29. Prendere o lasciare.

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Alice

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Alice

Guardo fuori dalla finestra di camera mia, piove a dirotto da due giorni e non sembra voler smettere, ciò significa che questo sabato non uscirò. Non che mi dispiaccia, tanto alla fine non sento la necessità di vedere nessuno.
Mando un messaggio a Noemi e Giulia e le informo che ho intenzione di passare la serata a guardare serie tv e che probabilmente mi ordinerò la pizza e domando loro se hanno voglia di venire a casa mia.
Sospiro e torno a buttarmi sul letto. Le giornate sembrano terribilmente vuote, da quando non ci parliamo più. Ho ancora in testa il suono della sua risata ed è da più di una settimana che i suoi occhi azzurri e penetranti non si mescolano con i miei.
Fare finta che non esista è più difficile di quanto immaginassi.
Di che ti lamenti? Sei tu che non vuoi parlargli, mi ricorda la mia coscienza.
Sento il bisogno di vederlo, ma non voglio vederlo, dunque faccio ciò che farebbe ogni persona al mio posto: vado sul suo profilo Instagram sperando di non farmi sgamare. Scelgo una foto in cui si vede bene il suo viso e la ingrandisco per vedere bene i suoi occhi.
Lo guardo per bene.

- Sei uno stronzo, Ferrari. - Sbotto contro il cellulare.
- Hai pienamente ragione. -
- Si, lo so. - Affermo convinta.

Sbatto le palpebre e poi mi volto di scatto verso la porta, dove Leonardo Ferrari mi guarda con aria divertita. Salto giù dal letto e tra incredulità ed imbarazzo mi avvicino a lui. - Che cosa ci fai tu qui? - Domando, e nel frattempo penso di dover aggiornare nonna Adele su alcuni avvenimenti. Tipo che io e Leonardo non siamo più amici.

- Avevo voglia di vederti. Certo, avrei potuto anche io andare sul tuo profilo Instagram, ma ti preferisco di gran lunga in carne ed ossa. - Dice divertito.

Le mie guance vanno a fuoco, così come anche le orecchie. - Bene, mi hai vista. Ora puoi anche andartene. - Sbotto indicandogli la porta.

Lui come risposta mi sorpassa e si accomoda sulla mia sedia girevole. Nel frattempo, la mia stanza viene invasa dal suo profumo, prendendo a schiaffi i miei sensi. Avanza con la sedia finché non arriva davanti al letto e mi invita ad accomodarmici, proprio lì, davanti a lui.
Capisco che non ha intenzione di andarsene, almeno non finché non avremo parlato.
Alzo gli occhi al cielo spazientita e dopo aver chiuso la porta, faccio come mi ha suggerito e mi siedo innanzi a lui cercando però di mantenere una certa distanza. Ora che lo guardo bene, ha un'aria un po' trasandata, nulla a che fare con le foto che posta su Instagram. Ha la barba tutta spuntata, le labbra screpolate, le occhiaie ed i capelli lasciati al caso.
Non credevo che ignorarlo avrebbe avuto questo effetto su di lui.

Sospira e congiunge le mani portandole davanti al viso, chiude un attimo gli occhi, come se stesse pensando bene a quali parole utilizzare perché probabilmente ha capito che non avrà un'altra possibilità così presto.

- Mi dispiace tanto, per le parole che ho detto. - Esordisce.

Riapre gli occhi e li punta nei miei. Ha già provato a scusarsi e non è andata bene. Allora perché ci riprova? Perché non può semplicemente trovarne un'altra e lasciare che io possa dimenticarlo?
Decido comunque di stare in silenzio, per ora, giusto per vedere fin dove è disposto ad arrivare. Proprio lui che è di poche parole e tende ad esprimersi a gesti.

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