Una strana serata

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Bryan la raggiunse prima che lei spegnesse il motore dell'auto e da perfetto gentiluomo le aprì lo sportello e l'aiutò a scendere, accogliendola con un sincero ciao.

Mary perse un attimo a sistemarsi in equibrio sui tacchi non troppo alti, ma abbastanza stretti da farla vacillare appena, mentre lui, ancora tenendola per la mano per offrirle più equilibrio, si era fatto serio e silenzioso, squadrandola dalla testa ai piedi, osservando attento quello che il tranch leggero aperto gli permetteva di intravedere, la bocca leggermente aperta, gli occhi spalancati.
"Sei bellissima" disse quasi in un sussurro, mentre le appoggiava un delicato bacio sulla guancia.
"Anche tu" rispose lei, arrossendo, da tempo non più abituata alle attenzioni maschili, quand'anche disinteressate.

Lui indossava jeans scuri, un po' stinti, aderenti, ma non troppo fascianti, un giubbetto sopra ad una camicia scura, senza cravatta e con i primi due bottoni aperti. Per essere ottobre inoltrato la sera era ancora tiepida.
I suoi capelli biondo-castano con un po' di gel avevano assunto quell'aria ordinatamente spettinata che aumentava la sua sicurezza e tanto donava al suo bell'aspetto. Doveva essere sicuramente uno che non passava tante serate solo!
"Ti avevano dato buca? O ti sei liberato subito per sta sera, visto che ti ho avvertito all'ultimo?" disse con un po' di ironia Mary per rompere il silenzio che si stava facendo strano tra loro.
"Si, no, ... avrei dovuto uscire, ma la compagnia era sicuramente meno piacevole e la serata meno allettante! I tuoi messaggi mi hanno davvero ... incuriosito!"
"A proposito ... non è farina del mio sacco! Jessy, la mia amica mi ha preso il cellulare mentre ero impegnata e ha fatto tutto lei!"
"Oh, quindi sei stata costretta?"
"Si, ... cioè, no!" un sorriso imbarazzato affiorò alle sue labbra "Beh, vedi, io non sarei stata tanto sfrontata da prendere l'iniziativa ... né tanto meno a scrivere quello che ha scritto lei! Ma non mi dispiace di essere qui, con te".

Era sincera: era da un po' che avrebbe voluto vedere Bryan al di fuori del lavoro, conoscerlo come amico; le dava l'impressione di essere un bravo ragazzo, un buon lavoratore, uno in gamba, il tipo di persona di cui amava circondarsi, per arricchire il proprio io e magari offrire qualcosa di suo, in un modo sincero e disinteressato.

Ma chissà perché non si sentiva a suo agio come al bar, forse perché non c'era un bancone di mezzo, forse perché la serata era più lunga del breve contatto di una pausa caffè, forse perché la sera non era giorno o per via del suo aspetto attuale.

Decise di sottolinearlo "anche il vestito e il trucco è opera della mia amica, credo abbia un tantino esagerato! Io avrei scelto qualcosa di più semplice".
"In questo caso, ricordami di ringraziarla!" le disse semplicemente, ma senza darle il tempo di interiorizzare completamente, riprese "Senti, il film sta per iniziare, è meglio che ci sbrighiamo!"

Aveva già scelto il film e preso i biglietti, per evitare code, si fermò un attimo per prendere i pop corn, un secchiello che le sembrò enorme, ma meno male, perché iniziava ad avere fame e temeva di sentire il proprio stomaco brontolare durante i momenti di silenzio: da quando i nipoti stavano da lei aveva anticipato l'orario della cena e a quell'ora di solito la digestione era ben avviata e i piatti lavati!

Uscendo dalla fila del bar, Brian la vide restando nuovamente a bocca aperta per un attimo: le luci, ora più generose e il calore dell'ambiente che l'aveva invogliata a togliersi il soprabito, la rendevano uno splendore. Si costrinse a chiudere la bocca e deglutire per poter dire qualcosa. Le porse i pop corn, si tolse a sua volta il giubetto e prese con galanteria il suo soprabito, indicandole la strada "Di qua, mia Cenerentola!" le ultime due parole sussurrate, coperte dal frastuono della folla che si era radunata arrivarono alle orecchie di lei troppo debolmente per poter essere colte.

Lei era mezzo passo avanti e lui le appoggiò delicatamente la mano sulla parte bassa della schiena, nel punto dove l'abito aveva un'ampia apertura, una scollatura generosa, chiusa sola da una sottile striscia di stoffa che copriva la parte posteriore del reggiseno e solo in parte coperta dal fondo del coprispalle. Il contatto fra la mano di lui e la pelle nuda di lei stupì, per un istante, entrambi: lui, che non aveva ancora notato come era fatto il retro del vestito, ne fu piacevolmente stupito e non ritirò la mano; lei che non se l'aspettava, percepì un brivido per tutta la schiena, ma decise di non darlo a vedere ... non era più abituata a quel tipo di contatto, ma non doveva per forza farglielo sapere ora. Jessy sarebbe stata orgogliosa della sua (non-)reazione!

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