10. Io ci sono.

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N.B. LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE.

Alice

Il modo in cui ho pianto solo fino a qualche ora fa, tra le braccia di Leonardo, mi fa vergognare immensamente. Ho iniziato a parlare con lui da due mesi appena e già gli ho confidato quello che non sono riuscita a dire ad Andrea in un anno e mezzo.
La mia situazione famigliare mi fa vergognare, lo ammetto. Non è facile da spiegare e tutti sono sempre lì pronti a puntare il dito. Ci tengono così tanto a dirmi come la pensano sulla mia situazione che non si preoccupano minimamente di farmi esprimere i miei, di pensieri.
"Secondo me" di qua, "dovresti" di là e nessun "ti sono vicina".
Nessuno, certo, prima di Leonardo.
Mi ha abbracciata, non ha detto niente a dire il vero, ma ho apprezzato il suo gesto più delle mille parole che mi hanno detto tutti gli altri a cui ho parlato di questa situazione.

Una volta arrivata a casa, nonna Adele mi aveva guardata in quel modo in cui guardi i cuccioli lasciati sul ciglio della strada. Lei continuava a dire che avrei dovuto perdonarla, mia madre. Che aveva sbagliato, ma che si pentiva di quanto successo e avrebbe voluto recuperare.
Ma non si può recuperare qualcosa che non c'è mai stato.
E non si può creare un qualcosa di nuovo, se è solo una parte, a volerlo.

La cena prosegue senza che venga detta una sola parola, il silenzio viene placato dalla televisione, ma nessuna delle due bada veramente al programma che viene trasmesso.
Mia madre è sempre in grado di rovinare tutto quello che potrebbe esserci di bello nella mia vita, ma una cosa che non le permetterò mai, sarà quella di rovinare il mio rapporto con la nonna.

- Oggi sono stata con Leonardo. - Le dico e subito s'illumina.
- Davvero? - Domanda con un sorriso ammiccante.

- Sì. Mi ha tenuta compagnia. Ha fatto tante domande, così alla fine gli ho spiegato cosa succede nella nostra famiglia. -

- E lui che ha detto? -
- Niente. Mi ha abbracciata soltanto. -

Nonna sorride dolcemente per poi sospirare. - È quello giusto. -

Alzo gli occhi al cielo e le chiedo di smetterla. Continuo a ribadirle che io e Leonardo siamo solamente amici, ma lei non vuole crederci.
Alla fine, me ne vado a letto con un sorriso.

•°•°•°•°•°•°•°•°•°•°

La settimana procede in modo strano, Andrea e Leonardo battibeccano di continuo e non ne capisco il motivo.
Ferrari sembra essere diventato super protettivo nei miei confronti, e questo ad Andrea non va proprio giù.
Continua a ripetermi che devo smetterla di farfugliare con Leo a bassa voce, che non devo passarci troppo tempo insieme.
Credo che faccia gli stessi discorsi a lui in questi giorni.

- Heidi, passami i compiti d'inglese - dice Leonardo mentre mi punzecchia la schiena con il cappuccio della biro.

- Neanche per sogno! Fatteli da solo i compiti a casa, anziché giocare ai videogiochi tutto il tempo. - Lo canzono.

- Guarda che ero con Noemi, è per questo che non ho fatto i compiti. Quindi passameli, dai. - Continua a pregarmi.

Non appena sento la sua vera motivazione, il malumore mi assale. Noemi non fa che parlare di quanto tempo passino insieme lei e Ferrari. Lui se ne viene sempre con qualche stupido succhiotto a scuola, alcuni fanno veramente impressione, tanto sono violacei.

- Scordatelo. - Il mio tono di voce risulta più antipatico di quanto vorrei. Infatti, Leonardo si mette subito sulla difensiva.

- Sei proprio una stronza, Russo. -

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora