17. Il compleanno di Heidi.

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Alice

Continuo a girare su me stessa grazie alla sedia girevole che nonna Adele ha pensato bene di regalarmi per il compleanno, esattamente un anno fa. Ho sempre odiato questo periodo dell'anno, tra le persone che si affrettano a togliere dai ripostigli o dalle mansarde gli alberi di natale, che girano per i negozi alla ricerca del regalo perfetto. Tutti indaffarati, tutti improvvisamente troppo buoni.
Questo, solitamente, è uno di quei periodi da passare con la famiglia. Per me è sempre stato un incubo, dai cinque anni in poi. 
A distogliermi dai miei stupidi e malinconici pensieri, è nonna Adele che bussa alla porta. 

- Avanti - le dico per permetterle di entrare. 

Nonna entra nella stanza ed io poggio i piedi a terra per fermare la sedia. Considerando la sua espressione, mi sta per dire qualcosa che non mi piacerà affatto.
- Vieni di sotto, hai visite. - 
- Di chi si tratta? - Domando alquanto intimorita della risposta.
- Tuo padre. Dice di volerti vedere. - 

Non avevo notizie di mio padre da due mesi circa. Si era trasferito al nord Italia per lavoro, di tanto in tanto mi mandava qualcosa sulla PostePay, come se mandare qualche soldo potesse renderlo un padre migliore o più presente. 
Svogliatamente, mi alzo dalla mia postazione e mi dirigo al piano di sotto. 
Mio padre è seduto in cucina, non appena sente il minimo rumore alza il capo e mi osserva dalla testa ai piedi. Lui ha perso peso, posso notarlo dal suo viso smunto, ha anche qualche capello bianco nonostante la giovane età. 
Quando ha smesso di osservarmi, si alza e viene a salutarmi dandomi un bacio per ogni guancia.

- Sei cresciuta tanto! - dice sorridendo.
- E tu sei invecchiato. - 

Papà si passa una mano tra i capelli e ride nervosamente, è ovviamente a disagio. Non sa cosa dire e non sa cosa fare, questo perché è come se non mi conoscesse più. Decido di andargli incontro per il semplice fatto che si è ricordato del mio compleanno, almeno lui. 

- Che cos'è quello? - dico indicando una confezione poggiata sul tavolo. 
- Oh, ecco...questo è un pensierino per te. - Risponde mentre goffamente prende il regalo e me lo porge. 
- Non avresti dovuto...- 
- Oh, doveva eccome! - Interviene nonna Adele. 

Nonna non ha mai avuto a genio mio padre e non la posso biasimare, non è stata la persona migliore del mondo con me e mia madre, ma aveva capito i suoi errori, si era ripulito e in un modo o nell'altro, tentava miseramente di avere qualche rapporto con me. 
Lancio un'occhiata alla nonna, facendole intendere che non voglio che lei e papà litighino come sono soliti fare. Nonna Adele alza gli occhi al cielo seccata, ma alla fine annuisce. 
Quando apro la confezione, scopro con grande gioia che si tratta di un libro. 

- Spero che ti piaccia ancora leggere. Altrimenti puoi anche buttarlo e usciamo a comprare qualcos'altro. - Parla velocemente, come se avesse paura di sbagliare qualcosa per l'ennesima volta. 

Scuoto la testa. - Tranquillo, amo leggere - lo rassicuro.

Rimane a farmi compagnia per circa due ore. Mi racconta del lavoro, delle sedute dal terapista e degli incontri ai narcotici anonimi. Sembra soddisfatto ed io sono felice per lui. Sono contenta che si sia finalmente rimesso in riga dopo il suo passato travagliato.
Prima di andarsene, mi stringe in un abbraccio. Mentre ci stringiamo mi viene quasi da piangere, mi è davvero mancato tutto questo ma ho paura che come al solito, non possa durare.

- Resterò qui fino al cinque gennaio. Se vuoi, possiamo andare a mangiare fuori qualche volta, io e te. - Propone infine ed io accetto.

- Quando vuoi. - Gli assicuro.
- Va bene, allora...ciao piccola. - Mi lascia un bacio sulla fronte per poi andare via.

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora