QUINN:
Fin da quando ero una bambina la mia vita non era mai stata bella.
Non avevo mai preteso di avere dei genitori perfetti e presenti come generalmente dovrebbe essere.
Non avevo mai preteso di essere una ragazza simpatica e con tanti amici che le volessero bene, ne con un perfetto rendimento scolastico.
Ma avrei preferito una vita diversa da quella che avevo vissuto per diciassette lunghi anni, questo sì.
Ero sempre stata uno sbaglio, quello che si può considerare un esperimento uscito male, espressione più che azzeccata dal momento in cui ero nata per errore, rovinando la vita dei miei genitori.
Frequentavano ancora il liceo quando mia mamma scoprì di essere incinta, erano ancora molto giovani per fare i genitori, forse troppo per prendersi una responsabilità così grande.
Appena mio padre seppe della gravidanza di mia madre, la lasciò, almeno questo era ciò che mi era sempre stato raccontato.
Di lui non sapevo nulla, mia madre non aveva mai voluto dirmi niente e ogni volta che mettevo in mezzo l'argomento cambiava discorso.
Con lei avevo vissuto molto poco, ma riuscivo ancora a ricordare bene come fosse, sorridente nonostante tutto il dolore, e forte, soprattutto forte.
Quando nacqui ci furono vari problemi con la gravidanza e così dopo alcuni mesi mia madre si ammalò, all'inizio non era niente di grave, ma al mio ottavo compleanno la sua malattia peggiorò notevolmente facendo cedere il suo cuore ormai troppo stanco e debole per andare avanti e continuare a battere.
Venni messa in un orfanotrofio che ospitava bambini di tutte le età, solitamente dai 5 ai 12 anni.
Fin dal mio arrivo in quel posto le cose non andarono bene, restavo sempre da sola, sommersa dai miei pensieri.
Non ascoltavo mai nessuno, ero molto testarda, come tutt'ora e non facevo amicizia con nessuno, stavo sempre per i fatti miei.Solitamente una bambina all'età di otto anni dovrebbe giocare con le amichette non preoccupandosi di nulla, invece io già sapevo cosa significava soffrire.
Ma io non ero mai stata una bambina come tante altre, avevo sempre avuto qualcosa che mi differenziava dalle mie coetanee, il carattere era uno di questi.
Compiuti i miei tredici anni venni trasferta in una comunità che ospitava ragazzi con problemi di tutti i tipi, una specie di ospedale in effetti.
Si poteva uscire solo per andare a scuola, il luogo che più odiavo in assoluto.
Non si dovrebbe andare a scuola con l'ansia o il timore di essere giudicati di continuo sentendosi sempre lo zimbello di tutti.
Io ci sono passata e non è stata assolutamente una cosa bella perché, a furia di essere giudicati si inizia a credere a quello che la gente dice.
E non c'è niente di peggio che essere il nemico di se stessi.
Odiavo la scuola in generale, odiavo le ragazze che si vantavano e vestivano mezze nude mostrando a tutta la scuola il loro corpo modellato alla perfezione strusciandosi su tutti i giocatori di basket non perdendo mai un occasione per umiliarmi e farmi sentire come se non valessi niente.
Odiavo i professori con i loro stupidissimi voti e odiavo i commenti che tutti facevano riguardo il mio modo di vestire, di camminare, di parlare e soprattutto odiavo i loro pregiudizi riguardo il mio corpo.
In quel posto avevo passato di tutto, in quel posto avevo trattenuto i peggiori pianti, avevo sempre odiato mostrare il mio lato debole.
Non mi ero mai sentita amata e se qualcuno provava ad avvicinarsi a me era solo per pena.
Io ero la sfigata della scuola e tutti sapevano che per essere considerati popolari o altro bisognava essere spietati con gli sfigati.
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Hei, questa è la prima storia che ho scritto, l'ho iniziata tempo fa' e ho deciso di pubblicarla.
A breve pubblicherò il primo capitolo, come avete visto questa parte è solo un'introduzione diciamo.
Spero sia di vostro gradimento, lasciate un commento se volete.
Bye🌹
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My 'Dad'
FanfictionCosa fareste se da un giorno all'altro vostro padre decidesse di prendere la vostra custodia ? Cosa fareste se lui fosse un pericoloso criminale ricercato in tutto il paese ? Cosa fareste se una gang rivale volesse vedere soffrire vostro padre a t...