Speciale 500K letture! 😳❤

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Leonardo

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Leonardo

Aspetto Alice fuori dall'aula per tornare a casa insieme e nel frattempo fumo una sigaretta. Oggi è uno di quei pochi giorni in cui i nostri orari combaciano, dunque, ho pensato di farle una piccola sorpresa e aspettarla.
Oramai stiamo insieme da tre anni e io la amo ancora come se fosse il primo giorno, anzi, probabilmente la amo ancora di più.
Ci sono stati alti e bassi nella nostra relazione, ma siamo riusciti a superarli grazie alla nostra voglia di stare insieme. I bassi erano causati più che altro da me e dalla mia gelosia.
Frequentando due corsi di laurea differenti, abbiamo stretto amicizie diverse con una sola variante: a ingegneria meccanica ci sono solo cinque ragazze, mentre in economia, i sessi si distribuiscono in maniera equilibrata e la mia fidanzata attira troppe attenzioni maschili.
Come dargli torto? Fossi nella loro posizione, anche io ci proverei. Russo è bella, simpatica e anche intelligente. Purtroppo per loro è anche fidanzata con il sottoscritto.

«Ehi scusa, mi daresti un attimo l'accendino?», mi domanda una ragazza con una sigaretta spenta tra le labbra.

Annuisco e le porgo il clipper. In questo preciso istante, Alice esce dall'aula. Insieme a lei c'è un suo amico che non mi piace affatto, si chiama Alessandro e credo fermamente che voglia provarci.
Alice alterna lo sguardo tra me e la ragazza.

«Amore, cosa ci fai qui?», domanda con un apparente tono innocente, dietro il quale nasconde il fastidio causatole dal fatto che mi ha sorpreso a parlare con una ragazza a lei sconosciuta.

Trattengo una risata a stento. Alla fine non siamo poi così diversi.

«Ti stavo aspettando Heidi, così possiamo tornare a casa nostra insieme», dichiaro sorridendo a lei e gettando un'occhiata torva a lui.

«Non sapevo conviveste», dice Alessandro.

«Sì, conviviamo da quando abbiamo iniziato l'università», lo informo.

E ora smamma, penso.
La ragazza a me sconosciuta mi ringrazia e inizia a farmi delle domande a raffica nonostante non mi abbia neanche detto il suo nome.
Alice mi sta ancora fulminando con lo sguardo senza prestare troppa attenzione a quello che le sta dicendo il suo amico. Si limita ad annuire e quando Alessandro va via, mi prende a braccetto per marcare il territorio con la Ragazza-Senza-Nome.

«È stato un piacere conoscerti. Grazie ancora per l'accendino.»
«Figurati.»

Non appena la ragazza si allontana, Alice lascia il mio braccio e si incammina verso casa. Per affiancarla mi bastano due semplici falcate.

«Sei arrabbiata, amore?», tento di trattenere una risata divertita.

Alice è molto diversa da me. Io sono il tipo da scenate e sfuriate, lei è più tipa da silenzi e frecciatine finché di punto in bianco non esplode. E io amo stuzzicarla, è uno dei miei hobby preferiti da quattro anni a questa parte.

«No, figurati», risponde con un'altra frecciatina.

Per il resto del tragitto non aggiungiamo niente, ma Alice è così nervosa che litiga per un minuto buono con la serratura della porta, per poi rendersi conto di aver messo la chiave al contrario.

«Alessandro ti sta sempre intorno. Mi devo preoccupare?», domando mentre siamo intenti a sfilarci dalle spalle lo zaino e il giubbotto.

«Cambierebbe qualcosa se ti dicessi di no?», replica con tono sarcastico.
«Magari, se fosse gay...»
«Non è gay», dice per poi dirigersi verso la nostra camera.

«Allora, se ti sfiorerà anche un solo capello, sarò costretto a spaccargli la faccia», dichiaro, fingendomi dispiaciuto al pensiero.

