JUSTIN:
Continuavo a pensare alle parole che Quinn mi aveva detto la scorsa notte.
'Non ti fidare di Jennifer papà, non ti fidare.'
Perché non dovevo fidarmi ? E poi perché continuava ad origliare telefonate che non la riguardavano ? Forse sbagliavo a non fidarmi di mia figlia, ma tutti noi sapevamo che avrebbe fatto di tutto pur di mettere in cattiva luce Jennifer.
E come se non bastasse, Quinn continuava a non rispondermi al cellulare.
Era uscita da quattro ore circa, le avevo anche detto di tornare per ora di pranzo e, ovviamente, era in ritardo.
Trattenni la rabbia che si stava impossessando di me bevendo un altro sorso di birra dalla bottiglia di vetro.
Avrebbe fatto meglio a tornare e anche alla svelta se non voleva ritrovarsi sotto terra.
QUINN:
Non sapevo che ore fossero, il mio cellulare era morto ma a giudicare dalla gente che piano piano iniziava a diminuire doveva trattarsi di ora di pranzo.
Sbuffai aumentando il passo, dovevo arrivare a casa il prima possibile o avrei dovuto subire di nuovo le urla di Justin.
Ero uscita per comprare altre sigarette e anche per fare un giro, ma questa volta Kevin non era venuto con me.
Da quel che avevo capito dalla telefonata che avevo avuto con lui questa mattina era dovuto partire con la madre e la sorella, sarebbe tornato domani o dopodomani.
"Hei grassona, ancora da queste parti ?" Una voce troppo familiare arrivò alle mie orecchie interrompendomi dai miei pensieri.
Deglutì girandomi di scatto.
Era lei. La ragazza che più odiavo in assoluto.
"Che cosa vuoi, Taylor ?" Dissi fulminandola con lo sguardo.
La ragazza rise avvicinandosi a me, ovviamente non era da sola, con lei c'erano altre due ragazze che non avevo mai visto e tre ragazzi tra cui il suo fidanzato, Derek Miller.
Taylor era rimasta la stessa, non era cambiata per niente, neanche caratterialmente.
Era la solita stronza, sempre vestita alla moda, popolare e con un mucchio di ragazzi che le cadevano ai piedi.
Spostò i suoi capelli tinti di un biondo platino dietro le spalle incrociando le braccia al petto mentre mi studiava con quei suoi occhi azzurri come il mare.
Aspettava di colpirmi all'improvviso ne ero certa. Ormai la conoscevo fin troppo bene.
"Attenta a come mi parli, se non vuoi finire di nuovo all'ospedale. Ricordati che non sei assolutamente nessuno, non conti niente, sei una nullità. Ti ricordi come ti soprannominavano tutti a scuola ?" Chiese con quella sua voce odiosa mentre spostava il suo peso da una gamba all'altra.
Derek sorridendo la raggiunse cingendole la vita con un braccio, strinsi i pugni mentre le sue parole perforavano le mie orecchie. All'ospedale ci era finita anche lei ma forse le sfuggiva per via di tutte quelle tinte che si faceva. Le avevano annebbiato il cervello.
La sua fottuta faccia avrebbe fatto una brutta fine se avesse continuato a parlarmi in quel modo.
Incrociai le braccia al petto "vedo che tu sei rimasta la solita puttana invece." Risposi a tono sorridendo malignamente.
Taylor rimase a bocca aperta fulminandomi con lo sguardo, il suo ragazzo si avvicinò a me a grandi falcate prendendomi per un braccio con violenza.
"Sta molto attenta grassona, non dimenticarti con chi stai parlando." Mi minacciò stringendo la presa sul mio braccio, feci una smorfia di dolore cercando di allontanarlo da me, senza risultati positivi visto che rispetto a me era un armadio a due ante.
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My 'Dad'
FanfictionCosa fareste se da un giorno all'altro vostro padre decidesse di prendere la vostra custodia ? Cosa fareste se lui fosse un pericoloso criminale ricercato in tutto il paese ? Cosa fareste se una gang rivale volesse vedere soffrire vostro padre a t...