15. Heidi e la fighetta di legno.

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Alice

Continuo a stare in silenzio mentre Andrea, per l'ennesima volta, mi domanda se tra me e Leonardo c'è qualcosa.
Mi sono stancata di rispondere alle sue assurde teorie. Tra me e Ferrari non c'è niente oltre l'amicizia o la pura attrazione fisica, almeno da parte mia, probabilmente lui non è neanche minimamente attratto da me.

«Potresti quantomeno avere la decenza di rispondermi!» Sbotta adirato.

Alcune persone si girano verso di noi, d'altronde siamo nel bel mezzo del corridoio di scuola e Andrea sta urlando fin troppo.

«Prima cosa, non urlare contro di me», gli punto il dito contro il torace e gli offro uno sguardo truce. «Seconda cosa, ho avuto già la decenza di risponderti. Ti ho già detto che no, io e Leonardo non siamo amanti o qualsiasi cosa ti frulli in testa e mi sono stancata di ripeterlo.»

Andrea si passa le mani tra i capelli mossi e folti. Sospira.
Ultimamente non riesco a decifrare i suoi comportamenti, so solo che qualsiasi cosa dica o faccia, mi dà fastidio. Lo sento fin troppo opprimente.
Perché non lo avevo mai notato prima?

«E allora perché?»
«Perché cosa?»

«Perché hai chiamato lui e non me che sono il tuo ragazzo? Se qualcosa, qualsiasi cosa, ti dovesse turbare, dovrei essere io a saperlo per poterti consolare, non uno che ti conosce a malapena.»

Questa sua affermazione mi destabilzza e mi fa incazzare allo stesso tempo.
Come osa dire che Leonardo non mi conosce?
Credo mi abbia conosciuto più Ferrari in due mesi che lui in più di un anno.
Forse mi pentirò di quello che sto per fare un giorno, ma quel giorno sicuramente non è oggi.

«Dovremmo chiuderla» dico d'un tratto.

Andrea spalanca gli occhi, incredulo. Non so se sia ferito o infastidito del fatto che la ragazzina che ha lasciato tre mesi fa, adesso l'ha piantato su due piedi.
Il ragazzo di fronte a me continua a stare in silenzio, dunque decido di dargli delle spiegazioni.

«Parliamoci chiaramente, ti sei avvicinato a me con l'intento di rimorchiare Noemi, ma ti è andata male perché lei è rimasta ammaliata da Leonardo, allora hai ripiegato su di me. Ero la tua seconda scelta dal principio, avevi intuito che mi piacevi e ne hai approfittato.»

«Ma cosa cazzo stai dicendo?»

Tenta di bloccare il filo del mio discorso che, cosa più rara che mai, stava filando perfettamente facendomi rendere davvero conto di quanto sia stata stupida nell'ultimo anno.
Alzo un dito per intimargli di fare silenzio.

«Ora stai zitto e ascolti perché sono stanca di ascoltare te.» Dico con un tono che non ammette repliche. «Dicevo, sapevi che mi piacevi e ne hai approfittato perché tanto io ero meglio di niente, giusto? Giusto.» Mi rispondo da sola. «Siamo stati insieme un anno, tu in tutto questo tempo non mi hai mai dato particolari attenzioni, non sei mai stato particolarmente geloso nei miei confronti, se non quando eravamo soli in macchina e tentavi di prenderti la mia verginità. Quando hai capito che non ero una facile e che avresti dovuto sudare per averla, hai iniziato a sentirti con altre, finché poi non è arrivata Martina, quella del terzo, che ti ha aperto le gambe appena le hai detto due paroline dolci.»

Prendo un attimo fiato. L'ultimo anno mi sta scorrendo davanti agli occhi e solo adesso sto veramente constatando tutte le mancanze di Andrea come fidanzato. Mi sento veramente furiosa, un vulcano in eruzione.

«Non sono andato a letto con Martina mentre stavamo insieme!»

«Ma smettila, queste stronzate vai a raccontarle a tua madre! Io non ti credo, Andrea. Io non mi fido di te, mi hai lasciata dopo un anno di relazione dicendo di non amarmi più. Di punto in bianco ho smesso di esistere per te, finché non ho cominciato a trattarti male. Nel momento in cui hai capito che stavo perdendo interesse per te, improvvisamente hai capito di esserti pentito e io, come una stupida, sono tornata insieme a te.»

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora