5. Mila e Shiro.

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Alice

È passato quasi un mese da quando Andrea si è trasferito nella mia classe. Nelle ultime due settimane ho fatto esattamente quello che mi aveva proposto Leonardo di fare, ottenendo discreti risultati.
Ebbene, Andrea sembra essere nuovamente geloso di me. Sento il suo sguardo addosso durante le lezioni e si intromette ogni volta che tento di scambiare una parola con Ferrari.

Ormai la voce che io e Andrea ci siamo lasciati, ha fatto il giro di tutta la scuola. Motivo per il quale gli altri ragazzi credono di avere il via libera con me.
Peccato che il mio cuore non abbia fatto lo stesso.

- Spero che questa volta tu ti sia ricordata il cambio, Russo. -

Leonardo mi tira una ciocca di capelli per richiamare la mia attenzione. Alzo gli occhi al cielo, infastidita. Era successo solo qualche volta, e puntualmente lui mi doveva prestare una delle sue t-shirt oppure un paio dei suoi pantaloncini, che almeno mi arrivavano alle ginocchia.

- Tranquillo, Ferrari. Stamattina ho attaccato un post-it sullo zaino per ricordarlo. - Lo rincuoro.

Quando arriviamo in palestra, scopriamo di non essere soli. Non succede quasi mai, a dire il vero, che una classe si trovi da sola in palestra.
Spesso la scuola è a corto di supplenti, dunque la preside spedisce le classi alle quali manca il docente qui in palestra.

Oltre alla nostra classe, ci sono una quarta e una quinta.
Giulia mi dà una gomitata, gemo dal dolore e la trucido con lo sguardo.

- Ma che diamine ti dice il cervello? -
- Shhh, guarda ad ore nove. - Dice a bassa voce.

Sento qualcosa di pesante sulle spalle.

- Chi c'è ad ore nove? -

A quanto pare Giulia non è stata abbastanza discreta e Leonardo ha pensato bene di impicciarsi.

- Primo, non ti riguarda. E secondo, togli il tuo braccio dalle mie spalle. Pesa un abisso. - Lo avverto, sperando mi dia retta.

Ovviamente non lo fa.

- Dai, chi c'è ad ore nove, sono curioso. -

In questo momento mi viene quasi da ridere. L'espressione di Ferrari mi ricorda tanto quella di un bambino che fa i capricci. I suoi occhi azzurri incontrano i miei e non so perché, ma non riesco a sostenere il suo sguardo.
Giulia tossisce per avere nuovamente la mia attenzione.

- Ore dodici. -

Esattamente di fronte a me, a qualche metro di distanza, c'è Mattia Rinaldi, uno dei ragazzi più belli di tutto l'istituto.
Al terzo anno avevo decisamente una cotta per lui, peccato che non mi avesse mai rivolto una parola o degnata di un solo sguardo.
Qualche sera prima, però, aveva iniziato a seguirmi su Instagram e a mettere "likes tattici" a vecchie foto presenti sul mio profilo.
La cosa mi aveva un po' sorpresa, tanto che avevo chiamato Giulia - la quale mi accompagnava sempre per i corridoi della scuola alla ricerca di Mattia - per raccontarle il tutto.

Subito Giulia aveva iniziato a fantasticare su noi due, continuando a ribadire quanto Andrea fosse sbagliato per me, quanto si fosse comportato da idiota e quanto secondo lei avesse l'arnese piccolo.

- Un ragazzo che ci sta provando con Alice. - Dice la mia amica con un tono di voce sognante.

- Giù, smettila. Non ci sta provando con me. - Ribadisco per l'ennesima volta.

- Ma ti ha messo mi piace ad una foto di tre anni fa! -

Quando mi volto verso Leonardo, lui lo sta osservando in un modo per nulla amichevole.

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