Alice mi lancia un'occhiataccia. «Se dovessi ragionarla come te, a quest'ora mezzo campus sarebbe senza volto.» Si sfila il maglione con un gesto secco e lo lancia sul materasso rimanendo in canottiera e jeans.

«Non è la stessa cosa e tu lo sai. In facoltà i maschi sono più meschini. Possono usare mille scuse per avvicinarsi: appunti, progetti in comune, far finta di non capire degli esercizi...a meccanica le ragazze saranno a occhio e croce cinque», tento di spiegarle per l'ennesima volta.

Alice fa roteare i suoi occhi verso il soffitto con fare seccato. «Punto primo, le ragazze al terzo anno di meccanica sono sette e ti sbavano tutte dietro. Punto secondo, il tuo raggio d'azione è l'intero campus. Ogni volta che ti metti a fumare qualcuna arriva e ti chiede l'accendino o una sigaretta. Per non parlare di quando fai il turno al bar...», sistema i vestiti che ho raccolto stamattina dallo stendino prima di andare a lezione e che fino a poco fa giacevano in una cesta. Chiude i cassetti così forte che ho paura possano restarle in mano.

Mi avvicino a lei e le cingo la vita con le braccia. «Heidi...», richiamo la sua attenzione e tento di calmarla lasciandole dei baci leggeri sul collo. «Lo sai che delle altre non me ne frega un cazzo. Per me ci sei solo tu. È te che amo.»

Ed è la verità. Per quanto mi piaccia sentirmi desiderato, nonostante ormai abbia una relazione stabile, nessuna può anche solo lontanamente competere con Russo. Quando i miei occhi si posano su di lei, il mio sguardo cambia, si addolcisce. Quando le mie mani sono sul suo corpo, la stringono facendo attenzione a non farle del male. Quando torno a casa nervoso, dopo una giornata di merda, è colei capace di calmarmi.

«Sì, lo so. Ma quelle che ci provano mi infastidiscono lo stesso», sbuffa.
«So come ti senti, succede anche a me». La stringo più forte e inspiro il profumo dei suoi capelli. «E se solo ti vedessi con i miei occhi o con quelli di tutti quei pezzi di merda che ci provano con te, lo capiresti. E capiresti anche perché ho voglia di prenderli a pugni.»

Alice si volta, facendo mescolare il castano caldo dei suoi occhi con l'azzurro freddo dei miei. «Direi che in questi anni ti sei già dato da fare. Anche troppo.» Mi canzona, facendo riferimento a tutte le risse che ho scatenato perché qualche pezzo di merda ci provava con lei. «A uno gli hai rotto la mano. Dio, solo al pensiero mi incazzo di nuovo», dice passandosi una mano tra i capelli.

«Quel figlio di puttana ti aveva toccato il culo approfittando del fatto che ci fosse troppa gente! Sono io, semmai, che al solo pensiero, mi pento di avergli rotto solo la mano!» Alice per quella storia non mi aveva rivolto la parola per un'intera settimana. Era stato orribile.

«Non mi piace quando diventi violento.»
Le prendo il mento tra indice e pollice. «Lo so. E tu lo sai che quando si tratta di te, se qualcuno ti sfiora, perdo il lume della ragione.»
«Sei troppo geloso.»
«Senti un po' che pulpito...», la prendo in giro per poi catturare le sue labbra con un bacio.

Autrice:
Piccola sorpresa per il traguardo delle 500K letture.
Non posso credere che la storia di Alice e Leonardo abbia raggiunto tanti cuori.
Oramai non riesco a stare neanche dietro ai tanti commenti che ricevo sotto ogni capitolo e ve ne sono davvero grata.
Mi sono divertita ad immaginare i nostri protagonisti all'università e ad ipotizzare battibecchi tra loro e allo stesso tempo immaginarli più grandi tra lavori part-time e faccende domestiche.
Spero vi siate divertiti anche voi.
Passate a leggere Resta Ancora Un Po' se vi va di immergervi in un'altra delle mie storie.
Un bacio, sempre vostra,

Alexandria Lewis

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