Dopo la tempesta

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"Allora, Principessa, vuole il latte con la schiuma, fatto con la macchina o quello scaldato come una volta col pentolino sul fuoco?"
"Pentolino, pentolino!"
Mark seduto al loro tavolo, partecipava alla colazione con allegria.
"Sembra che tu ci sappia fare con i bambini!" gli fece notare Jessy.
"Credo che sia un caso, non ho alcuna esperienza ..."

Da poco era tornata la corrente: questo significava che gli uomini al lavoro stavano liberando la strada, a breve non sarebbero più stati isolati.
Si erano tenuti in contatto sempre più spesso via radio: Alex aveva rassicurato Mary circa le condizioni di Matt, dopo che le aveva spiegato cosa e come controllare. Ma per oggi, lui doveva stare a riposo e al caldo.

Per gli altri bimbi e ragazzi, era stata organizzata una gara al pupazzo di neve più bello. Potevano mettersi a coppie e farsi aiutare dagli adulti, ma questo solo nella preparazione della sagoma. I dettagli dovevano essere tutti opera dei piccoli artisti.
Così i disagi e le paure del giorno precedente si erano già trasformati in divertimento!

Mary ne avrebbe voluto approfittare: aveva un bel po' di sonno arretrato da recuperare! Anche se era l'ultima giornata piena di vacanza, non moriva dalla voglia di uscire nella neve, al freddo, dopo le avventure del giorno precedente. La ritrovata serenità con Matt la metteva di buonumore, il suo volto era radioso, non smetteva di sorridere e ringraziare tutti quelli che, venuti a conoscenza dell'accaduto dal pomeriggio prima, facevano la fila per ringraziarla e complimentarsi per il suo coraggio ...

Si sentiva un po' a disagio per tanti riconoscimenti, cercava di minimizzare e di dare il giusto merito a Mark, senza il quale non sarebbe nemmeno uscita viva da questa storia ...

"Pare che abbiamo una vera eroina fra noi!" La prese in giro bonariamente Mark, che si era tenuto per ultimo di quella processione.
"Non avrei combinato nulla senza il tuo aiuto, lo sai! Grazie ... per tutto!" gli sorrise, sinceramente e di cuore, forse per la prima volta!
"Allora non sei più arrabbiata per la storia di Matt?"
"Non lo ero nemmeno prima ... Cioè, non con te! Ero preoccupata! Molto! Arrabbiata, si anche, con me che non avevo fatto abbastanza per tenerlo al sicuro ..."
"È una tua abitudine farti carico delle colpe degli altri, vedo!"
"Se non ho capito male, anche tu! Pare che tu abbia un conto in sospeso con questo posto e con chi ci abita. Ne vuoi parlare?"
"Potrei annoiarti, è una lunga storia, non finisce bene ..."
"Ho bisogno di restare sveglia, finché non arriva Alex, devo fargli il mio resoconto e ho dei dubbi sulla salute di Matt ..."
"Quindi non ho scampo?"
"Io mi sono fidata di te, ... tu pensi di poterlo fare con me?"
- Trust me darlin', trust me darlin' -
Dopo averci riflettuto un attimo Mark annuì "Ok! Ma ricorda che l'hai voluto tu!". Lei lo spiazzava, ma era come una calamita, sentiva di doverglielo, di potersi fidare. Si sedettero di fronte al fuoco, Matt e Jessy giocavano a videogiochi nell'altra stanza: sarebbero stati parte della giuria della gara di pupazzi.

"Ero un ragazzino o poco più: i miei mi portavano sempre qui in vacanza. C'erano nati, poi si erano trasferiti per motivi di lavoro. Io mi annoiavo, non avevo amici. Negli anni iniziai a conoscere pian piano Elizabeth, la figlia più grande di Hans e Maria: somigliava molto a Ingrid, ma era più determinata, non aveva paura di nulla, intelligente, un vulcano di idee, un maschiaccio da bambina e adolescente ... Ricordo di aver pensato che fosse un peccato che fosse femmina, sarebbe stato il mio migliore amico!
Un'estate però la vidi cambiata! Aveva lasciato crescere i capelli, portava abiti femminili, aveva iniziato a usare un po' di trucco, faceva girare la testa a tutti ...
I ragazzi del paese venivano fin qui con scuse assurde, banali, per poterla vedere, per poterle parlare, ma lei era la mia amica! Non so se mi spiego, ero quasi geloso delle sue attenzioni!"
"Alex era fra quei ragazzi?"
Lui la guardò, stupito del suo acume ... con mezzo sorriso fece cenno di si con la testa.
"La baracca dove ti ho trovata, l'aveva avuta in eredità da suo nonno ... in qualche modo aveva convinto i ragazzi ad aiutarla a restaurarla ... 'Magari un giorno mi sposo e vado ad abitare lì' diceva con un sorriso, illudendoli, uno a uno. Ma poi li teneva tutti a distanza. Tutti tranne me, anche se non voleva che suo padre sapesse di noi ... diceva che lui non vedeva di buon occhio le storie fra i dipendenti e i clienti, ne aveva già licenziati, per quel motivo!
La sua vera idea su quella baracca, però era un'altra: era uno chalet, isolato dal mondo, dove i clienti più esigenti potevano avere una reale immersione nella natura: niente tv, niente elettricità, niente telefono; l'aveva proposta ad Hans, ma lui non aveva accolto con entusiasmo l'idea. Lei non si arrese: portò biancheria, coperte, sapone e ogni cosa che poteva servire: l'ascia per la legna, legna già tagliata, il necessario per fare fuoco, recipienti per l'acqua, ... si sarebbe impegnata a portare pasti caldi due volte al giorno, con la motoslitta ..."
Lui lasciò passare lunghissimi momenti perso in quei pensieri ....
"Crescemmo insieme, anche se per la maggior parte del tempo a distanza. Fu a lei che diedi il mio primo bacio, fu la mia prima ragazza, il mio primo amore, la mia ... la nostra prima volta, in quello chalet, avevamo diciassette anni ..."
Mary si stupì di quanto profondamente lui si stesse aprendo, aveva quasi timore a lasciarlo parlare, ma altrettanto ad interromperlo ...
"Ci amavamo, ci eravamo promessi di non lasciarci mai, di lavorare sodo, guadagnare per sposarci, qualsiasi cosa dicessero i nostri genitori, eravamo noi contro il mondo...
Lei litigò con suo padre per lo chalet, ma non voleva mollare e le venne un'idea: ci sarei stato un giorno e una notte intera per dimostrare a lui che ci si poteva vivere, ma doveva metterlo di fronte al fatto compiuto, altrimenti non le avrebbe dato il permesso. Lei mi avrebbe portato i viveri, ci saremmo tenuti in contatto con la radio ... dovevo resistere 24 ore ...
Il pomeriggio non ci furono problemi: ai miei dissi che rimanevo a dormire da uno dei ragazzi con cui stavo legando in paese. Contrariamente alle previsioni, fu una notte terribile, come ieri: il vento, la neve, rami che cadevano a un passo dalle finestre!
Io, per radio minimizzavo, ma iniziavo a temere di aver fatto una cazzata astronomica, mi avrebbero trovato morto assiderato. Forse dal mio tono si intuiva ... Lo tenni per me, però.
Poi le comunicazioni si interruppero ... Non seppi più nulla. Davo la colpa al tempo! A tratti mi assopii.
Ma quando fu di nuovo giorno, quando la bufera era ormai passata, mi vestii e partii per l'hotel, senza aspettare che arrivasse lei, ero furibondo, infreddolito, stanco ... mi vennero incontro Hans e altri uomini in cerca di noi, di lei ...
Io non la vedevo dalla sera prima ... aveva preso la motoslitta nella notte, per venire da me, per sincerarsi che io stessi bene ... la trovarono in fondo ad un crepaccio, ma era troppo tardi, non c'era più nulla da fare!
La Signora della Montagna aveva preso il suo compenso."

Mary tacque, lui l'aveva informata che non ci sarebbe stato un lieto fine, ma non aveva previsto una tragedia di quella portata! Era terribile, non sapeva che dire!
"Hans non mi ha più parlato da quel giorno! Alex e altri pensano tutt'ora che se io non fossi mai venuto qui, lei ci sarebbe ancora ... Maria aveva capito il sentimento che c'era, mi ha sempre difeso, mi ha accolto come se fossi suo figlio ... e io non riesco a stare lontano da questo posto, come se lei ci fosse ancora ...
Ecco, ora sai che uomo sono: io ero arrabbiato con lei, perché mi aveva messo in quella situazione, mentre lei moriva per venirmi ad aiutare!"
"Mark ... " il fiato le si bloccò in gola.
"Il fatto è che non sono arrivato in tempo! Se solo fossi arrivato prima, avrei potuto fermarla, avrei ...."

Mary gli sfiorò una mano, poi appoggiò la propria sulla sua. Non disse nulla, lo guardò, a lungo.
Lui, la testa bassa, le braccia appoggiate sulle gambe, il morso feroce di quei ricordi che lo dilaniava dentro ...
"Non dici nulla? Non vuoi sparare la tua sentenza, come tutti gli altri? Innocente o colpevole?"
"Non è a me che devi chiederlo! Credo che il tuo dolore sia una pena ... eccessiva, qualunque sentenza tu abbia deciso di emettere, verso te stesso! Dovresti perdonarti, lasciarla andare ..."

SPAZIO AUTRICE

Eccoci qui ... vi aspettavate questo risvolto? Mark che si confida con lei! Ma è lo stesso Mark?

E Mary ora lo apprezza di più o ne ha paura?
Voi che dite?
Beh, qualsiasi sia la vostra opinione ora, mi sa che la cambierete qualche altra volta ....
Buona lettura!
Se vi è piaciuto il capitolo, aspetto la vostra stellina! 😘

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