2. Heidi, la penna anale e la t-shirt porno.

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Alice

Ora lo strangolo.

Giuro sulla mia tartaruga che ora lo strangolo.

Tu non hai una tartaruga, mi ricorda la mia voce interiore.

Dannazione.

Però la voglia di strangolarlo è tanta. Leonardo Ferrari non fa altro che punzecchiarmi con il cappuccio della sua biro e io continuo a muovermi come se mi stessero camminando addosso tantissimi ragni.

Decido di mettermi con le spalle al muro, sperando che così facendo magari, possa smetterla.

Andrea e Giulia continuano a guardarci e a studiare ogni nostro movimento e non credo che questa cosa mi piaccia.

Sarei felice nel sapere che Andrea prova ancora un briciolo di gelosia nei miei confronti e che ha paura che tra me e quel troglodita possa nascere qualcosa, ma sappiamo tutti che l'unica possibilità che possa scoppiare un qualcosa tra di noi, sarebbe riconducibile a una guerra.

E poi, Leonardo è ancora innamorato di Noemi, e io di Andrea.

«Sto per infilarti la biro su per il deretano», sussurro a denti stretti.

Mi guarda sconvolto, poi si volta verso il suo amico con un'espressione drammatica che mi fa incavolare ancora di più.

«È sempre stata così volgare? Minacciava anche te di violentare il tuo posteriore?»

Chiudo gli occhi, imbarazzata. Se continueremo così, Andrea non tornerà mai da me. Mi vedrà come una bifolca, una camionista e si allontanerà sempre di più.

«No, a dire il vero con me è stata sempre delicata. La chiamavo confettino per questo.»

Cerco di controllare i muscoli del viso per evitare di assumere un'espressione schifata. Ho sempre odiato quel soprannome. Sempre. Non avevo mai detto niente ad Andrea perché non volevo che ci rimanesse troppo male e anche perché mi vergognavo a far conoscere lui la parte meno femminile di me.

«Sembra che tu voglia ucciderlo», mi fa notare Leonardo.
Sto per rispondere nel modo più educato possibile che può andare per la sua via e non fare più ritorno, però Marco e la sua testa riccioluta entrano nel nostro campo visivo, distraendo tutti e quattro.

«Ragazzi, domani sera festa a casa mia», sorride mostrando il suo luccicante apparecchio ai denti. Senza aggiungere altro, ci fa l'occhiolino e passa alle file successive.

Probabilmente non ci andrò, come sempre.

«Andiamo a quella festa?», domanda Andrea elettrizzato a un Leonardo visivamente seccato.

Lui fa spallucce e sbuffa sonoramente, come infastidito dalla domanda del suo amico. Odio quando fa così. Quando non prende una decisione.

Cosa ci vuole?

Sì o no.

Niente forse e niente ma.

Probabilmente andrò a quella festa solo per vedere Andrea e probabilmente alla fine neanche ci verrà perché al suo amico mestruato gli saranno girati i coglioni. Non appena Andrea si allontana, Leonardo mi tira una ciocca di capelli, attirando la mia attenzione.

«Tu ci vai alla festa?»

«Che ti frega?» chiedo, guardandolo con sospetto.

«Magari potresti convincere Noemi a venire con te», suggerisce.
Ci penso su. Questa sua ossessione per la mia migliore amica potrebbe tornarmi utile.

Perché proprio lui?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora