute una a fianco all'altra guardando l'esterno.
Al loro centro, dietro alle schiene, un lungo perno la collegava ad un'alta struttura.
Dopo qualche giro su sé stessa della seduta a cerchio, il perno iniziò ad oscillare, finché gli occupanti arrivarono alla massima distanza da terra, trovandosi a testa in giù.
I ragazzi e le ragazze nella giostra sembravano fare a gara a chi gridava di più, alcuni cappellini da sole volarono per terra, mentre il movimento della giostra innescava raffiche di vento che spazzavano il piazzale intorno ...

Brividi percorrevano la schiena di Mary, solo a vedere quel mastodontico marchingegno muoversi, roteare, capovolgere le persone; si chiedeva per quale strano motivo i ragazzi facessero lunghe file per sottoporsi a quella tortura, avvitati, spettinati dalla velocità, rivoltati da forze che sfidano la gravità ....
Una stretta allo stomaco la attanagliò, quando realizzò che fra quei ragazzi urlanti c'era anche Matt.

Cosa voleva dimostrare? Era stata una zia così restrittiva e severa per meritarsi alla prima occasione un comportamento simile? O era colpa dell'età e dell'adolescenza? Forse era per Mark, non aveva un così buon effetto su Matt la sua presenza ... meglio che lui non provasse niente per lei, che non vi fosse il rischio di legami, che volesse togliersi di torno .... anche se già ne soffriva ... tenerlo a distanza, dargli contro, litigare le veniva facile oggi, forse anche per il comportamento di lui, ma certo non la rendeva felice; non era questo che sperava dal loro ultimo giorno insieme!

Quella che sembrava una corsa lunghissima finì: scesero fra l'apprensione di nonna e zia, mentre Greta era andata col nonno a prendere un gelato "piccolo però! Ha appena pranzato!" aveva detto Mary. La piccola manifestava un certo grado d'ansia per le sorti del fratello, forse in parte trasmesso dalle due donne, forse perché si rendeva conto di quanto la giostra risultasse spaventosa, almeno da terra.
Per distrarla, il nonno si era offerto di allontanarla e nonna e zia avevano acconsentito.

Scesero, Mark stava dietro a Matt nella fila disordinata che si stava dissolvendo all'uscita della giostra: lo vide traballare, in un momento in cui era nascosto alle parenti dal gruppo di ragazzi che li precedevano.
"Tutto bene?"
"Si, si ... è stata una figata ... lo riferei solo che credo zia non mi lascerà!" Disse ostentando una sicurezza e una tranquillità che in realtà non aveva.
Raggiunsero le due donne, buie in viso come il cielo quando si prepara la burrasca.

"Beh, com'è andata?" chiese Mary, cercando di non fare subito la guastafeste.
"Una figata, zia! Si andava su e girava, ora guardavi per terra, ora in cielo, ora eri a testa in giù! WOW! Perché non sei venuta anche tu?"
"Ti si sono mescolate le rotelle in testa? Sei già stato troppo spericolato tu ad andarci! E lei, signor Cooper! Non si azzardi mai più a far fare cose così pericolose a uno dei miei nipoti!" replicò Teresa.
"Ma nonna, è stato così ... " si girò a guardare la giostra che in quel momento, ripartita da un po', portava il nuovo turno di avventori in verticale!

Impallidì, si bloccò, tremò come quando si hanno i brividi per la febbre e si piegò in due, vomitando senza ritegno quanto poco prima aveva ingurgitato.
"Matt!" Gridarono all'unisono le due donne!
Teresa sembrava sull'orlo di una crisi di nervi e Mark la sostenne, facendole aria, mentre Mary si occupava di Matt, ancora scosso da conati a vuoto.

"Matt, respira, calmati, respira lentamente" Mary lo sosteneva di peso e con le parole, mentre lui ansimava, scosso da quella reazione inaspettata del proprio corpo.
"Su, tranquillo, ci sono qui io!"
"Zia! Zia, sto malissimo!"
"Ora passa, devi solo fare dei respiri fondi e lenti."
"Zia, sono uno stupido! Che schifo, mi sono sporcato! Zia!" piagnucolava spaventato e schiacciato dai sensi di colpa, dalla vergogna "Io non sapevo, non pensavo ... "
"Su, dai non è successo nulla! Te la senti di camminare fino a là? C'è un bagno, ti aiuto a ripulirti."
"Ok" rispose arrendevole.
"Andiamo alla toilette! Ci aspettate qui?"
"Si" rispose Mark, che ancora sventolava Teresa con la brochure del parco divertimenti.

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