37. La prima volta.

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Alice

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Alice

– Puoi farlo, se vuoi. – Ripeto a voce un po' più alta.
Leonardo strabuzza gli occhi, sembra essere senza parole. Cerca di studiare le espressioni del mio viso per capire se sto facendo sul serio o se lo sto mettendo semplicemente alla prova.
– Te l'ho già detto, non siamo obbligati a fare niente che tu non voglia fare. – Ribadisce, accarezzando la mia guancia.
Porto la mia mano sopra la sua e lo guardo dritto negli occhi.
– Lo so. – Lo rassicuro.
– Quindi…sei sicura? – Domanda con una certa titubanza.
Annuisco leggermente, sperando che questa conversazione finisca al più presto e si possa passare all’azione prima che inizi a ripensarci.
Lo vedo completamente nel panico e non ne capisco il motivo. Si guarda intorno come se stesse cercando un modo di rifiutarmi gentilmente ma non riuscisse a trovare le parole adatte.
– Se tu non vuoi, non fa niente – dico evidentemente demoralizzata.
– Aspettami qui un attimo – dice per poi scendere dal letto e uscire dalla camera.
Sono furiosa. Mi è passata la voglia di fare qualsiasi cosa. Se non voleva farlo con me stasera, bastava dirlo. Però è strano, il Leonardo Ferrari che conosco non si lascerebbe mai sfuggire un’occasione del genere. Non me ne frega di quello che mi ha detto di fare, non me ne starò qui ad attendere che si degni di tornare qui con chissà quale scusa. Scendo dal letto a mia volta ed inizio a cercarlo per casa sua come una furia. Controllo tutto il primo piano, senza trovarlo da nessuna parte. Esattamente mentre sono a metà della scalinata sento scattare la serratura del portone. Leonardo è bagnato fradicio ed è ancora a petto nudo.
– Ma dove cazzo sei andato? Ma ti sembra normale uscire con questo tempaccio? – Gli urlo da sopra le scale, in attesa di spiegazioni.
Leonardo alza lo sguardo verso di me e sorride in quel modo beffardo che mi fa impazzire e a seconda delle situazioni scaturisce in me sensazioni diverse. A volte vorrei tirargli un pugno in faccia, altre baciarlo.
A grandi falcate, Leonardo mi raggiunge senza dire alcuna parola. Si ferma esattamente allo scalino inferiore, in modo da avere la mia stessa altezza. 
– Ferrari, sto per arrabbiarmi sul serio se non mi spieghi cosa sta succedendo. Se non vuoi, non importa, sarà per un’altra volta, però…– non riesco a finire la frase perché mi bacia.
Un attimo dopo le sue mani grandi e calde, si insinuano sotto i miei pantaloncini e mi strizzano il sedere, lasciandomi sobbalzare leggermente ed emettere uno strano verso dallo stupore. Porto le braccia attorno al suo collo solo un secondo prima che lui mi sollevi da terra ed inizi a salire le scale con le mie gambe avvinghiate attorno al suo bacino.
Leonardo entra in camera sua, spegne le luci e poi mi adagia sul letto. Alcune goccioline scivolano dai suoi capelli per poi finirmi sul petto, facendomi riempire di brividi. Allunga un braccio per accendere l'abatjour sul comodino dalla quale proviene una luce più fioca, ci poggia sopra un preservativo, per poi riportare la sua attenzione su di me. I suoi occhi chiari mi scrutano con desiderio e si poggiano su ogni centimetro del mio corpo ancora completamente vestito. Le sue mani mi sfiorano le costole, i fianchi e si fermano sopra l'orlo dei miei pantaloncini che vengono sfilati insieme alle mutande.
In questo momento mi sento ufficialmente in imbarazzo. L'ultima volta Leonardo aveva usato le dita per farmi “rilassare”, come aveva detto lui, ed era stato fantastico, ma quantomeno non si trovava faccia a faccia con la mia intimità come in questo preciso istante.
Porto una mano sopra il mio pube poiché mi sento osservata ed imbarazzata.
– Heidi, cosa stai facendo? – Mi domanda Leonardo con tono divertito.
– Devi stare proprio lì a guardare? Non possiamo fare come l'ultima volta? – Chiedo, alzandomi sui gomiti e chiudendo le gambe per bloccargli la visuale.
– Sì, devo stare proprio qui a guardare. – Risponde ridacchiando mentre mi spalanca nuovamente le cosce per poi metterci la testa in mezzo.
Decido di non guardare, perché altrimenti farei prevalere l’imbarazzo, allora porto un braccio sopra gli occhi cercando di rilassarmi il più possibile e godermi il momento.
Le labbra di Leonardo baciano delicatamente ogni lembo del mio interno coscia per poi fermarsi un secondo. Sfiora la mia intimità con la punta della lingua in modo lento, pacato, quasi come se mi stesse assaggiando, anzi, gustando.
