Leonardo
– Dovresti smetterla – mi canzona Alice.
Ovviamente non le do ascolto e continuo a lasciarle una scia di baci lungo il collo,distraendola dal saggio breve che fino a poco fa era intenta a scrivere.
– Tra poco, lo prometto – le sussurro all'orecchio, causandole la pelle d'oca.
– Avevi detto che saresti venuto perché volevi una mano per scrivere il saggio.– Dice piegando il collo per cercare di allontanarmi, solo che per sua sfortuna vado dall'altro lato e riprendo da dove mi ero fermato.
– L'ho detto? – Domando retoricamente.
– L'hai detto, Ferrari, hai usato esattamente quelle parole. – Conferma lei.
Afferro i braccioli della sedia e la trascino via dalla scrivania.
– Piccola, per favore, ho una media più alta della tua in italiano, non ho bisogno d'aiuto. Era palesemente una scusa per vederti. – La illumino.
Il viso di Alice si contrae in una smorfia.
– Stronzo. Guarda che hai la media più alta solo perché la professoressa gradirebbe averti come toy–boy, non credere di essere più intelligente di me. – I suoi occhi si riducono in due fessure per quanto mi sta guardando male.
Io faccio spallucce.
– Nessuno resiste al mio fascino – le dico, beccandomi un pizzicotto sul braccio.
– Sei solo un pallone gonfiato! – Sbotta, mentre con le suole delle ciabatte a forma di dinosauro si dà la spinta necessaria per tornarsene alla scrivania a studiare.
Prendo la sedia, questa volta dallo schienale, e la faccio girare verso di me.
– Ma a te questo pallone gonfiato piace – la prendo in giro.
Le guance di Alice diventano rosse, rotea gli occhi esasperata.
– Sì, però mi piace di più quando mi fa fare i compiti in santa pace. Devo studiare se voglio ottenere un buon rendimento e prendere il diploma con il massimo dei voti. Solo così sarò esonerata dal pagare le tasse del primo anno di università. – Mi spiega.
Non appena mi rendo conto della ragione che la spinge ad essere così ostinata a resistere al mio fascino, faccio roteare nuovamente la sedia verso la scrivania.
– E va bene, mi hai convinto, non solo ti lascerò studiare, ti aiuterò a scrivere il saggio breve, così faremo prima e poi potrai dedicarti totalmente al sottoscritto. – Espongo il mio piano brillante.
– Scordatelo, Ferrari. – Tuona Alice. – Non ho bisogno del tuo aiuto. Ho solo bisogno di venti minuti senza essere sedotta. – Dice riprendendo a scrivere.
Trattengo un sorriso, questa ragazza mi farà uscire fuori di testa. Solo qualche mese fa mi chiedeva aiuto per delle idiozie e adesso se la prende se mi propongo di darle una mano per uno stupido saggio breve. Certo che è davvero competitiva.
Torno a poggiarmi sul suo letto, in attesa che lei finisca i compiti. Stiamo ufficialmente insieme da più o meno ventiquattr'ore. Credo che ancora non lo sappia nessuno, a parte noi due. Di certo non sono il tipo di persona che parla degli affari propri ai quattro venti, sono più per i gesti che per le parole.Dopo aver ricevuto quel messaggio – che era finito dritto tra quelli preferiti su WhatsApp – non ci avevo capito più niente. Avevo riso per tutta la serata come un'ebete e purtroppo Alice mi aveva impedito di andare a casa sua poiché era andata a trovarla sua zia Marta e a quanto pare, dovevano parlare della situazione che l'aveva resa strana per giorni interi e che ancora non mi aveva spiegato.
– Ho finito! – Alice interrompe il silenzio gettando la penna sulla scrivania e alzando le braccia per stiracchiarsi un po'.
– Se vuoi posso darci un'occhiata, magari potrei darti qualche consiglio. – Propongo.
– Non ne ho bisogno, è un saggio breve almeno da nove! – Afferma entusiasta.
È possibile notare uno strano luccichio nei suoi occhi, mi guarda come fossimo in competizione per un qualche premio, ma in realtà a me non interessa granché della mia media. Studio il minimo indispensabile e nonostante ciò, riesco ad avere ottimi voti. Ho la fortuna di avere un'ottima capacità critica, qualità che mi aiuta parecchio nelle materie umanistiche e allo stesso tempo riesco ad intuire facilmente i procedimenti matematici, merito anche di mia madre che è un'insegnante di matematica.
– E va bene, se lo dici tu... –
Mi tiro su a sedere, Alice è carina anche all'interno del suo pigiama composto da una t–shirt a maniche corte con la stampa di un cactus con sopra scritto "The wild cactus" e un pantaloncino verde chiaro con sopra stampati tanti piccoli cactus.
Viene verso di me e si accomoda su una delle mie gambe mentre le sue braccia circondano il mio collo.
– Ehi – mi dice come se fossi appena arrivato.
– Ehi, piccolo cactus – la prendo in giro.
– Il mio pigiama è bellissimo ed ironico – lo difende, sorridendo.
– L'unica cosa che lo rende bellissimo, è la persona che lo indossa. Dunque, perché non ce ne liberiamo? –
Alice diventa immediatamente paonazza in viso, i suoi occhi castani si spalancano e la sua bocca rimane socchiusa poiché non sa cosa rispondere. Questa situazione mi diverte parecchio, dunque, decido di continuare a stuzzicarla.
– Cosa c'è Heidi? – Le domando, mentre la mia mano risale lungo il suo interno coscia, oltrepassando la stoffa dei suoi pantaloncini.
– C'è nonna di sotto – sussurra, come se potesse sentirci.
Mi lecco le labbra e le regalo un sorriso sornione. Con la mano libera, le porto una ciocca di capelli dietro la spalla, in modo tale da avere libero accesso al suo collo.
– E quindi? Faremo piano. – La tranquillizzo.
Alice sussulta e diventa ancora più rossa nel momento in cui le mie dita sfiorano la sua intimità attraverso il tessuto dei suoi slip. Credevo che mi avrebbe fermato e invece, con mio immenso stupore, si sporge in avanti e mi bacia.
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Perché proprio lui?
ChickLit✨️ COMPLETA ✨️ "Alice Russo viene lasciata da Andrea dopo un anno di relazione. Poco dopo, la sua migliore amica Noemi, lascia il suo fidanzato Leonardo Ferrari, nonché migliore amico di Andrea. Inizia l'ultimo anno di superiori e ben presto Alice...