Capitolo 21

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QUINN:

Incredibile come una persona a soli 17 anni potesse desiderare tanto ardentemente la morte.

Qualsiasi altra ragazza della mia età avrebbe voluto vivere e divertirsi senza pensare ai problemi, mentre io desideravo solamente di chiudere gli occhi e non riaprirli più.

Volevo lasciare tutti, mio padre, i ragazzi, Jennifer, Kevin, Derek e Taylor.

Volevo abbandonare tutti i problemi che per 17 lunghi anni mi avevano perseguitata rovinandomi la vita.

La mia esistenza non era altro che un'errore.

Ero nata dal piacere di due ragazzi che volevano solo divertirsi per una notte, e che alla fine si erano ritrovati con una cosa molto più grande di loro.

Il significato della parola 'errore' ero io. Quinn Bieber, una ragazza nata per errore e che nessuno voleva.

Faceva male ammettere una cosa simile ma purtroppo era la dura e pura verità, non sarei mai stata importante o abbastanza per qualcuno.

Per quanto amassi stare da sola odiavo sentirmi tale.

Non avevo mai avuto un motivo valido per andare avanti, semplicemente speravo in un futuro migliore e che il dolore accumulato negli anni sparisse.

Con l'esperienza però, avevo imparato che alle delusioni ci si abituava, ma la cosa importante era riuscire a rialzarsi e andare avanti.

Ma una persona in grado di riuscire a rialzarsi dopo una caduta era una persona forte, e io non lo ero, io non ero mai stata forte.

Ero solo una debole ragazzina ormai stufa della vita complicata e crudele che per lunghi anni aveva dovuto subire.

Speravo in un cambiamento, ma sapevo anche che non sarebbe mai successo nulla.

La vita poteva cambiare da un momento all'altro questo era vero, ma a quante persone capitava una cosa del genere ?

Ogni cosa bella che mi succedeva poi si rovinava e la felicità che provavo scompariva lasciando spazio alla delusione e all'amara tristezza.

Avevo capito col tempo che dovevo essere io la salvatrice di me stessa, perché non sarebbe spuntato da nessuna parte una persona in grado di dare la vita per me.

Guerrieri si diventava e io con il tempo avrei imparato ad essere una guerriera e a salvarmi da sola.

Mi alzai dal letto stiracchiandomi la schiena dolorante più volte, entrai nel bagno inginocchiandomi davanti al gabinetto bianco, dopo tanto tempo rigettai tutto il dolore e l'amarezza della notte precedente.

Lentamente mi rialzai guardandomi allo specchio dopo aver tirato il discarico ed abbassato la tavoletta.

Mi lavai i denti legandomi i capelli in una cipolla alta e disordinata, entrai nella doccia dandomi una veloce lavata.

Mi asciugai velocemente vestendomi con un paio di jeans ed una felpa blu scuro.

Presi il telefono osservando la foto come sfondo di me e Kevin, mi mancava tantissimo.

Volevo perdonarlo ma dopo quei messaggi che ci eravamo mandati credevo che non volesse più avere a che fare con me.

Scesi le scale velocemente sperando di non trovare nessuno, mi guardai bene intorno capendo dopo pochi secondi di essere sola. Sospirai di gioia per poi uscire di casa infilando il mio pellicciotto nero.

Volevo uscire per distrarmi, mi avrebbe fatto male stare in casa tutto il tempo e pensare a quello che era successo nelle precedenti ore.

Persa nei miei pensieri andai a sbattere contro il petto di qualcuno, alzai lo sguardo sgranando gli occhi, era Kevin.

My 'Dad'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora