Capitolo 39

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QUINN:

Feci alcuni passi indietro andando a sbattere contro il petto di Victor.

Che cazzo ci facevano loro due in mezzo a questo casino ?

"Ciao Quinn, ci rincontriamo."

Scossi la testa continuando ad indietreggiare, non volevo crederci.

Il mio peggior nemico faceva parte della gang avversaria a quella di mio padre ?

E Jennifer ?

Quella brutta puttana c'entrava con tutto questo ? Lo sapevo.

Cazzo ne ero convinta dal primo momento.

Povero Justin.

"Lascia che ti presenti mia sorella, Jennifer." Mi sussurrò all'orecchio quel figlio di puttana di Victor.

Mi voltai verso di lui fulminandolo con lo sguardo "quando mio padre lo verrà a sapere per te e la tua cara sorellina si metterà malissimo."

Mi rise in faccia muovendo la testa da destra a sinistra "questo succederà dopo o prima che noi Skeletons ci impossesseremo di tutta l'America ?"

"Siete completamente pazzi se credete di poter sconfiggere Justin."

"Staremo a vedere."

Mi voltai di nuovo verso Jennifer osservandola con disgusto "ciao, Quinn."

Strinsi i pugni avvicinandomi a lei velocemente, prima che se ne potesse rendere conto le tirai un pugno sullo zigomo sinistro ed un calcio nel fianco.

Urlò per il dolore accasciandosi al pavimento, stavo per colpirla di nuovo ma due braccia forti mi afferrarono i polsi facendomi allontanare dalla bionda.

"Smettila Quinn, finirai per metterti in guai seri." Riconobbi subito la voce, era il ragazzo che mi aveva aiutata prima, non sapevo ancora il suo nome.

"Questa me la paghi." Sbottò Jennifer alzandosi da terra con l'aiuto del fratello e di Derek.

Mi morsi il labbro respirando lentamente, dovevo assolutamente calmarmi o avrei finito per distruggere tutto.

Jennifer si avvicinò a me alzando una mano che si scontrò con violenza contro la mia guancia, un gemito uscì fuori dalla mia bocca mentre ricevevo un altro schiaffo sull'altra guancia.

Strinsi i pugni provando a trattenere la rabbia che stava per fuoriuscire dal mio corpo, il ragazzo intanto mi stava ancora tenendo ferma.

"Brutta puttana." Urlai alzando il ginocchio pronta a colpirla in pancia ma Victor mi precedette afferrandomi entrambe le gambe.

"Fossi in te, mocciosetta, farei attenzione a cosa dire."

Era una minaccia o cosa ?

"Lasciami, stronzo." Ringhiai arrabbiata provando a divincolarmi dalla sua presa ma senza alcun risultato.

"Adesso basta." Urló frustrato sbattendomi le gambe contro il pavimento "lasciala Jaxon."

"Aspetta, cosa vuoi farle ?"

"Portarla dal capo."

"Lo farò io." Disse il ragazzo che a quanto avevo capito si chiamava Jaxon.

Victor lo osservò stranito per poi annuire.

Jaxon mi afferrò per il polso trascinandomi fuori da quella stanza, mi buttò contro il muro facendomi gemere dal dolore.

"Cosa cazzo hai nella testa ?" Mi sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra, restai in silenzio osservandolo negli occhi.

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