Un giorno come un altro ...

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Al risveglio non ricordava nulla di ciò che aveva sognato, ma di una cosa si era resa subito conto: la piccola Greta aveva dormito tutta la notte! Sembrava un giorno come un altro, ma già il suo inizio era straordinariamente speciale, nonostante potesse sembrare una cosa così stupida, banale. Decise di segnarlo sul calendario della cucina, mettendo un cuoricino! Chissà magari fra un po' di tempo ne avrebbero riparlato!
Per il resto la giornata proseguì come al solito. Si era accorta però che il giorno prima non aveva riportato le tazzine al bar, forse troppo sconvolta da .... da cosa poi? Da un bel viso? Non era il tipo da sciogliersi per così poco! Certo, c'erano anche le mani, grandi e forti, le aveva sentite su di sé mentre la salvavano. Ma per favore! Quella schiena larga, il portamento, un fisico che pareva a dir poco da statua! Ma non era da lei comportarsi così.... "Ah.." sospirò a voce alta, decise che avrebbe riportato le tazzine uscendo dall'ufficio.
Quel giorno non doveva correre a scuola: un giorno a settimana riusciva a coordinarsi con le mamme dei compagni sia di Greta che di Matt per portarli a fare attività.
Si era resa conto solo quella mattina che oggi non avrebbe dovuto accompagnare né Matt, né Greta e solo occuparsi del ritorno della bimba e di un'amichetta, rientrando a casa giusto in tempo per accogliere il ragazzino. E le sembrava così strano avere quasi un paio d'ore libere.
Non aveva programmato nulla: se si fosse accorta prima poteva prenotare dall'estetista, o dalla parrucchiera, ma ormai ... beh, per quanto riguardava i capelli, potevano crescere un altro po', ma sarebbe stato un bel modo di coccolarsi ... siccome però dell'estetista ne aveva proprio bisogno, si ripromise di provare a prenotare per la settimana prossima mentre Matt era a calcio, si sarebbe portata Greta: in fondo le sembrava di fare una cattiveria al maschietto a portarselo dietro, mentre la bimba ... prima o poi sarebbe toccato anche a lei! A meno che non fosse diventata una di quelle fortunatissime ragazze a cui non crescono peli, ma solo peluria quasi trasparente! Invece lei, ... mai una gioia!
Come al solito era l'ultima a parte il capo a uscire dall'ufficio e con le tazzine si diresse verso il bar.
Entrando trovò Bryan, al posto di Lou: lo guardò con aria tanto stupita che lui le disse: " Ciao Mary, che c'è, ho la faccia dipinta di viola?". Riscuotendosi, gli rispose "No, no, solo mi aspettavo di vedere Louisa, oggi!" "Beh, in effetti, ho fatto il doppio turno oggi, perché è malata! E mi toccherà anche domani! Speriamo si rimetta presto! Ha parlato di un influenza intestinale!" Fece una smorfia al solo pensiero, incrociando le dita e facendo altri scongiuri meno eleganti .... Mary sorrise, non solo per le facce di Bryan, ma perché sopportava quella ragazza come le tasse: un male necessario, ma sempre troppo invadente!
"Beh, allora ...." disse guardandosi in giro e vedendo pressoché il deserto dietro di sé,  dentro al locale, ancora pensando a come sfruttare il tempo "potrebbe essere il momento giusto per quell'aperitivo che ti avevo promesso!" Gli disse strizzandogli l'occhio in modo un po' civettuolo.
Fra loro era così: battutine e frecciatine come se da un momento all'altro dovessero diventare intimi .... Nulla di più lontano dalla realtà invece! Bryan non aveva idea (o almeno così riteneva, poiché in ufficio si dilungava poco in particolari della sua vita privata) che lei era stata fidanzata per molto tempo, che ora era single da un po', quasi una madre single!
E lei sapeva poco o nulla di lui: se era single, o felicemente in coppia, se passava da una relazione all'altra, se aveva fatto coming out con i suoi, se al lavoro sapevano. Lo guardò con trasporto, consapevole che anche per lui la vita era difficile: ancora troppi pregiudizi erano quasi palpabili!
