27. Come un cucciolo abbandobato.

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Leonardo

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Leonardo

È giunta l'ultima notte fuori casa, siamo tutti riuniti ad una grandissima e lunghissima tavolata per la nostra ultima cena in campeggio. Scherzo per la maggior parte della serata con i miei amici e tutto sembra filare liscio. Continuo a ridere come se nulla fosse ma dentro di me sento una tristezza davvero spossante. Non mi piace l'idea che io e Alice abbiamo fatto un passo indietro, che siamo tornati amici.
Io non la vedo come un'amica. Io vorrei baciarla ogni volta che ne ho l'occasione. Io voglio avere il diritto di guardare male coloro che ci provano con lei. Io voglio far capire a tutti che stiamo insieme. Anzi, stavamo.
Io voglio lei e le sue stupide arrabbiature. E voglio che non smetta mai di arrossire quando le faccio un complimento.
La guardo con la coda dell'occhio, chiacchiera con Giulia ed un'altra nostra compagna. Sembra perplessa e anche un po' preoccupata. Chissà di cosa stanno parlando.
Quasi come se si sentisse il mio sguardo addosso, si volta e mi regala a dir poco un'occhiata omicida.
Cosa avrò fatto adesso?
Mi guardo intorno per vedere dove si trova Andrea e quando lo scorgo a provarci con una nostra ex compagna di classe, mi volto di nuovo verso Alice e le faccio segno con la testa di seguirmi, anche se non sembra molto propensa a farlo.
Mi allontano dagli altri e mi apparto contro il muro dell'alloggio dei proprietari del campeggio. Mentre aspetto che mia ragazza...Dannazione.
Ancora mi devo abituare all'idea che mi abbia lasciato.
Mentre aspetto che la mia ex ragazza arrivi, porto una lucky stike alle labbra. Mi tasto il corpo alla ricerca dell'accendino, ma non lo trovo. Sbuffo.

– Tieni. – Nella mia visuale spunta un accendino.

Alzo lo sguardo e scopro che Giorgia Valli è davanti a me e mi sta porgendo il suo accendino. Non sapevo neanche che fumasse. Prendo il clipper dalla sua mano e accendo la sigaretta.

– Grazie – le dico per poi restituirle l'oggetto.

– Puoi tenerlo se vuoi. – Mi sorride e si avvicina.

Giorgia ha i capelli tinti di uno strano rosso, la pelle chiara e gli occhi castani. Tutto sommato non è una brutta ragazza, ma di certo non è il mio tipo.
D'altronde neanche Alice lo era fino sei mesi fa. Chissà se sta arrivando. Pensavo avesse capito le mie intenzioni.
Forse è arrabbiata con me.

– No, grazie. –

Spero vada via e invece rimane di fronte a me. Sta per due minuti in silenzio mentre io finisco di fumare. Quando getto la sigaretta e faccio per andarmene, mi blocca.
Mi volto di nuovo verso di lei e probabilmente il mio sguardo non deve promettere nulla di buono visto che appena lo faccio lei molla la presa dalla mia felpa.

– Cosa c'è? Ti serve qualcosa? – Le domando. Ma in realtà lo sto facendo più che altro per gentilezza.

– Leonardo in realtà ho visto che ti stavi allontanando dal gruppo allora ne ho approfittato perché voglio dirti una cosa. –

Incrocio le braccia al petto e la osservo. Questa non ci voleva. Sento che sta per dichiararsi ed è il momento meno adatto di tutti. Io volevo solo vedere quella dannata nanerottola di Alice Russo ed ora ho paura che possa spuntare fuori da un momento all'altro e assistere a questa scena. Probabilmente Giorgia ha frainteso gli atteggiamenti che ho avuto nei suoi confronti negli ultimi giorni.
Io volevo solo far ingelosire Alice, non provarci con lei.

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