Capitolo 30

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QUINN:

Erano più di quattro ore che aspettavamo, per l'ansia continuavo a mangiucchiarmi le unghie sotto lo sguardo serio di mio padre.

Mi scese un'altra lacrima che mi rigò la guancia, la tolsi con la mano tirando su col naso.

"Perché non ritornate a casa ? Resto io." Disse Justin attirando la nostra attenzione, scossi la testa lasciandomi scappare un singhiozzo "no, io resto qui."

"Quinn, sei stanca, appena saprò qualcosa giuro che ti chiamerò." Disse inginocchiandosi davanti a me guardandomi negli occhi, "no, voglio stare qui."

Sospirò alzando gli occhi al cielo sussurrando un 'testarda.'

"Almeno voi tornatevene a casa, restiamo io e lei." Parlò ancora voltandosi verso gli amici.

"Va bene ma appena sai qualcosa, chiamaci subito." Disse Damon alzandosi dalla sedia accanto alla mia.

Justin annuì salutandoli.

Mi alzai sentendo la schiena scricchiolare, ero stata seduta per troppo tempo.

"Mi dici cosa è successo ?" Mi chiese improvvisamente Justin mettendosi davanti a me.

"Abbiamo litigato e penso che si sia fatto questo per punirsi."

"E perché avete litigato ?" Chiese calmo incrociando le braccia al petto.

"Perché non vai mai d'accordo con nessuno ? Non c'è stata una volta che io e te non abbiamo litigato, lo stesso vale per Jennifer e ora con Nathan."

Feci spallucce "non si può andare sempre d'accordo, Justin."

"E non si può sempre litigare, Quinn." Scandì il mio nome alzando le mani in aria.

Mi ravvivai i capelli con la mano "forse non siamo fatti per andare d'accordo."

"Stai parlando di me ? Mi stai dicendo che non andremo mai d'accordo e che a te sta bene così." Dedusse poggiando una mano sul muro accanto alla mia testa.

Lo guardai negli occhi "è così."

"Bene, come vuoi tu." Disse duro allontanandosi da me "d-dove vai ?"

"A fumarmi una sigaretta, resta qui e non dare retta a nessuno." Disse freddo girando l'angolo, scomparendo.

Mi appoggiai con la schiena al muro tirandomi i capelli per la frustrazione, io volevo andare d'accordo con lui, mi faceva male litigare sempre ma avevamo caratteri troppi simili per poter avere un rapporto civile.

Ci arrabbiavamo spesso ed eravamo entrambi molto orgogliosi.

Questa volta sapevo che forse non avremo mai più potuto costruire nulla di buono insieme.

Lui non sapeva nulla di me a parte alcune cose ed io non sapevano nulla di lui.

Eravamo due completi estranei.

JUSTIN:

Fottuta mocciosa.

Io le dicevo che potevamo cercare di andare d'accordo e lei mi metteva i bastoni tra le ruote ? Fanculo.

Okay che la maggior parte delle volte era colpa mia se litigavamo però non credevo che a lei non importasse di fare pace, ero pur sempre suo padre.

Cristo, maledetto il giorno in cui avevo fatto sesso con Amy, mi aveva lasciato una mocciosetta saputela del cazzo a rovinarmi la vita.

Questo era il Karma.

Gettai la sigaretta finita ravvivandomi i capelli.

Come se non bastasse Nathan si era tagliato di nuovo e rischiava di morire.

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