Capitolo 15

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QUINN:

Mi svegliai sentendo due braccia forti attorno al mio corpo, alzai lo sguardo trovando Justin che dormiva beatamente.

Avevo la faccia poggiata sul suo petto e potevo sentire il suo cuore battere ad una velocità regolare.

Alzai lo sguardo verso il soffitto sentendo ancora la faccia bruciarmi per via dei colpi che avevo ricevuto.

"Sei già sveglia ?" La voce roca di Justin mi fece ritornare sulla terra, mi girai verso di lui annuendo.

"Ti fanno male ?" Chiese riferendosi alle mie ferite, annuì ancora schiarendomi la gola.

"Quinn, questa sera dovrò andare una cena con alcuni..amici. Verranno anche i ragazzi e Jennifer." Mi spiegó poggiando il gomito sul cuscino guardandomi, mi misi nella sua stessa posizione guardandolo negli occhi "quindi dovrò stare a casa da sola ?" Chiesi aggrottando la fronte, lui annuì in risposta.

Mi alzai andando in bagno per farmi una doccia.

"Quinn, non fare così, cercherò di tornare presto, te lo prometto." Urlò da dietro la porta, non lo ascoltai gettandomi nella doccia dove l'acqua calda era già presente.

JUSTIN:

Continuai a chiamare Quinn da fuori la porta ma non mi rispondeva.

Si era incazzata perché le avevo detto che sarei andato a cena fuori ?

Ma che cazzo di problemi aveva ?

Quando era lei ad uscire di casa io di certo non me la prendevo e non mi comportavo da bambino, avrebbe dovuto imparare a fare lo stesso e fottersi.

Se dovevo fare una cosa che già mi seccava fare non ci si doveva mettere anche lei a rompermi ancora di più le scatole.

E soprattutto non si doveva azzardare a sbattermi la porta in faccia, era una cosa che odiavo e lei puntualmente lo faceva.

"Fottiti." Sbottai infine uscendo dalla camera richiudendomi la porta dietro le spalle con violenza.

Entrai nella mia camera gettandomi nella doccia, Jennifer era andata a dormire da un'amica, almeno così mi aveva detto.

Dopo la litigata che avevamo avuto non avevamo passato più molto tempo insieme.

La cosa mi dispiaceva, sentivo la sua mancanza.

Jennifer era stata la prima donna alla quale avevo veramente voluto bene.

Certo la prima subito dopo Amy, la madre di Quinn.

Non avevo mai ammesso ad alta voce i miei sentimenti per lei.

'Noi stavamo insieme solo per il sesso.' Era quello che ripetevo a chiunque, era quello che mi ripetevo da una decina di anni circa, ma non ci avevo creduto neppure mezza volta.  

Provavo molto più di un semplice  'qualcosa.'

Quando altri ragazzi ci provavano andavo su tutte le furie.

Sorrisi pensando a quanto fosse dolce e buona, Quinn non aveva preso niente da lei, caratterialmente ovviamente perché esteticamente lei e la madre erano due gocce d'acqua.

Quinn era come me, stronza e menefreghista, capace di fare innervosire le persone con due semplici parole, esattamente come me.

Ma doveva stare ben attenta, doveva sempre ricordarsi che io sapevo essere molto peggio, non mi sarei fatto scrupoli a farle del male, di nuovo.

Le cose che mi aveva detto ieri mi avevano spiazzato, non avrei mai pensato che la picchiassero ne che la prendessero in giro.

Pensavo che la malattia che aveva era dovuta solo e soltanto perché era lei a vedersi grassa, non avrei mai immaginato che ci fosse dell'altro sotto.

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