Camminando lentamente ma costante Richie spalancò le porte del pronto soccorso.
L'aria fredda di quella sera era terribilmente fastidiosa, gli occhi scuri bruciavano ancora ma il respiro sì era regolarizzato.
Alza lo sguardo fisso sul cielo buio, coperto da alcuni nuvoloni che sembravano promettere pioggia.
Non aveva avvisato Eddie.
Non voleva sì preoccupasse.
L'avevano dimesso. Dopotutto. Le ferite riportate non erano gravi ma comunque sì era spaventato notevolmente quando aveva ripreso conoscenza ritrovandosi in quella stanza d'ospedale. Aveva avuto così tanta paura.La mente che lo riportava distante, a quei giorni vuoti di ricordi e di memoria.
Questa volta era stato ben diverso.
Un'aggressione. Un gruppo di omofobi tanto per cambiare, il furto di un'auto andato a vuoto, buffo che ancora sì trattasse di un'auto nel suo caso.
Quell'incontro sembrava essere stato ideato da un destino che sì divertiva a prendersi gioco di lui.
Come se non sentisse più niente.
Come se non avesse già sofferto abbastanza.
Mentre percorreva l'ultimo tratto prima di arrivare a casa una fitta lo investì, precisa e dolorosa. Passò nel giro di qualche secondo, ma al ragazzo riccio sembrò un'eternità.
Prese un respiro profondo prima di salire gli scalini di casa, le mani infilate ancora nelle tasche dei jeans scuri.
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moments reddie~
FanfictionDal testo: "Ho già intuito tutto Kaspbrak, non c'è bisogno" lo sorprese un po' il compagno ricambiando lo sguardo "Quella donna mette a dura prova la mia pazienza, facendo soffrire la persona più importante della mia vita e l'unica ragione che mi...