Il mio viso va letteralmente a fuoco nel momento esatto in cui sento la lingua di Leonardo dentro di me, mentre con i polpastrelli mi sfiora il clitoride. Istintivamente porto le mani tra i suoi capelli. La sensazione provata l’ultima volta inizia nuovamente a farsi strada all’interno del basso ventre. Leonardo sembra averlo capito e ben presto la sua lingua inizia a muoversi più velocemente e le sue mani afferrano i miei fianchi, quasi come se volesse impedire i miei movimenti. Ed eccola, la stessa sensazione dell’ultima volta: sento i battiti del mio cuore accelerare e allo stesso tempo, il respiro rimane prigioniero all’interno dei miei polmoni e viene liberato solo dopo che il clitoride, a seguito di una contrazione, inizia pulsare, creando un’esplosione di piacere che per la seconda volta mi ritrovo a provare e che mi lascia estasiata ed esausta al contempo, neanche avessi partecipato e vinto una maratona.
Istintivamente, non appena Leonardo prova a sfiorare nuovamente la mia intimità, ancora troppo sensibile a causa dell’orgasmo appena avuto, chiudo le gambe.
– Non che mi dispiaccia questa visuale, ma vorrei baciare anche l’altro paio di labbra. – Scherza Leonardo, con la testa ancora tra le mie cosce.
– Puoi smetterla con queste battute? –  Dico dandogli un colpetto sulla testa.
Ben presto Leonardo si fa spazio tra le mie gambe, finché non siamo faccia a faccia. Cerca di non schiacciarmi con il suo peso sorreggendosi sulle sue stesse braccia. Noto i suoi muscoli tesi e sfioro con le dita le vene rialzate.
– Alice – sussurra, catturando nuovamente la mia attenzione.
– Cosa c’è? – Domando, portando i miei occhi nei suoi, che sono così belli e così colmi di dolcezza e desiderio, un miscuglio che non avevo mai visto prima nel suo sguardo.
– Dimmi se ti faccio male – sussurra al mio orecchio, come se avesse paura che qualcun altro possa sentirci, ed io annuisco.
Leonardo si allontana da me solo per togliersi i pantaloni della tuta ed i boxer. Per la prima volta nella mia vita, vedo un pene dal vivo. Rimango qualche secondo a studiarlo, sotto lo sguardo attento e divertito del mio ragazzo, che prende il preservativo sul comodino e me lo porge.
– A te l’onore, piccola Heidi. – Dice, inumidendosi le labbra con la lingua.
Afferro la confezione del preservativo, deglutisco mentre la apro e prendo tra le dita il contenuto. Il preservativo è umido, lubrificato e completamente arrotolato su sé stesso. Non so neanche quale sia il lato giusto. Lancio un’occhiata confusa a Leonardo, il quale, sorridendomi dolcemente mi istruisce sul da fare.
– Prova a mettere il dito al centro e vedrai che spunterà la punta del preservativo. – La sua voce è roca ed eccitata e nonostante ciò sta sprecando tempo a spiegarmi come si mette un preservativo.
Faccio come dice, ed una volta capito qual è il lato giusto, lo adagio sulla punta del suo membro per poi srotolarlo lungo di esso.
Ora siamo entrambi a letto e completamente nudi, eccetto per il mio top con sopra stampata una ciambella. Leonardo sembra leggermi nel pensiero, infatti, mi fa alzare le braccia per potermi sfilare l’ultimo indumento rimasto a separare il contatto diretto tra le nostre pelli. Prendo il suo viso tra le mani, che scivolano lungo le sue guance fino a soffermarsi sulle sue labbra. Decido di attrarlo a me, mentre lentamente mi lascio cadere all’indietro e adagio la schiena sul materasso. Mordo il suo labbro inferiore, sono quasi sicura di fargli del male ma lui non dice niente, anzi, ricambia il bacio. Sento il suo membro sfiorare la mia intimità e la cosa un po’ mi rende inquieta.
Leonardo mi guarda dritta negli occhi, cerca ulteriori conferme nel mio sguardo perché credo abbia paura che io lo stia facendo per accontentarlo.
– Sono sicura. – Ripeto, per rassicurarlo, al che mi lascia un bacio a fior di labbra.
Si posiziona meglio tra le mie gambe mentre continuiamo a baciarci. Inizio a sentirlo dentro di me poco dopo, una fitta al basso ventre, come se qualcosa dentro di me si stesse lacerando man mano che Leonardo ed io diventiamo una cosa sola. Spalanco gli occhi e ho l’istinto di chiudere le gambe.
– Piccola, calmati. Così è peggio, farà più male. Prova a rilassarti. – Sussurra con dolcezza fermandosi e dandomi modo di abituarmi alla sensazione.
– Ok…va meglio – dico a voce bassa, dopo aver preso alcuni respiri profondi ed essermi abituata al dolore.
Leonardo riprende a muoversi dentro di me, lentamente, con attenzione. Capisco che non vuole farmi del male e che non ha alcuna colpa se invece il male io lo percepisco eccome, dunque fingo che vada tutto bene, cosicché possa calmarsi anche lui. E’ agitato al punto che ho paura che possa esplodergli il cuore. Il suo battito è così accelerato che posso sentirlo quando il suo torace entra a contatto con il mio.
Inizio ad accompagnare i movimenti di Leonardo, il dolore si affievolisce fino a svanire e lascia spazio a sensazioni più piacevoli. Le sue mani scorrono lungo il mio corpo e si soffermano sopra una natica, che strizza leggermente, facendomi ridere.