"Così non vale! Io volevo un incontro tête-a-tête e invece io sono al di là del bancone!" " Beh, io oggi ho un po' di tempo, perché mi hanno disdetto degli appuntamenti" disse per restare nel vago. "Prendere o lasciare! Ma a giudicare da quanti clienti hai, fai benissimo in tempo a prepararci un drink e venirlo a bere ad un tavolo con me, o se preferisci qui al bancone". Non se lo fece ripetere due volte, preparò due cocktails alla frutta, analcolici: lui era al lavoro e lei non voleva correre il rischio di prendersi una multa! "È  ancora presto per bere e la cena troppo  lontana!". Si sedettero negli alti sgabelli del bancone, così lui sarebbe stato pronto nel caso fosse entrato un cliente, o uno dei presenti volesse il conto.
"Allora Mary, quand'è che mi segni nella tua agenda, per un vero appuntamento?" Le disse strizzandole l'occhio e con un mezzo sorriso.
"Stai già pensando al prossimo e non sai ancora se questo andrà bene!"
"É perché non ne dubito!" Disse lui sicuro. La guardò negli occhi serio, quasi indagatore, mentre lei non riusciva a interpretare quello sguardo e si sentiva quasi a disagio. Era la prima volta con lui che non sapeva cosa rispondere, come reagire.
"Piuttosto, veniamo al motivo che ti accennavo: sta girando da un po' un tipo, uno notevole, che non passa inosservato al genere femminile .... non so se mi spiego ... pare che nel suo lavoro sia in gamba, niente da dire, fa il consulente, va nelle ditte, nelle imprese di servizi, le analizza, le passa a setaccio e ne aumenta il guadagno, quasi del 30%, chiedendo un compenso accettabile". Fece una pausa e a lei venne spontanea una domanda: "quello che fa è legale?" "Certo, si, il problema non è quello! È che ... - tergiversò un po' - sembra che sia un latin lover, uno sciupafemmine, uno che seduce, sferra il colpo e poi sparisce. Me ne ha parlato una mia amica, c'è cascata anche lei, non avrei detto che le potesse capitare, è una così seria! Pensa che a causa sua ha rotto con il fidanzato, ... avevano già parlato di matrimonio, capisci? A lui non interessa niente che le donne su cui mette gli occhi siano occupate!"
Gli rispose con un sorriso "E tu mi avverti, perché io non mi lasci abbindolare? Sei molto caro, sul serio a preoccuparti per me! Ma quei tipi non attirano la mia attenzione" di solito, pensò, ma non lo disse! "E poi, di solito le prede di quei tipi sono ragazze bellissime, appariscenti, abituate ai corteggiatori, no? Ragazze che in qualche modo si mettono in mostra ...  ovviamente senza offesa per la tua amica!" Già, pensò lui, e tu non passi certo inosservata, sei uno schianto e non te ne rendi nemmeno conto ...
"Mary, promettimi che non sottovaluterai la cosa! Ne è uscita distrutta, è andata in depressione e ne sta uscendo lentamente con l'aiuto di uno psicologo e di farmaci. Pensa, è dimagrita di 10 kg per questa storia e prima era tutt'altro che grassa, anzi era proprio un bocconcino! Se penso a come è ridotta ora! Ha rischiato di perdere anche il lavoro".
A quelle parole Mary si fece seria e annuì più volte per fargli capire che aveva capito, pensando ai due ragazzini di cui ora era responsabile.
"Ok, Bryan, starò attenta, grazie dell'avvertimento!". "Se proprio hai bisogno di affetto, mi offro volontario per scaldarti nelle lunghe notti invernali!" Gli rispose con un sorriso e facendole l'occhiolino, per sdrammatizzare!
Lei ricambiò con un sorriso poco convinto, pensando ai due nipotini e allo sconvolgimento interiore che le aveva creato quel Mark: sarebbe stata in grado di mantenere la razionalità, di rimanere sé stessa, di non farsi abbindolare? Certo, si disse, lo avrebbe fatto per i suoi nipoti. E poi, l'unica cosa che a lui interessava fare con lei, pareva essere prenderla in giro e criticarla. In quanto cliente del suo capo era quasi certa che un paio di incontri sarebbero bastati per gli accordi di rito, il resto sarebbe stato definito via mail. Con un po' di fortuna non lo avrebbe più rivisto ....
Rimase pensierosa, ancora non ben conscia delle parole e del comportamento di Bryan, davanti al suo drink a metà, mentre il campanello della porta col suo tintinnio annunciava l'arrivo di un nuovo cliente e il suo compagno di aperitivo si alzava per farsi trovare pronto.

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