23. Ma come te lo devo dire?

24.3K 804 236
                                    

⚠️ N.B. DA QUI INIZIA
"PERCHÉ PROPRIO LUI? 2"⚠️

 DA QUI INIZIA "PERCHÉ PROPRIO LUI? 2"⚠️

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Leonardo

Quando Alice aveva detto che le andava bene che ci conoscessimo da quel punto di vista e senza che nessuno ne venisse a conoscenza, non potevo crederci. Semplicemente, non la facevo il tipo. Mi aveva stupito ancora, in quello era sempre stata brava.
Nei primi giorni della nostra conoscenza segreta, era stata timida e avevo fatto di tutto per rompere il ghiaccio e farle capire che bastava che si comportasse come al solito - magari aggiungendo qualche bacio di tanto in tanto - perché a me, il nostro rapporto, piaceva così com'era.
Sorrido come un'ebete mentre cammino nei corridoi di scuola. Non la vedo da qualche giorno poiché era stata impegnata con il padre e avevo pensato bene di mettermi da parte per un po' perché sapevo quanto Alice ci tenesse a riallacciare i rapporti con lui.
Andrea mi guarda di sottecchi mentre prendiamo posto ai nostri banchi, non capisce come mai io sia di buon umore. So per certo che sta aspettando il momento giusto per chiedermi cosa mi sia successo di tanto eclatante, dunque devo pensare ad un'ottima scusa che lo faccia allontanare il più possibile dalla verità.
Dopo qualche minuto, fa capolino nell'aula Alice che parla allegramente con Giulia. Prendono posto davanti a noi e continuano i loro discorsi senza degnarci della minima attenzione.
Heidi oggi indossa un jeans a vita alta strappato sulle ginocchia e una felpa dal taglio corto che lascia intravedere un po' della sua pelle. I capelli le ricadono lisci lungo la schiena, ne prendo una ciocca tra le dita e la tiro per catturare la sua attenzione.
- Cosa vuoi, Ferrari? - domanda voltandosi.
Fa un cenno con la testa verso Andrea per salutarlo e poi riporta i suoi occhi castani su di me, com'è giusto che sia. Posso notare che non riesce a trattenere un piccolo sorriso.
- Mi passi i compiti di inglese? -

- Neanche per sogno - dice facendomi la linguaccia e voltandosi nuovamente verso Giulia, la quale ci osserva in uno strano modo.

- Sappi che se la Bruni mi becca senza compiti, ti farò finire nei guai con me - tento di minacciarla amichevolmente, ma senza alcun risultato.
- Leo, puoi copiare i miei! -

Alla mia sinistra, oltre Andrea, la nostra compagna di classe Giorgia mi porge il suo quaderno.
Le sorrido gentilmente mentre le prendo il quaderno rosa dalle mani.

Io e Andrea copiamo le risposte alle domande sul testo di George Orwell, 1984. Avevo notato che la professoressa teneva particolarmente a quel manoscritto, ed ero sicuro che oggi avrebbe corretto i compiti.

Una volta finito, porgo nuovamente il quaderno a Giorgia e la ringrazio. Posso notare com'è nervosa mentre mi parla, le sue guance sono rosse.

- Tranquillo, quando vuoi. - Dice.

Annuisco solamente. Riporto la mia attenzione alla ragazza davanti a me che mi sta osservando come se volesse farmi morire all'istante.

- Ehi, Heidi, che succede? -

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora