11. Una verginella intelligente.

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Alice

Una volta finito di pranzare, mi metto a sistemare la cucina, mentre nonna si va a stendere un po'.
Non perché sia stanca, ma perché deve guardare la replica de Il Segreto, visto che ieri sera non è riuscita a guardarla.
Mentre lavo i piatti, Leonardo ed io parliamo del più e del meno.
È strano il modo in cui solo due mesi fa non riuscivo a sopportarlo, mentre adesso riusciamo addirittura a parlare senza che io mi senta minimamente a disagio.

- Cos'hai intenzione di fare, una volta finito il liceo? - mi chiede mentre asciuga l'ultima padella rimasta.

Ci penso per un bel po', prima di rispondere. Di certo la mia condizione economica non è delle migliori, considerando che i miei genitori sono pressocché inutili e non voglio pesare troppo sulle spalle della nonna. Molto probabilmente, se dovessi scegliere di fare l'Università dovrei rimanere nelle vicinanze e puntare a prendere le borse di studio e vivere grazie a quelle, oppure trovarmi un lavoretto part-time.

Sospiro. Questa domanda mi ha messa davvero in difficoltà. Prima d'ora, non avevo mai pensato seriamente al prossimo anno. Siamo ancora a novembre, molto probabilmente fino ad agosto cambierò anche idea.

- A dire il vero, non ho le idee molto chiare. Ci sono tanti aspetti che dovrei considerare. - Dico alla fine. - Tu, invece, sai già cosa vuoi fare? -

Gli occhi azzurri di Leonardo continuano ad osservarmi. Poi, con una sicurezza quasi assurda dice:
- Io voglio andare il più lontano possibile da qui. Questo posto mi soffoca. Pensavo di studiare ingegneria meccanica al politecnico di Torino, dicono che sia la migliore in tutta Italia. -

Non so il motivo, ma pensarlo così lontano, così irraggiungibile, mi rende dannatamente triste. Sinceramente non credevo che Leonardo Ferrari avesse le idee così chiare sul suo futuro, pensavo fosse più sulla mia stessa spiaggia.

- Che ti succede, Russo? Perché quella faccia? -

- Mi dispiace, ma è l'unica che ho. - Ironizzo.
- Hai paura che ti mancherò troppo? - Sogghigna.
- Assolutamente no, Ferrari. - Mento spudoratamente.
- Ah, no? - Domanda avvicinandosi.
- No. - Ribatto ancora sicura.

Leonardo pensa bene di bloccarmi tra lui e il lavandino della cucina. È vicino. Decisamente troppo vicino. Già quanto era accaduto in camera poco prima mi aveva un po' destabilizzata. Avevo avuto come l'impressione che lui avrebbe voluto baciarmi o che fosse in procinto di farlo.
Qualche minuto dopo mi ero detta che era poco probabile e che magari ero stata io a fraintendere la situazione.
Eppure, in questo esatto momento, ho la stessa identica sensazione.
Inizio a pensare che forse, sono io quella che desidera assaporare le sue labbra.
Appena mi rendo conto di quello che sto pensando, spalanco gli occhi e sento il mio viso diventare paonazzo.

- Qualche problema? - Domanda lui compiaciuto dall'effetto che sta avendo su di me.

- Sì. Se non ti dispiace dovrei andare sopra a prendere il telefono. Mi aveva chiamata Andrea, se non lo richiamo al più presto si preoccuperà. -

Esattamente non so il motivo per cui io abbia tirato in ballo ad Andrea. In ogni caso, lo sguardo di Leonardo un attimo prima giocoso, diviene tagliente. Sembra essersi offeso.
Fa due passi indietro e alza le mani al cielo, neanche lo avesse beccato la polizia a vendere marjuana.

- Certo, Heidi. Va' pure a chiamare il tuo principe azzurro. Finisco io qui. - Il suo tono è decisamente offeso.

Salgo in camera, ho ancora i battiti accelerati. Prendo respiri profondi per tentare di calmarmi in qualche modo. Il troglodita al piano di sotto, ha deciso che oggi deve farmi venire un fottuto infarto.
Il cellulare squilla, è Andrea. Wow, penso, ho predetto il futuro.

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora