Finché morte non ci separi - 2

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"Ho detto o fatto qualcosa di sbagliato? Mary, io non capisco ..."
"Mark, tu sei ancora legato a lei! Tutto qui parla di lei e per questo io ... io ... riportami indietro, per favore!"
"No!" Rispose lui deciso. Lei lo guardò sgomenta, smarrita, senza riuscire a parlare.

"No, non ancora! Troppo spesso abbiamo lasciato che il silenzio ci facesse del male, ci allontanasse. Ora devo devo dirti tutto quello che ho dentro. Hai ragione! Qui tutto parla di lei! Tutto questo l'ho fatto per lei! È l'ultima cosa che le dovevo, per onorare la promessa che le feci molti anni fa, di aiutarla a far splendere questo posto, di convincere suo padre! Ora tutto è completato! Non ho più vincoli, non ho più legami, non ho più sensi di colpa ... l'ho capito grazie a te! Tutti me lo avevano detto, ma le mie orecchie erano sorde! Poi sei arrivata tu!"

Fece una breve pausa, ora che aveva tutta la sua attenzione: "Ce l'ho messa tutta per evitarti, per starti lontano. All'inizio, si, ci avrei provato con te, in ufficio, ma eri così rigida, così severa! Niente a che vedere con la ragazza ingenua e fragile a cui ho evitato di essere investita! Quella che per l'imbarazzo per poco mi rovescia addosso il caffè davanti al suo capo!"

"Poi ti ritrovo qui! Nel mio ambiente, a casa mia, tra i miei ricordi! Perfino qui dentro, nella baracca di Elizabeth! Avrei dovuto capirlo che era un segno! È stata lei ad attirarti qui ... Ho fatto del mio meglio per evitarti, ma tu ti eri già infilata dentro di me, sotto la mia pelle, nel mio cuore. Ho temuto per te, che ti assiderassi, che ti perdessi e poi nella bufera, con la motoslitta! Ero veramente preoccupato, non mi spiegavo il perché!
Ho cercato di aiutarti e ho fatto peggio, con Simon, con De Bonet ... al ballo avrei voluto comportarmi diversamente, ma sapevo che ti avrei messo nei guai! E poi al parco divertimenti pareva ce l'avessi con me e non capivo ... ma forse me lo meritavo!
Quando ti ho riportata a casa, ero così confuso, combattuto: ho messo piede a casa, ma non stavo bene, sono uscito e sono tornato, senza sapere cosa fare, cosa aspettarmi! .... Tu, invece, sapevi cosa volevi chiaramente! Non sono riuscito a resisterti! E ancora una volta ti avevo incasinato la vita, ti avevo fatto del male! Sono scappato, con la scusa del lavoro a Tokyo! Pensavo di agire per il meglio, di rimediare ai miei errori, andandomene, lasciandoti vivere la tua vita! Ma non stavo bene, mi tormentava sempre il tuo pensiero, il tuo ricordo."

Fece un profondo respiro e continuò: "L'ho capito solo più avanti, quando ti ho vista all'ospedale, quando ti ho trovata alla spiaggia col temporale ... non riuscivo a respirare senza di te, senza parlarti ... ma prima di poterlo fare, mi dissero che eri incinta ... ho pensato che fosse di un altro, che tu fossi di un altro! Ti avevo persa ... per sempre! Solo allora ho capito! Ero io ad aver bisogno di te, io che non sapevo nemmeno più come si respira, come si cammina. Mentre tu, ti eri stancata di aspettare, eri andata avanti. Avrei dovuto farmene una ragione!"

"Poi ti vedo lì, al mio portone, nel mio appartamento, con i miei abiti, a gridarmi in silenzio che avevo delle responsabilità ...  Io sollevato del pericolo scampato e tu fiera, che l'avresti cresciuto o cresciuta da sola! Sei sempre stata forte come una roccia, anche quando la vita è come il mare in tempesta e ti si scaglia contro con tutta la sua forza!"

Mary lo guardava in silenzio, frastornata, per la prima volta consapevole di quanto soffrisse quell'anima tormentata. Lui riprese: "Io non credo di meritarlo e forse non sono abbastanza per te, ma se tu vorrai, se me lo concederai ... vorrei aiutarti a portare i tuoi pesi ..., dividere le fatiche con te, farti superare le tue paure, farti felice ... moltiplicare la gioia nella tua vita."

Fece una pausa trattenendo il fiato, per guardarla, cercando di indovinare i suoi sentimenti, scrutando nel fondo dei suoi occhi per scorgere un barlume di luce.
Ma Mary era tanto silenziosa quanto imperscrutabile. Ferma a riflettere, guardandolo a sua volta, guardando l'uomo che l'aveva soccorsa più di una volta, a cui doveva così tanto, ma che ancora faticava a capire fino in fondo.
Quell'uomo così bello, ma così tenebroso a volte, che era stato per lei fonte di tanti dubbi, ma anche di speranze, che l'aveva fatta vacillare, che la teneva sempre sul filo. Era veramente questo che voleva?

Sospirò a fondo "Perché?" Fece una pausa, consapevole che lui non capiva ciò che voleva sapere. Con tono accusatorio e forse un po' aggressivo si spiegò:
"Perché mi hai tenuta a distanza? Perché mai una parola di tutto ciò, prima, durante le videocall? O oggi, durante il viaggio? Al ricevimento mi hai completamente ignorata! Perché? Non mi hai presentata a nessuno dei tuoi vecchi amici e .... e ... amiche! Non hai mai parlato, neanche una volta con me, fino a quando mi hai portata qui! Cos'è, ti vergogni di me?"

Nel momento stesso in cui pronunciava queste parole, Mary si pentì di averlo fatto: poteva essere l'inizio di una lite, poteva rovinare tutto. Era pronta a perderlo? A perdere anche la sua amicizia?

Ora era lui a sospirare, indietreggiando per sedersi su una sedia, proteso in avanti con le mani fra i capelli. Interminabili attimi di silenzio erano interrotti solo dallo scoppiettio del fuoco, che ardeva nel caminetto, emanando la sua luce e il suo calore.

Ancora a testa bassa, con Mary in piedi poco distante, immobile come una statua, come se fosse stata sull'orlo di un precipizio, Mark riprese, con un filo di voce "ho avuto paura!"
"Paura?"
"Si paura! Paura di te! ... così forte e fiera, paura di scoprire che i tuoi sentimenti sono cambiati, paura di un tuo rifiuto, prima di poterti mostrare questo! - allargò le braccia - Paura di scoprire che altri sarebbero pronti a starti a fianco e che tu possa preferirli a me; paura che dopo ciò che ti ho detto di mia sorella, della fibrosi cistica, tu ... non voglia correre rischi, tu ... " si fermò sospirando ancora.

"Sono negativa!" Disse lei con voce ferma. Lui con uno scatto, alzò la testa per guardarla, a bocca aperta.
"Ho fatto il test! Sono negativa!"
Lui tirò un sospiro di sollievo, passandosi la mano sugli occhi!
"Mary! È una splendida notizia ... ma non cambia nulla, cioè ... non cambia per ciò che devo chiederti!"

Si alzò lentamente, come per avere il tempo per raccogliere tutta la forza del mondo, mentre il fuoco continuava il suo concerto di scoppi e scricchiolii.
Lei lo vide avvicinarsi, aspettandosi di averlo fra pochi attimi così vicino da sentire il suo respiro, il calore della sua pelle, consapevole che se lui avesse tentato di baciarla, lei non si sarebbe opposta.

Invece tentennò, si fermò, si abbassò dandole per un attimo l'illusione che fosse caduto, ma si era solo messo in ginocchio e con una mano tirava fuori dalla tasca dei pantaloni un minuscolo cofanetto di velluto blu, che aprì.

Il cuore di Mary era partito ad un ritmo di galoppo. Mai avrebbe pensato che lui potesse farlo, che lui potesse solo averlo pensato! Non era il tipo! Non ...
"Marianna, mi vuoi sposare?"
Ora era Mary a bocca aperta, a guardare alternativamente i suoi occhi e quell'anello di oro bianco, con un diamante così grosso rispetto a quello di sua madre, ma allo stesso tempo fine, in quella montatura ricercata con un cuore che circondava la pietra trasparente... si sarebbe persa una sera a studiarne la forma complessa e semplice insieme ... ma lui si aspettava una risposta.

Era quello che voleva? Un uomo sexy e forte, bello da morire, da esserne gelosa ogni volta che una bella ragazza era nelle vicinanze? Un uomo così leale ed eroico, qualcuno a cui appoggiarsi, che le desse sicurezza e sostegno, ma anche fonte di tanti dubbi e ansie? Un uomo nel cui passato c'erano state così tante donne, un uomo che forse solo lei era stata in grado di capire così profondamente, tanto era tormentato ...
E Matt e Greta, lo avrebbero accettato? Lui avrebbe accettato loro? Quanti dubbi, quante domande nello spazio di tempo di pochi secondi.

La fiamma continuava a danzare, illuminando i loro volti in modo incostante. Mary chiuse gli occhi un attimo. 
No, Sam, sta volta non ti chiedo nulla! Devo essere io a scegliere!.

Improvvisamente tutto fu chiaro dentro di lei. Aveva capito quello che voleva. Sospirò profondamente, convinta che quella che stava per pronunciare era l'unica risposta possibile, la sola verità che sentiva venire da dentro. Ormai era decisa, prese fiato e coraggio e pronunciò quell'unica parola, mentre Mark tratteneva il fiato!

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