Leonardo

Il suono della sua risata mi tranquillizza. E’ una melodia che le mie orecchie gradiscono parecchio e non avrei mai creduto di riuscire a ridere anche in un momento del genere. Fare l’amore con lei, essere il primo a toccarla e a farle provare certe cose, mi rende così felice da non riuscire a spiegarlo a parole.
– Cosa ti ridi? – Domando, sorridendo a mia volta e uscendo da lei.
P

enso che come prima esperienza possa bastare per Alice, non importa se non ho raggiunto l’orgasmo, non stanotte.
– Perché abbiamo smesso? C’è qualcosa che non va? – Chiede tutta preoccupata.
Mi stendo di fronte a lei, stando in equilibrio su un fianco e tenendomi il viso con una mano.
– Può bastare così, davvero. Non c’è niente che non vada. – La rassicuro.
– Ma tu…–
– Non importa. –
– Sì invece, importa a me. Voglio che anche tu abbia il tuo orgasmo! – E’ così seria mentre lo dice che scoppio a ridere ed Alice sembra offendersi.
Mi da una spinta, facendomi perdere l’equilibrio e con mia grande sorpresa si mette a cavalcioni sopra di me.
La osservo in tutto il suo splendore: i capelli sono tutti in disordine, le gote arrossate e le labbra che fino a qualche minuto prima ho morso sono gonfie. I seni piccoli e rotondi hanno i capezzoli turgidi e sembrano richiamarmi così come il canto delle sirene richiama i marinai.
Mi tiro su a sedere. I miei occhi azzurri ed i suoi castani si scrutano a vicenda.
– Cosa vuoi fare, adesso, piccola Heidi? – Domando, inumidendomi le labbra con la lingua.
– Voglio continuare a fare l’amore con te – risponde con una sicurezza tale che solitamente riserva per le interrogazioni.
Avrei potuto sentire quella frase nella mia testa a ripetizione per ore ed ore.

Autrice:
Sono ancora viva. Dall'ultima volta che ho aggiornato, le letture della storia hanno avuto un aumento pazzesco!
Ancora non capisco come gli algoritmi di Wattpad possano mettere la mia storia al primo posto, usando l'hashtag "libri".
Bando alle ciance, siamo arrivati a 20K letture! Sinceramente non me lo sarei aspettata.
Mi dispiace avervi fatto aspettare così a lungo ma ho avuto un blocco, che ora sto cercando di sciogliere, in modo tale da poter finire la storia e da poter stampare la seconda parte.
Vorrei farvi questo regalino di Natale.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, scusatemi se le scene "hot" fanno schifo, ma non sono brava a scriverle.
Un bacio,
sempre vostra,
Alexandria Lewis.

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora