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L'indomani pomeriggio Mary con i ragazzi salì in auto diretta verso casa dell'amica.

Aveva pensato a mille cose da scrivere a Bryan per rimandare o disdire, aveva persino iniziato tre o quattro volte a scrivergli un messaggio per annullare l'appuntamento.  Ma ogni scusa le pareva una vigliaccata.
E scrivergli È stata un'idea della mia amica, è stata lei a scrivere quei messaggi   pur essendo la verità, suonava difficile da credere.
Non voleva nemmeno deludere Bryan, che era sempre stato carino con lei! Magari aveva bisogno di un'amica con cui sfogarsi, a cui raccontare pene e difficoltà della propria vita ...

Suo malgrado un po' alla volta decise di mantenere la parola data, anche se non l'aveva data lei, e comportarsi come sempre; in fondo Bryan era un ragazzo divertente, avrebbero passato una bella serata, solo Dio sapeva quanto aveva bisogno di una pausa, di una serata spensierata.

Jessy le aveva chiesto di non indossare subito l'abito, ma portarlo con sé: non capiva il senso di questa richiesta, ma Mary l'accontentò comunque. Anche perché la questione ceretta non era ancora risolta.

Poco dopo il suo arrivo, i ragazzi si erano più che ambientati. Dopo la merenda uscirono in giardino approfittando delle ultime ore di sole per giocare all'aperto.

Jessy si era trasformata in una perfetta estetista, parrucchiera e make up artist. Ma come faceva? Caspita che superfemmina! I suoi capelli erano sempre perfetti, lisci lisci, ma quando li voleva ondulati, erano precisi, come le dune del deserto che prendevano forma, sapientemente cesellate dal vento. E quando li voleva raccogliere dandone l'aspetto spettinato, lo riusciva a fare in modo perfetto!

In circa tre ore trasformò Mary come avrebbe fatto la fata turchina con Cenerentola, solo che invece della bacchetta magica sfruttò il phon, la piastra, un numero imprecisato di spazzole, lacche schiume, la ceretta professionale e l'altrettanto professionale crema per ridurre le irritazioni e mascherare quegli odiosi puntini rossi, e ancora una crema per il corpo illuminante che le fece spargere sul collo, décolleté, braccia ... Mary non sapeva nemmeno che esistesse un prodotto così. Poi che se ne faceva? Il suo vestito non mostrava certo tutto ciò che Jessy aveva insistito per illuminare a aveva le maniche lunghe, ovviamente, vista la stagione. E poi il trucco, un numero esagerato di ombretti, mascara, fondotinta, rossetti facevano bella mostra su un tavolino dedicato a quello, con un grande  specchio alla parete e uno più piccolo che ingrandiva i particolari di 10 volte! A paragone con la sua scatolina di trucchi all-in-one e quei quattro o cinque pezzi di maquillage sfusi, quella era come un camerino delle dive! E dire che secondo lei Jessy era molto più carina quando era truccata poco!

"Jessy, dove hai messo il mio vestito? Non lo trovo più!"
"È lì sul letto."
"Ma no, ti sbagli, questo non è mio"
"Mary, certo che si, è proprio quello il TUO!" lo disse con un mezzo sorriso e sottolineando la parola tuo.
"Ma ..."
"Niente ma, mettilo subito, che si fa tardi! Mi ringrazierai dopo, o domani ... o dopodomani se ti va molto bene!" disse con un po' di malizia e strizzandole l'occhio. Mary si arrese all'insistenza dell'amica.

Il vestito che le aveva dato era nero, di un tessuto lucido, dal colore cangiante in base a come la luce lo accarezzava, senza maniche, con una scollatura decisamente più generosa di quello che aveva portato lei, anche se per nulla volgare, si stringeva in vita, per poi diventare più morbido e appoggiarsi sui fianchi, sottolineandone le curve, né troppo ossute, né troppo abbondanti, che però Mary non riusciva a considerare sexy, sentendosi sempre inadeguata. Finiva poco più su delle ginocchia, per nulla sfacciato, ma meno castigato del suo. Un coprispalle in maglina leggera traforata completava il tutto, aggiungendo la civetteria dell'effetto vedo-non vedo, ma garantendole di non morire di freddo.

"Credi che sia eccessivo?" Chiese Mary all'amica dopo averlo indossato e guardandosi allo specchio.
"Secondo me è anche troppo serio, ma se avessi osato di più, sono sicura che non lo avresti messo! Ma se non ti fidi di me, chiediamo alla bocca della verità,  anzi alle bocche! Ragazzi, venite qui e ditemi che ne pensate!"
Con un rumore tumultuoso, che ricordava una mandria in fuga, arrivarono tre scatenatissimi diavoletti "Zia! Sei bellissima, come una ballerina della tv!" esclamò candida Greya.
"Mary, stai una favola!" se ne uscì Jody.
Solo Matt non commentò, rimase a bocca aperta, ma lo sguardo parlava per lui, stupito e ammaliato da quella stessa donna che ogni giorno si occupava di lui e della sua sorellina, in tutt'altri panni!
"Beh, così un fidanzato lo trovi di sicuro!". All'affermazione ingenua di Jody, Matt fece una smorfia e tornò alla consolle del videogioco che aveva lasciato di là, pensieroso e taciturno, mentre le due donne ridevano divertite, con Jessy che strizzava l'occhiolino a Mary.

Fra un preparativo e l'altro erano pure riuscite a preparare la cena, che i ragazzi avevano spazzolato in pochissimo tempo.
Ora erano tutti pronti per uscire. Mary aveva già dato il seggiolino da auto per Greta all'amica, e dopo mille raccomandazioni ai due nipoti, mille rassicurazioni di chiamarla se fosse successo qualcosa, qualsiasi cosa, se Greta si fosse svegliata e su come agire in quel caso, dopo che Jessy le promise di aggiornarla appena fuori dal cinema e prima di andare a letto, finalmente Mary si congedò per dirigersi al suo appuntamento.

In auto si sentiva nervosa, per nulla a suo agio, troppo esposta ed esplicita con quel vestito, quel trucco, quella pettinatura, solo per un appuntamento con un amico gay! Jessy aveva esagerato! Ma perché lei era stata al gioco? Già si vedeva a darle tutta la colpa con Bryan, sarebbe potuta uscire con jeans e un maglioncino, sarebbe stata più a suo agio e più adatta allo spirito della serata. Sbuffò. Ma perché tutta quest'ansia, si disse! In fondo è solo Bryan!

Mancavano due minuti alle 20:00, quando Mary entrò nel parcheggio, guardandosi intorno trovò uno stallo abbastanza illuminato e concludendo la manovra intravide Brian che le si avvicinava.

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